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Perché Jannik Sinner è diventato “maestro”? Cosa significa questo titolo e i campioni del passato

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Sinner / Lapresse

Jannik Sinner si è laureato “maestro”: questo è il titolo platonico che viene assegnato al giocatore capace di vincere il torneo di fine stagione, ovvero la competizione attualmente riservata ai migliori otto tennisti dell’annata agonistica. Il fuoriclasse altoatesino si è imposto da imbattuto sul cemento dell’Inalpi Arena di Torino e così potuto conseguire anche questo riconoscimento in un’annata agonistica già caratterizzata dalle apoteosi agli Australian Open e agli US Open.

Jannik Sinner è il primo italiano ad alzare al cielo questo prestigioso trofeo, nato nel 1970 e che ha cambiato denominazione in più occasioni (Masters Grand Prix fino al 1989, ATP Tour World Championship dal 1990 al 1999, Tennis Masters Cup dal 2000 al 2009, ATP World Tour Finals dal 2010 al 2017, poi diventata ATP Finals). L’azzurro è così diventato il 26mo uomo a diventare “maestro”, mettendo il proprio nome in un albo d’oro infarcito di campioni.

Il serbo Novak Djokovic si è imposto in ben sette occasioni, lo svizzero Roger Federer ha fatto festa in sei occasioni, cinque sigilli a testa per lo statunitense Pete Sampras e il ceco Ivan Lendl, quattro affermazioni per il rumeno Ile Nastase, tre a testa per il tedesco Boris Becker e lo statunitense John McEnroe, due per il tedesco Alexander Zverev e l’australiano Llyeton Hewitt e lo svedese Bjorn Borg.

Sono stati maestri anche Daniil Medvedev, Stefanos Tsitsipas, Grigor Dimitrov, Andy Murray, Nikolaj Davydenko, David Nalbandian, Gustavo Kuerten, Alex Corretja, Michael Stich, Andre Agassi, Stefan Edberg, Jimmy Connors, Manuel Orantes, Guillermo Vilas, Stan Smith. Jannik Sinner ci è riuscito da imbattuto e da numero 1 del mondo, lanciandosi così con ottimismo verso le Finals di Coppa Davis.

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