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Sci Alpino

Sci alpino, riusciranno le slalomiste azzurre ad uscire dall’aurea mediocritas?

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Marta Rossetti
Marta Rossetti/LaPresse

Dopo l’antipasto di Soelden, la Coppa del Mondo di sci alpino ritorna questo fine settimana e praticamente non si fermerà più fino al mese di marzo, con l’unico intervallo dei Mondiali. Si riparte da Levi, dove in programma sabato c’è uno slalom femminile, con Mikaela Shiffrin grandissima favorita visto che la concorrenza non è così numerosa e con un’Italia che cercherà di partire al meglio in una stagione che deve essere quella della rinascita per le slalomiste azzurre.

Purtroppo negli ultimi anni la squadra azzurra di slalom femminile ha fatto veramente tanta fatica. Sono davvero rarissimi i lampi di luce in un periodo davvero buio per le atlete italiane, finite davvero nelle retrovie della specialità. Nelle scorse stagione era già un grande traguardo qualificarsi per la seconda manche, con le azzurre finite a partire nell’ultimo gruppo di merito delle prime trenta o addirittura con pettorali ancora molto più alti.

I numeri parlano chiarissimo, visto che l’ultimo podio in slalom risale addirittura al 2011 (Manuela Moelgg terza a Zagabria) e la vittoria è datata 2007 con Chiara Costazza a Lienz. Senza scomodare obietti che al momento non sembra essere alla portata, il rendimento delle slalomiste azzurre si racchiude in questa statistica: solo tre Top-10 dal 2021, con il settimo posto di Martina Peterlini a Jasna, poi il quinto posto nel 2023 di Marta Rossetti a Killington ed infine ancora Peterlini nona nelle finali dello scorso anno a Saalbach.

C’è qualche piazzamento intorno alla Top-10, ma sicuramente davvero troppo poco per dare una svolta ad una squadra che è finita nel vortice di risultati mediocri, senza mai uscirne del tutto. Eppure sia Peterlini sia Rossetti sono atlete che hanno il talento per valere con continuità quelle posizioni già raggiunte, anche la stessa Lara Della Mea ha fatto intravedere alcuni sprazzi di gran qualità, ma troppo poco per riuscire ad emergere.

Certamente ci si è messa di mezzo anche la sfortuna, con tanti problemi fisici in questi anni, che probabilmente hanno anche un po’ bloccato la crescita (soprattutto Peterlini e Della Mea). Le azzurre faticano ad essere costanti non solo tra una gara e l’altra, ma anche tra una manche e l’altra. La speranza è che da Levi possa esserci una bella rinascita, perché un ottimo inizio darebbe fiducia a tutto l’ambiente e sarebbe davvero il miglior viatico possibile per le prossime gare.

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