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Mike Tyson illude, poi cala alla distanza e si arrende ai punti contro Jake Paul

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Mike Tyson / IPA Agency

Ha sfidato le leggi del tempo e della natura. Ha dato una smisurata prova di coraggio, tornando sul ring per un incontro ufficiale a distanza di quasi 20 anni. Si è presentato con una forma fisica invidiabile, da fare invidia a tanti trentenni. Voleva dimostrare al mondo che il suo corpo, ma forse ancor di più la sua anima, aveva ancora delle cartucce da sparare. Mike Tyson ci ha provato, ha dato tutto, a tratti ha persino fatto sognare ad occhi aperti, prima di arrendersi alla maggiore freschezza di Jake Paul ed arrendersi ai punti, e con verdetto unanime, nella sfida andata in scena in un gremito AT&T Stadium di Arlington, in Texas.

Iron Mike non disputava un incontro dall’esibizione con Roy Jones Jr del novembre 2020, ma l’ultima contesa ufficiale risaliva addirittura al giugno 2005, quando si arrese a Kevin McBride. L’ex-youtuber Jake Paul si presentava invece all’evento forte di 10 vittorie (di cui 7 per KO) ed una sola sconfitta tra i cruiser. 31 gli anni di differenza tra i due contendenti: 58 contro 27.

Tyson iniziava il match in maniera furibonda. Con grande foga partiva all’assalto, andando a segno con uno splendido sinistro e mettendo l’avversario alle corde e costringendolo a rifugiarsi in clinch. La seconda ripresa si rivelava ancora più spettacolare. Iron Mike tuonava prima con un gancio sinistro, poi con un mortifero destro al fianco che tagliava letteralmente il fiato a Paul. Il pubblico, completamente schierato per il grande fuoriclasse del passato, impazziva e cominciava ad intonare a squarciagola “Iron, Iron, Iron!“.

L’illusione, però, durava lo spazio di due round. Dal terzo in avanti saliva in cattedra di prepotenza Jake Paul. L’americano iniziava a fiaccare la resistenza di Tyson con un ficcante jab sinistro, ovvero l’arma che si è rivelata decisiva in questo incontro. Il 27enne portava a segno una combinazione destro-sinistro, ma è con il gancio sinistro che provocava i danni maggiori, anche se Iron Mike incassava con indomito coraggio.

Il copione non mutava nelle riprese successive. Era sempre Paul a condurre le danze, avanzando con il jab e andando di tanto in tanto a segno con qualche colpo più incisivo. La reazione di Tyson si limitava a qualche sporadico ed isolato gancio destro, troppo poco però per convincere i giudici. Nelle ultime due frazioni, in particolare, si aveva la palpabile sensazione che da un lato Iron Mike facesse di tutto per evitare il corpo a corpo e, di conseguenza, finire il match sulle sue gambe, mentre dall’altro Paul sembrava non voler infierire nella ricerca del colpo del KO.

Alla fine il verdetto dei giudici è apparso come la naturale conseguenza di quanto visto sul ring. Tyson, finché il fisico lo ha sostenuto, ha mostrato qualche sprazzo della sua antica grandezza. Ricordiamo che il match si è disputato sulla distanza degli otto round, da due minuti ciascuno. Sarà veramente il capolinea per il grande Iron Mike? La sensazione è che, in questo momento, possa ancora regalare spettacolo in qualche sfida di esibizione.

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