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Rugby, Sergio Parisse è il primo italiano nella Hall of Fame di World Rugby

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Sergio Parisse
Sergio Parisse - LaPresse

Una nomina a suo modo storica per il rugby italiano. Sergio Parisse è il primo azzurro di sempre ad entrare nella Hall of Fame di World Rugby. Un atleta che ha fatto la storia del nostro rugby: 142 caps con la maglia della Nazionale Italiana Rugby, considerato il rugbista più forte della storia italiana, novantaquattro volte Capitano della nostra Nazionale.

Il requisito per entrare nella hall of fame è quello di aver contribuito in modo eccezionale alla storia e allo sviluppo del gioco. La cerimonia si svolgerà il prossimo 24 novembre a Montecarlo, quando l’azzurro entrerà in questo ristretto circolo delle leggende del rugby.

Parisse si è ritirato nell’estate 2023 e ha cominciato la sua avventura da allenatore Toulon RC, il club nel quale ha chiuso la sua carriera agonistica. Gloriosa la sua esperienza internazionale con la maglia azzurra: l’esordio con l’Italia nel 2002 ad Hamilton contro la Nuova Zelanda, chiudendo nel 2019 con il Mondiale in Giappone nella sconfitta contro il Sudafrica.

Questo il commento di Andrea Duodo, presidente della Federazione Italiana Rugby: “Conosco Sergio sin dal suo arrivo, giovanissimo, alla Benetton Rugby. Come amico, come Presidente della Federazione e come membro del Consiglio World Rugby considero un privilegio poter celebrare il suo ingresso nella Hall of Fame, il giusto riconoscimento a una carriera agonistica che non si può fare a meno che definire stellare. Sergio ha dato lustro al rugby italiano nel mondo, è stato e continua ad essere ancora oggi un magnifico ambasciatore. Con il suo talento ed il suo carisma ha contribuito, insieme a una generazione di atleti straordinaria, a mostrare per anni il volto migliore del rugby italiano. La Hall of Fame del rugby apre per la prima volta le proprie porte a un atleta italiano, altre e altri lo seguiranno negli anni a venire ma, ancora una volta, Parisse è stato un fantastico precursore, portando con le sue gesta il nostro movimento ai vertici del rugby globale“.

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