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MotoGP
MotoGP, si rischia la noia? Mai così pochi piloti vittoriosi o a podio negli ultimi anni…
La stagione 2024 della MotoGP sta per andare ufficialmente in archivio. Jorge Martin è davvero ad un passo dal suo primo titolo nella classe regina, con Francesco Bagnaia che, nell’ultimo appuntamento del campionato (che si dovrebbe disputare al Montmelò), cercherà di ribaltare tutto con una impresa che lo porterebbe al tris iridato consecutivo. Quante volte, in effetti, abbiamo letto i loro nomi quest’anno…
Il portacolori del team Ducati Factory, dopotutto, ha vinto ben 10 volte sulle 19 gare disputate (entrando nel club di piloti vittoriosi in doppia cifra in una stagione assieme a leggende come Giacomo Agostini, Mick Doohan, Valentino Rossi, Casey Stoner e Marc Marquez), mentre lo spagnolo ha centrato 3 successi nelle prove domenicali. Si fa presto a capire come i successi siano finiti nelle mani di pochissimi piloti. Un vero e proprio record negativo.
In totale sono appena 5 i piloti che hanno centrato il gradino più alto del podio nelle gare lunghe. Oltre a Pecco Bagnaia (10) e Jorge Martin (3) troviamo Marc Marquez (3), Enea Bastianini (2) e Maverick Vinales (1). Per fare un esempio, nel 2023, erano stati 6, nel 2022 erano 7, quindi 8 nel 2021 mentre nel 2020 erano stati addirittura 9.
Una situazione che conferma come, da un lato, la Ducati stia cannibalizzando la MotoGP (un solo successo non-ducatista, quello di Vinales ad Austin), quindi come i piloti di testa abbiano lasciato solamente le briciole agli avversari. Un dato che viene ribadito se si vanno ad analizzare i podi. Se i piloti vittoriosi sono stati 5, quelli saliti sul podio sono stati appena 9 e, visti i risultati, sono stati eventi ampiamente sporadici.
Oltre ai nomi già citati, aggiungiamo un podio di Brad Binder (secondo a Lusail), uno di Alex Marquez (terzo al Sachsenring), uno di Marco Bezzecchi (terzo a Jerez de la Frontera) e 4 podi per Pedro Acosta. Un anno fa, per esempio, i piloti saliti sul podio (solo la domenica) erano 15, nel 2021 erano 14, e di nuovo 15 nel 2020 nonostante un numero minore di gare.
La MotoGP, quindi, sta vivendo anni di dominio assoluto e di pochissime sorprese. I piloti che possono vincere una gara si possono contare sulle dita di una mano e, nel complesso, anche quelli che possono salire sul podio. Uno scenario che, fino a qualche anno fa, sembrava impossibile per la classe regina. Lo strapotere della Ducati, e il contemporaneo crollo di marchi come Honda e Yamaha stanno portando a ben poca alternanza nelle posizioni di testa. Urge una scossa per riportare maggiori emozioni in MotoGP, la categoria che da sempre ha regalato colpi di scena e alternanza gara dopo gara.