MotoGP

Martin non vive di sola saggezza. Il duello iniziale e il messaggio implicito a Bagnaia

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Bagnaia Martin / LaPresse

È incredibile e irrazionale quanto si è visto nei primi giri del Gran Premio della Malesia di MotoGP. Francesco Bagnaia e Jorge Martin hanno dato vita a un autentico corpo a corpo, composto da innumerevoli sorpassi e controsorpassi, con tutti i rischi del caso.

Sembrava di assistere a uno spareggio per il titolo. Una battaglia finale, al termine della quale chi avrebbe tagliato il traguardo per primo, avrebbe vinto il Mondiale. Una dinamica non certo compatibile con la situazione di classifica generale antecedente al GP, ovverosia quella di avere lo spagnolo con 29 punti di margine e un altro weekend ancora da mandare in scena!

Dopo la sfuriata iniziale, Martinator è stato ricondotto a più miti consigli, lasciando andare in fuga Pecco e accontentandosi dell’ennesima piazza d’onore utile nell’ottica della rincorsa al titolo. Per fortuna, perché il principio del suo Gran Premio è stato contrario a qualsiasi logica da parte di chi può permettersi di gestire.

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Il cuore dell’appassionato  ringrazia, perché i primi tre giri di Sepang sono forse stati i più belli ed emozionanti dell’anno. Il cervello dell’analista si domanda quale grillo abbia cominciato a saltare nella testa del ventiseienne madrileno, il quale è sembrato andarsi a cercare rogne.

Orgoglio? Prepotenza? Azione dimostrativa per lanciare un messaggio a Bagnaia? Una missiva implicita che, più o meno, avrebbe recitato così: “Sappi che oggi vinci perché io decido di non osare più di tre giri. Però, se volessi, potrei darti filo da torcere sino alla bandiera a scacchi. Vai e prenditi il tuo successo, io adesso posso accontentarmi di 20 punti ed essere comunque soddisfatto, ma tu vinci perché decido io”.

Un fulmine a ciel sereno, l’iniziale condotta di gara dello spagnolo, che ha deciso di giocare col fuoco. Gli è andata bene, perché non si è scottato. Chissà come si comporterà al Montmelò, allora!

Teoricamente, con 24 punti di vantaggio e i valori in campo, gli sarà sufficiente vedere per due volte la bandiera a scacchi per completare l’opera. La saggezza imporrebbe una condotta conservativa, ma evidentemente “non solo di saggezza” vive Jorge Martin.

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