Salto con gli sci

Salto con gli sci, la lodevole iniziativa della Fis. Si prova ad alzare l’asticella della credibilità dei controlli

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Johann Andre Forfang | Foto: LaPresse

La Coppa del Mondo di salto con gli sci si è aperta questo fine settimana a Lillehammer (Norvegia). L’appuntamento ha rappresentato la prima vera applicazione del nuovo regolamento relativo alle tute, che oltre a essere state ri-misurate per ogni atleta durante l’estate, contengono la grande novità del “chip”, ovverosia un’autentica punzonatura – come si sarebbe detto in tempi andati – atta a limitare il numero delle stesse durante la stagione.

Difatti, sinora, ogni atleta poteva utilizzare un numero teoricamente infinito di tute. Viceversa, da quest’inverno dovranno esserne omologate tre per tutta la stagione di Coppa del Mondo all’inizio della stessa. In più, vi sarà una quarta tuta che potrà essere cambiata in ogni “periodo” in cui è diviso l’inverno. Pertanto, in ogni periodo gli atleti potranno scegliere fra quattro tute, tre delle quali fisse per l’intera annata.

Non solo, durante ogni tappa vi sarà la possibilità di usare solo due di queste quattro tute, scegliendone una per ogni giornata (impossibile, dunque, cambiare veste tra una serie e l’altra, come tanti facevano in passato). Queste nuove regole sono state introdotte nel tentativo di ridurre le differenze tra le nazioni dai budget più ricchi e quelle di seconda-terza fascia. In altre parole, si è cercato di calmierare i Paesi più potenti.

Chiaramente, i frutti di questa rivoluzione potranno essere apprezzati solo con il proseguo della stagione. Ciò che si è notato a Lillehammer è però stata un’autentica tolleranza zero nei controlli, con tante squalifiche comminate da parte dei controllori dell’equipaggiamento, sicuramente più di quanto avvenisse in passato. A finire sotto la “mannaia” dell’autorità anche atleti e atlete di primissimo piano, peraltro talvolta dopo aver effettuato il salto.

Si è, insomma, voluto dare un forte segnale legato alle nuove disposizioni regolamentari. “È finito il tempo del lassismo, abbiamo effettuato il proverbiale giro di vite. State attenti, perché adesso i controlli sono molto più severi del passato” è il messaggio lanciato dalla FIS.

Chiaramente non ci sono state irregolarità legate ai chip (quelle, eventualmente, potranno essere riscontrate solo più avanti). Viceversa le dimensioni delle tute sono state monitorate con occhio clinico, cercando di limitare al minimo gli escamotage che tutti applicano per aggirare il regolamento di uno sport invernale estremo, soprattutto nella ricerca tecnologica.

In questi casi, generalmente il controllato è tre passi avanti al controllore, che tuttavia nel caso della FIS si è attivato per colmare il gap ed evitare che qualcuno guadagni vantaggi illeciti. La Federazione Internazionale ha scelto di mettersi in discussione e di alzare l’asticella della credibilità del salto con gli sci. Mossa lodevole e da monitorare, nell’augurio che l’intento del management trovi riscontro pratico nei prossimi mesi.

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