Tennis
L’Italia non ha mai vinto le ATP Finals. I migliori risultati del passato
Per Jannik Sinner, quella del 2024 sarà la caccia a una prima volta storica: mai un giocatore italiano ha vinto le ATP Finals, sotto le sue varie denominazioni, nella storia del torneo, che parte dal lontano 1970. Va detto che sono stati pochissimi i tricolori in grado già solo di disputare il torneo dei migliori otto.
Prima dell’attuale numero 1 del mondo, infatti, in singolare sono stati in pochi. Cominciò Adriano Panatta, che entrò nel 1975 a Stoccolma (nell’attuale sede dell’ATP 250): racimolò solo un set contro Ilie Nastase. All’epoca, però, il Masters era la parte finale del Grand Prix, con il circuito mondiale che era diviso in due dal fatto che l’altro pezzo di stagione era composto dal WCT (da gennaio a marzo). Panatta giocò anche questo torneo finale, che era a eliminazione diretta: nel 1977 lo estromise ai quarti Jimmy Connors. Giocò entrambi Corrado Barazzutti nel 1978: in quota WCT batté Brian Gottfried in cinque set e poi perse con Eddie Dibbs in semifinale, mentre in quota Grand Prix non vinse alcuna partita, ma solo un set con il messicano Raul Ramirez (gli altri avversari, ironia della sorte, erano sempre Gottfried e Dibbs).
Superando la fase in cui, dopo la creazione dell’ATP, l’ITF creò (riassumendola in termini brevissimi) una sorta di “Masters rivale” che corrispondeva alla Grand Slam Cup, con Cristiano Caratti nel 1991 e Renzo Furlan nel 1995 che uscirono subito, arriviamo al 2019. Cioè all’anno della prima esperienza alle Finals di Matteo Berrettini, al termine di una corsa di costante miglioramento nella stagione. Gli toccò il girone di Novak Djokovic e Roger Federer: da loro perse, con Dominic Thiem vinse ed è quella la prima vittoria di un italiano nella storia del torneo. Il romano tornò nel 2021, ma un guaio addominale, immortalato dalle immagini al tempo trasmesse anche da Rai2 (oltre che da Sky) insieme a tutto il dolore provato dall’allora numero 1 d’Italia, lo costrinse a lasciare subito dopo un set e poco più contro il tedesco Alexander Zverev. Intervenne Jannik Sinner da riserva: batté il polacco Hubert Hurkacz, perse da Medvedev, ma quello era un “dead rubber”.
Nulla di morto, invece, nel 2023: Sinner esordì bene contro Stefanos Tsitsipas, con il greco che poi salutò la compagnia nel match successivo, ma il colpo lo piazzò contro Djokovic. Bastò una notte torinese a dargli la prima, storica vittoria sul serbo e a far esplodere la SinnerMania anche per la Rai, con numeri sempre più strabilianti partita dopo partita. Cadde Rune, e così rientrò in scena Djokovic, cadde anche Medvedev in semifinale, e così la prima finale della storia del tennis italiano alle Finals si guadagnò addirittura la platea di Rai1. Furono quasi sette milioni, tra Rai e Sky, che videro la penultima prestazione monstre dell’allora leader del ranking ATP: un 6-3 6-3 che, ad oggi, segna l’ultimo suo torneo vinto a livello ATP o Slam (le Olimpiadi sono riconosciute dall’associazione professionistica, ma esulano dal discorso punti). E Jannik quest’anno punta a migliorarsi. Il che porta solo a una cosa.
Da segnalare anche il fatto che, nel 2015, ci fu la prima partecipazione di una coppia italiana nel torneo di doppio, con Simone Bolelli e Fabio Fognini che vinsero un match su tre, quello con Bopanna e Mergea, non sufficiente per la qualificazione.