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Tennis
Le WTA Finals incidono sulla Billie Jean King Cup: le scelte diverse di Swiatek e Pegula
Uno dei nodi cruciali del calendario, lungamente sottolineato negli ultimi anni, è legato all’estrema vicinanza delle WTA Finals con le finali della Billie Jean King Cup, che altro non è che l’ormai nuova definizione della Fed Cup (a sua volta abbreviazione di Federation Cup). Nelle ultime settimane sono state davvero numerose le evoluzioni. Ma andiamo con ordine.
Il problema, innanzitutto, l’ha spesso e volentieri messo sotto l’occhio di WTA e ITF Iga Swiatek. La polacca, spesso forte del ruolo di numero 1 del mondo (anche se per il momento l’ha passato di mano), ha ripetutamente rimarcato come la vicinanza troppo grande, di tre giorni o anche meno, tra il torneo delle migliori otto e quello della maggiore competizione femminile a squadre, le impedisse di andare ad aiutare la sua Polonia. E anche quest’anno la situazione sembrava la stessa, con un calendario che proponeva inizialmente le WTA Finals dal 3 al 10 novembre e il debutto a Malaga previsto per il 13 novembre. Solo che, nel frattempo, qualcosa si è mosso: a Riad tutto è stato anticipato di un giorno, dal 2 al 9 novembre. Questo è bastato per rendere appena possibile il trasferimento di Swiatek dall’Arabia Saudita alla Spagna, il tutto in quattro giorni, quelli che separano l’eventuale finale dall’esordio in Billie Jean King Cup proprio contro le padrone di casa iberiche.
Si tratterà, va detto, di una novità che squassa alla base tante premesse della coppa, perché è fin troppo evidente che una Polonia con Swiatek ha molte possibilità in più rispetto a una Polonia che ne è priva. Ad oggi, c’è una sola altra giocatrice che è destinata al doppio impegno, almeno in singolare: è Jasmine Paolini, la cui presenza a Malaga non è mai neanche stata in dubbio, così come non lo è nemmeno quella della sua compagna di doppio, Sara Errani. Sempre rimanendo in tema di doppio, avranno il doppio impegno delle Finals e della Billie Jean King Cup Katerina Siniakova per la Cechia, Ellen Perez per l’Australia e Gabriela Dabrowski per il Canada.
Abbiamo citato la Cechia in relazione a Siniakova: ebbene, non è il solo nome che ha in qualche modo a che fare con la Billie Jean King Cup. L’altro è quello di Barbora Krejcikova, che non è mai neanche stata nell’elenco delle chiamate da Petr Pala per le finali della competizione a squadre. Di fatto, nel suo caso la preferenza è anche legata al fatto che Krejcikova vive di grandi picchi (Wimbledon), ma anche di momenti di grande difficoltà a mettersi in ritmo. Per cui, spazio (soprattutto) a Karolina Muchova, che da quando è rientrata a pieno ritmo sta bruciando le tappe.
Un vero e proprio caso a parte è quello degli Stati Uniti, che si ritrovano con casi molto diversi tra loro. Coco Gauff era già fuori dal novero delle chiamate di Lindsay Davenport con ampio anticipo, ma in singolare il problema sarà reso ancor più importante dall’uscita di scena di Jessica Pegula, che pochi giorni fa ha comunicato, in controtendenza rispetto alla scelta di Swiatek (e, implicitamente, di Paolini) di giocare anche a Malaga. Squadra, dunque, tutta nelle mani di Danielle Collins, che è anche lei a Riad, ma da seconda riserva, e dei doppi. In Arabia di americane ce ne sono quattro: la combinazione scelta dall’ex numero 1 del mondo è formata da Tayor Townsend e Caroline Dolehide. Il tutto guardando la sola logica della classifica di doppio a persone singole, perché la Race indica ben altra storia: quinte di tale graduatoria sono Dolehide e Desirae Krawczyk. E già in estate Nicole Melichar-Martinez era stata esclusa, in maniera quantomeno opinabile, dalle partecipanti alle Olimpiadi pur essendo numero 9 del mondo.
In sostanza, tanti casi differenti tra loro e ancora una settimana abbondante per verificare quello che può succedere, perché ancora molto è possibile. Ed è una questione che rimane su entrambi i livelli del tennis, perché anche la questione della vicinanza ATP Finals-Coppa Davis è stata spesso sentita (ancor più con il nuovo format della seconda).