Formula 1
Max Verstappen ricorda a tutti chi è il campione a Lusail. Ferrari non in temperatura per il titolo costruttori
Vi eravate illusi? No, Max Verstappen è ben focalizzato anche Lusail (Qatar), sede del penultimo appuntamento del Mondiale 2024 di F1. Magari, i suoi avversari pensavano che l’olandese stesse ancora smaltendo qualche G&T da Las Vegas, dove l’alfiere della Red Bull ha festeggiato il quarto titolo mondiale consecutivo. L’ottava posizione nella Sprint Race e le difficoltà nel corso del time-attack di ieri per la gara del sabato avevano fatto credere che il fine-settimana fosse di “riposo” per Max.
Niente di più sbagliato perché per che il colui che va in giro con il n.1 sul muso ha ribadito il concetto: “Il migliore sono io“. Ed eccolo tornare in pole, a distanza di 147 giorni dall’ultima volta, ovvero dal GP d’Austria. Il computo è stato aggiornato a nove p.1 stagionali e a 41 nella propria carriera e la motivazione è quella di mettere in bacheca la nona affermazione del 2024, la 63ª nel proprio percorso agonistico.
Il colpo di coda, dunque, l’ha avuto Verstappen e non la Ferrari come ci si sarebbe augurato. Si sapeva e temeva che la pista in Qatar sarebbe stata complicata per la SF-24. La serie di curvoni veloci sono una sorta di nemesi per la monoposto di Maranello. Per cui, dopo aver visto salire il gap dalla McLaren a 30 punti dopo la Sprint odierna, le qualifiche per il GP hanno rafforzato il concetto.
Il monegasco Charles Leclerc inizierà dalla quinta piazzola, mentre lo spagnolo Carlos Sainz partirà dalla settima, tenuto conto del terzo e quarto tempo delle due MCL38 del britannico Lando Norris e dell’australiano Oscar Piastri. Rossa che ha dovuto prendere atto anche della verve della Mercedes, visto il secondo crono di George Russell e il sesto di Lewis Hamilton.
Si fa dura per la conquista dell’iride dei marchi e, per come si sono messe le cose, sotto l’insegna del Cavallino Rampante devono un po’ aggrapparsi a qualche “cappellata” da Woking, perché dal punto di vista della prestazione non ci sono motivi per cui essere ottimisti.