Scacchi
Scacchi, Ding Liren-Gukesh: patta nella quinta del match Mondiale 2024. Il cinese può recriminare
Finisce patta la quinta partita del match per il Campionato del Mondo di scacchi tra Ding Liren e Gukesh Dommaraju. Il confronto che vale il massimo scettro iridato si avvia sul 2,5-2,5 al termine di tre ore nelle quali si può dire ci sia stata una mancata dose di coraggio da parte del cinese campione in carica. Per buona misura l’indiano può dirsi “graziato” della necessità di passare un lungo periodo di tempo alla scacchiera in quel di Singapore.
Per la seconda volta nel match si apre con la Difesa Francese, ed in particolare si va per la celebre variante di cambio. Celebre, sì, ma che paradossalmente nei confronti iridati era comparsa un’altra sola volta prima di oggi, e mai nelle partite alla scacchiera di Gukesh (tre nei Titled Tuesday di chess.com tra il 2020 e il 2021). Si va per una continuazione in cui le Donne spariscono già alla nona mossa, ma non per questo c’è meno lotta. In effetti, la tensione che si avverte alla scacchiera è quella che i motori scacchistici, essendo inanimati, non possono realmente comprendere.
I due giocano con grande precisione un seguito nemmeno tanto banale, perché alla scacchiera l’attività del Bianco sulla colonna e è controbilanciata da un ottimale posizionamento dei pezzi del Nero contro il lato di Re. Gukesh mostra qui di non essere a proprio agio, perché prima, dopo il cambio di pedoni in g5, fa tornare il Cavallo in f3 e, poi, sbaglia modo di cambiare in e5 prendendo di pedone.
Questo vantaggio che arriva alla 23a mossa Ding inizialmente tenta di mantenerlo, dato che ora le risorse dell’indiano a livello tattico sono poche. Alla 27ma, però, s’infila in un seguito che vuol dire solo una cosa: intende pattare. E forse non ha visto il modo di mettere pressione al suo avversario (Alfiere in e6 invece che in c6). Nel giro di una decina di minuti i due effettuano le restanti mosse, sapendo il finale di Alfieri di colore contrario patto, e si accordano per il mezzo punto a testa. Come a dire: “Ci rivediamo domani, qui, sempre alla stessa ora”.