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Tennis
Monaco: “Paolini deve acquisire mentalità da top-player. Il rovescio di Berrettini è sottovalutato”
Nuovo appuntamento con Tennismania, il magazine sul canale Youtube di OA Sport, in cui si analizzano i temi più caldi delle giornate tennistiche. Ospite da Dario Puppo oggi il solo Guido Monaco di Eurosport. Si comincia con la grande vittoria di Jasmine Paolini su Elena Rybakina nella prima partita delle WTA Finals: “Ha dato una dimostrazione di maturità, cogliendo la situazione in pieno. Come si sospettava, Rybakina è arrivata alle WTA Finals con i soliti errori, ma più accentuati: 56 errori sono francamente troppi, per una giocatrice che ha poco margine e gioca molto sul rischio, tendendo a perdere il dritto. Ha giocato tanti buoni punti, ma a bocce ferme è stato il miglior sorteggio possibile: in condizioni normali poteva essere una partita tignosa, la speranza che potesse non essere impeccabile ce l’avevo“.
Ovviamente questa vittoria le permette di puntare alle semifinali: “Ora si mette in posizione privilegiata. Dando per scontato che Sabalenka vinca tutte le partite, se la Zheng dovesse vincere in tre set su Rybakina si arriverebbe al match decisivo tra la cinese e l’azzurra con quest’ultima che può avere un vantaggio psicologico. Si è messa in una buona posizione, ha conquistato 200 punti che le permettono di superare Gauff temporaneamente al terzo posto, la possibile migliore classifica per un’italiana“.
Monaco approfondisce il discorso tecnico su Jasmine: “Il primo set lottato sta diventando una ‘dinamica-Paolini’, poi lo vince e nella seconda parte del secondo set si lascia andare prendendo il controllo del match. Sento dire da più parti, tra cui Furlan, che è fortissima in difesa. Non ne sono così convinto, per me fa un po’ fatica a livello di mano e mobilità in alcune situazioni, buona ma non eccelsa“.
Il giornalista di Eurosport poi della questione doppio, con il rischio di un sovraccarico in futuro: “I vantaggi e benefici sono tutti da vedere. Nel futuro, avendo cambiato status e con risultati da difendere, dovrà entrare nella mentalità delle top player, di non dover dimostrare qualcosa perché lo hai ottenuto l’anno prima. Magari giocherà meno il doppio, ma sono partite che ti aiutano anche a togliere la tensione, pensando meno al match successivo. Ma lei fisicamente dimostra di stare bene e reggere bene due impegni”. E sulle Finals di doppio: “Valori abbastanza vicini. Ho visto Dolehide con Bronzetti, gioca molto bene. Chan-Kudermertova sono la mia coppia preferita. Quello con Siniakova il doppio forse più forte per valori assoluti. Fare previsioni è difficile, c’è molto equilibrio, non vedo una coppia che si stacca sulle altre. Paolini-Errani con qualcosa in meno indoor, spero soprattutto che Jasmine stia bene“.
Fra poco ci sarà anche la Billie Jean King Cup, ma chi dovrebbe essere la seconda singolarista? Monaco risponde così: “Bronzetti ha lanciato segnali importanti, Cocciaretto non sembra al top, però se la giocano loro due. Dipenderà dall’avversaria, se Trevisan si riprendesse sarei anche contento, ma ha avuto una brutta stagione uscendo fuori dalle 100. Dipende anche da come le vede Garbin, ovviamente Paolini è intoccabile. Errani? Se fosse terra ci penserei, indoor no“.
Si passa poi a disquisire su come poter evolvere il tennis femminile, e ha anche un’idea particolare: “Sostengo che dagli ottavi degli Slam donne inserirei i tre set su cinque negli Slam, magari nella seconda settimana, per me darebbe interesse e le donne sono attrezzate per match di questa lunghezza. In un momento in cui si fa fatica a ricordare partite storiche, potrebbe essere un plus importante. Sarei molto curioso, quest’idea la traslerei anche tra gli uomini. Altra regola che potrei accettare per velocizzare il gioco è il killer point dopo un certo numero di vantaggi”. Altro cambiamento che vorrebbe è sui toilet break: “Se in alcuni posti possono essere tollerabili, per la lontananza degli spogliatoi, un’assenza di sette-otto minuti è troppa. Dovrebbe intervenire l’arbitro e darti un penalty point. A volte penso che facciano la doccia“.
Si passa poi al Masters1000 di Parigi-Bercy, con il comportamento di Humbert non proprio impeccabile contro Khachanov. Ma Monaco lascia correre: “Magari non è stato impeccabile a livello di eleganza, ma vivo l’uno contro uno come un qualcosa in cui vale quasi tutto, e a regolamentare ci pensano gli arbitri. Ora il francese viene fatto passare come un Nastase dei poveri, mi sembra esagerata come cosa. Gioca da sette-otto anni, è in esaltazione ed è il torneo di casa: lasciategli godere il suo momento“.
E poi arriva anche un’analisi su Alexander Zverev: “Ieri si è visto che Rune non è ancora Rune e che di Zverev, nei suoi pregi e qualche difetto, si siano viste le sue grandezze, perdendo il game che avrebbe deciso la partita in suo favore per poi mettersi a testa bassa e tornare a martellare. Lui ha questa abilità a rimanere aggrappato, è un grandissimo lottatore. Forse ti regala qualcosa nei momenti decisivi, perché non ha le stimmate del fuoriclasse, però è uno di quelli che ha capito meglio come funziona il tennis, mettendo da parte gli errori e i passaggi a vuoto“.
Torna il solito refrain sui problemi con il rovescio di Matteo Berrettini, e Monaco non è d’accordo: “Settimana scorsa ha giocato una partita notevole con Tiafoe tirando una ventina di passanti di rovescio. Lì è migliorato tantissimo, si è spesso parlato male di questo colpo. Rimango dell’idea che probabilmente lui andava impostato a una mano, perché ha un problema soprattutto con la mano sinistra. Vero che ad alti livelli anche in risposta il rovescio a una mano lo avrebbe penalizzato ulteriormente, ma si è costruito un colpo di tutto rispetto e un back notevolissimo. Può ancora migliorare in una certa misura, si può migliorare anche a cent’anni“.
E per chiudere, una statistica particolare, con Alcaraz che potrebbe essere il primo a non vincere due Slam e a chiudere al di fuori dei primi due posti del ranking: “Il numero 1 per lui è irraggiungibile, poi c’è Zverev che è stato bravissimo. Ma lo spagnolo ha giocato solo 13 tornei contro i 21 del tedesco. Poi ci sono anche problemi fisici e Zverev è stato più continuo, ma con questi dati non è strano“.