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Pallamano, Mikael Helmersson: “In nazionale si sta molto bene, si respira una bella atmosfera”

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Mikael Helmersson / FIGH - Luigi Canu

Una sconfitta che ha dato consapevolezza e una vittoria incredibile per qualità e temperamento, con all’orizzonte la prospettiva di tornare a giocare i Mondiali dopo ben 28 anni di assenza. L’Italia della pallamano è carica in vista del futuro.

L’evento iridato del prossimo gennaio, ma anche il percorso di qualificazione agli Europei 2026, che si aperto con il ko di misura in Spagna contro le Furie Rosse e il successo interno in rimonta contro la Serbia.

A fare il punto della situazione al sito della FIGH, è stato l’azzurro Mikael Helmersson che ha detto: “Contro la Spagna abbiamo disputato una gara stupenda, come forse nessuno si aspettava. Perdere in quel modo, con un solo gol di scarto, ci ha lasciato tristezza, ma anche grande voglia per affrontare la Serbia. A Fasano abbiamo giocato un’altra grande partita, soprattutto dimostrando grande carattere nei momenti di difficoltà. È una vittoria importantissima per noi”.

Poi il terzino 21enne, pensando alla sua prima partita da titolare in nazionale, in occasione del match contro la Serbia, ha aggiunto: “Contro la Spagna era andata bene, ma ero entrato solamente per i tiri dai sette metri (sette gol ndr), per cui non pensavo di partire dall’inizio. Quando mister Riccardo Trillini me lo ha comunicato, però, ho subito pensato che dovevo farmi trovare pronto. Ci tenevo a ripagare la sua fiducia ed è andata bene. È una serata che ricorderò per molto tempo. In nazionale si sta molto bene, si respira una bella atmosfera dentro e fuori dal campo. Ci sono tanti giovani e con i più esperti sai di doverti guadagnare il rispetto giorno dopo giorno, ma questo è normale nello sport. Credo di avere iniziato un buon percorso, cercando di dimostrare cosa posso dare partita dopo partita”.

Infine, pensando alla sua genealogia, fatta di una mamma che ha giocato 134 volte in nazionale, di uno zio che con l’Italia è riuscito a giocare i Mondiali 1997 e gli Europei 1998, e alla cugina Anika Niederwieser, anche lei oggi nella nazionale azzurra al femminile, Mikael Helmersson ha affermato: Mi hanno chiamato e scritto tutti: erano molto fieri di me e si sono divertiti molto. È stata una serata che non dimenticherò e spero di viverne altre così con l’Italia”.

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