Tennis
Pescosolido: “Il tennis italiano non è solo Sinner. Nardi si è allenato da me, ma non c’è nulla di definitivo”
La stagione tennistica volge alla conclusione e gli ultimi fuochi d’artificio sono pronti a illuminare la scena. Al maschile le ATP Finals e la Coppa Davis e al femminile le WTA Finals e la BJK Cup tengono banco. Una stagione da incorniciare per il movimento italiano, spesso protagonista nel corso di questo 2024 con risultati dal valore storico. Ne abbiamo parlato con Stefano Pescosolido, ex giocatore di ottimo livello, impegnato sui campi da gioco nelle vesti di tecnico e sovente seconda voce nelle telecronache su Sky Sport.
Abbiamo visto alcune immagini sui social che l’hanno ritratta al fianco di Luca Nardi in allenamento. C’è qualcosa che bolle in pentola?
“Luca si è allenato un po’ da me, prima di disputare i Challenger. Al momento non c’è nulla di definitivo, c’è stata l’interruzione del rapporto con Federico Ricci, ma ancora non ci sono delle scelte chiare sul da farsi. Vedremo“.
Chi ha le idee piuttosto chiare è Jannik Sinner. Un’annata strepitosa, con sette titoli vinti, di cui due Slam e tre Masters1000. In che cosa è migliorato maggiormente rispetto al 2024?
“Sicuramente al servizio. Ogni volta che ha bisogno di togliersi dai guai lo fa, e bene, con ace o servizio vincente. Sono cose che certificano la sua grande evoluzione. Questo aspetto gli ha permesso di vincere tante partite lottate e di prevalere anche quando non è riuscito a esprimere il proprio miglior tennis. Ricordiamo che da mesi sta giocando con un peso di non poco conto (il caso della doppia positività al Clostebol e il ricorso della WADA, ndr) e ciò è da sottolineare per la sua grande forza mentale, superiore a tutti“.
A questo proposito, noi italiani non siamo mai contenti e se c’è una cosa di cui “lamentarsi” lo si fa. Mi riferisco agli scontri diretti persi con Carlos Alcaraz, ricordando che lo spagnolo ha vinto in successione Roland Garros-Wimbledon. Questo a detta di qualcuno certificherebbe il fatto che lo spagnolo sia più forte. Lei cosa ne pensa?
“Possiamo dire che Alcaraz abbia dei picchi di gioco che possono dare fastidio a Sinner, come a chiunque, essendo anche imprevedibile nel suo modo di esprimere tennis. Tuttavia, come dicevo prima, la forza mentale e la capacità di vincere partite anche quando non si è al meglio sono aspetti in cui Jannik è stato migliore dello spagnolo. Lo dicono i risultati e il fatto che l’iberico abbia perso partite contro giocatori di livello inferiore al suo. In un match secco poi può accadere di tutto e nel loro caso parliamo di incontri sempre molto tirati ed equilibrati. Stiamo parlando, comunque, di due tennisti giovani e sicuramente il fatto che si siano divisi equamente i Major è un dato significativo“.
Nell’ottica delle ATP Finals 2024 si parla di un Sinner strafavorito. Lei è d’accordo?
“Sicuramente è favorito, anche perché si gioca a livello indoor dove lui ha sempre espresso il proprio miglior tennis. Però bisogna fare attenzione. Lui l’anno scorso, per dire, è arrivato in finale a Torino, ma non giocava con il peso dell’essere il principale candidato al successo. Questo spettava a Novak Djokovic. Nella stagione corrente, il livello di pressione è ancora più alto e bisognerà fare attenzione a Zverev, che ha vinto a Parigi-Bercy, e ad Alcaraz, perché non possiamo sapere quale versione potrebbe mettere in campo. Comunque, visti i risultati e le caratteristiche, Jannik gode dei favori del pronostico“.
Tornando al tema de “L’eterno scontento italico”, spesso si legge in giro che il tennis italiano sia solo Sinner. Non penso sia d’accordo, ma le chiedo questo per conferma…
“Mi domando io chi possa dire una cosa del genere. Escludendo Sinner, c’è Lorenzo Musetti che, dopo aver fatto fatica nei primi mesi dell’anno, dopo il Roland Garros ha inanellato dei risultati considerevoli. Ha giocato cinque finali, di cui tre ATP. Certo le ha perse, ma c’è comunque arrivato…Ha disputato la sua prima semifinale Slam a Wimbledon e ha conquistato un bronzo storico alle Olimpiadi. Berrettini, pur fermato spesso da problemi fisici, ha vinto tre tornei. Ci sono Darderi e soprattutto Cobolli che hanno avuto una crescita importante e Flavio credo che sia il giocatore che ha fatto i progressi più importanti. Potremmo parlare anche del doppio maschile, con due Finali Slam e tre tornei vinti e al femminile con l’oro olimpico di Errani/Paolini e i riscontri straordinari di Jasmine. Per cui non capisco da dove venga fuori questa considerazione“.
L’ha citata, parliamo un po’ di Jasmine Paolini. Una giocatrice che ha fatto degli step in avanti incredibili. È d’accordo?
“Assolutamente sì e mi piace dire che quanto fatto da Jasmine è un po’ il riflesso della mentalità del suo tecnico Renzo Furlan. Lo conosco fin dai tempi quando giocavamo e Renzo è stato tra i primi a lavorare in maniera tale da completare il suo tennis. Lui, cresciuto sulla terra e non dotato di una grande potenza, è sempre riuscito a migliorarsi e non è un caso che in carriera abbia ottenuto un titolo sul cemento a livello ATP a San Josè. Queste caratteristiche le rivedo in Jasmine che, pur non avendo un fisico imponente, gioca molto bene a tennis e ha un dritto molto penetrante anche per il modo in cui cerca gli angoli. Un colpo con cui sa fare la differenza nel circuito femminile. In questo senso, il lavoro di Renzo è stato eccezionale e strepitosa Jasmine a esprimerlo sul campo“.
Ecco al femminile parliamo di Paolini e anche dell’eterna Errani, ma delle altre? Se al maschile i giocatori non mancano, sembra che tra le donne ci sia un vuoto importante. Che spiegazione ci può dare?
“Probabilmente quando le grandi giocatrici dei primi anni 2000 vincevano (Schiavone, Pennetta, Vinci ed Errani), non si è lavorato così bene per dare un seguito. Se devo fare un nome, ora come ora, faccio quello di Matilde Paoletti, anche se negli ultimi due anni ha avuto tanti problemi fisici che l’hanno fermata. Credo che sia un problema di reclutamento perché, se si va nelle scuole, otto ragazze su dieci gioca a pallavolo e questo chiaramente porta ad avere un numero esiguo di ragazze che praticano il tennis. Comunque, la Federazione continua a lavorare bene in termini di formazione, però bisogna anche considerare questa situazione“.
In chiusura le chiedo della Coppa Davis: la presenza di Sinner è fondamentale per il successo finale oppure Volandri può contare comunque su una rosa altamente qualificata?
“Se c’è Sinner non ci sono dubbi che sposti gli equilibri e sia un motivo per gli altri ad alzare l’asticella. Per cui, per me, il fatto che ci sia è fondamentale per la vittoria, considerando squadre come gli USA che hanno una batteria dei singolaristi impressionante e un doppio forte, oppure la Spagna con Alcaraz e la Germania con Zverev. Ritengo quindi che Jannik sia molto importante, considerando anche il fatto che possa giocare il doppio. Certo, Volandri ha anche a sua disposizione una coppia come Bolelli/Vavassori, però bisogna vedere se privilegerà questo oppure deciderà di portare un tennista che possa trovarsi bene con Jannik in quel caso“.