Salto con gli sci
Salto con gli sci, la Coppa del Mondo maschile 2024-25 parte Kraft-centrica. Le alternative, però, sono innumerevoli…
Stimato Stefan Kraft, a te il cerino. Lo conosci bene, è la stessa candela il cui moccolo ti ha scottato due volte nel recente passato, così come ha ustionato tutti coloro l’abbiano ricevuta in mano negli ultimi due decenni. Siamo difatti ormai giunti al ventennale dell’ultima stagione in cui il detentore della Coppa del Mondo ha saputo confermarsi, imponendosi nella classifica generale per due inverni consecutivi.
Era il 2004-05 quando Janne Ahonen, vincitore sul filo di lana della Sfera di cristallo 2003-04, sbaragliò il campo grazie alla corretta interpretazione del nuovo regolamento legato alla lunghezza degli sci, calcolata sulla base dell’ indice di massa corporea. Il finlandese dominò in lungo e in largo in un periodo in cui i bis e i tris nella graduatoria assoluta erano merce comune (citofonare Primoz Peterka, Martin Schmitt e Adam Malysz per ulteriori riscontri).
Dopodiché, il back-to-back – come lo chiamano gli americani – è diventato una chimera. Non sono mancati i vincitori seriali, da Gregor Schlierenzauer a Thomas Morgenstern, da Kamil Stoch a Halvor Egner Granerud, da Ryoyu Kobayashi al già citato Kraft. Cionondimeno, nessuno di loro ha saputo (o potuto) fregiarsi di due Coppe del Mondo consecutive.
L’austriaco ha la (terza) opportunità di spezzare questo incantesimo calato sulla Sfera di cristallo dal momento in cui ha abbandonato le mani di Ahonen. Giunto all’età di 31 anni, il salisburghese è sulla cresta dell’onda da un decennio abbondante. Nel passato inverno ha sovrastato tutti gli avversari, diventando l’atleta con il maggior numero di podi nella storia del massimo circuito.
La sua continuità di rendimento gli ha permesso di conseguire risultati eccezionali, tanto da consentirgli di proporsi per il proverbiale ruolo di GOAT (il più grande di tutti i tempi). Candidatura attualmente respinta istantaneamente, perché Matti Nykänen resta superiore. Di certo, se Kraft dovesse continuare a macinare successi, la sua stella nel firmamento della storia del salto con gli sci diventerebbe viepiù luminosa (fermo restando come l’assenza di una medaglia olimpica individuale rappresenti un vulnus non trascurabile, ma di questo si riparlerà fra dodici mesi).
Ovviamente, non c’è solo la Coppa del Mondo quale obiettivo principe del 2024-25. La Tournée dei 4 trampolini (che il salisburghese ha già vinto dieci anni fa) e i Mondiali (dove l’austriaco ha già artigliato 3 ori) sono traguardi altrettanto prestigiosi. Ognuno di essi assumerebbe per Stefan un significato particolare, così come il bis in classifica generale.
Abbiate pazienza, o voi altri pretendenti agli allori più pregiati, se questa presentazione è stata Kraft-centrica. È da lui che si deve giocoforza ripartire e le alternative sono così tante. I suoi connazionali, i cugini tedeschi, i vicini di casa sloveni, gli agguerriti norvegesi, gli attempati polacchi e gli imprevedibili giapponesi sono tutti pronti a dar battaglia, con una o più frecce a disposizione in faretra.
Sarebbe stucchevole citare, uno per uno, i nomi di coloro i quali possono ambire a ruoli di primissimo piano. Sono una pletora e non va dimenticato come il salto con gli sci sia una disciplina in cui i valori sono fluidi. Gli equilibri sono talmente labili da poter essere modificati da un refolo di vento. Peraltro, le sorprese sono sempre dietro l’angolo e siamo abituati a trovare al vertice saltatori inattesi.
Di prospettive e speranze italiane si parla nella monografia dedicata. Prima di chiudere, è però doveroso citare un paio di protagonisti che hanno deciso di appendere sci e casco al chiodo. Non vedremo più sul trampolino né Peter Prevc, né Daniel-Andre Tande, i quali hanno optato per altre scelte di vita.