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Simone Vagnozzi: “Campo più lento a Torino favorisce Alcaraz. Vicenda Clostebol? Bisogna informarsi…”

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Jannik Sinner
Vagnozzi / LaPresse

In lunga intervista concessa a La Stampa Simone Vagnozzi, tecnico di Jannik Sinner, ha analizzato la situazione alla vigilia del primo impegno del n.1 del mondo nelle ATP Finals. L’altoatesino affronterà l’australiano Alex de Minaur e spera di dar seguito alla tradizione favorevole contro l’aussie, sconfitto in tutte e sette le circostanze nelle quali si sono incontrati.

Una stagione strepitosa per Jannik, dal punto di vista dei risultati, con due Slam e tre Masters1000 tra i sette titoli del 2024: “Vincere il primo Major ti toglie un peso dalle spalle. Da lì è partito tutto quello che sta succedendo ora. Agli US Open la vittoria aveva un altro senso, per quello che è successo. Non sono stati mesi facili comunque. La sconfitta più bruciante per me resta quella con Medvedev a Wimbledon. Jannik stava giocando un ottimo tennis, pur non essendo pronto fisicamente. Ha portato Medvedev al quinto, quasi vinceva. E c’era tanto dietro“, ha precisato Vagnozzi alla testata, in riferimento anche alla vicenda della positività accidentale al Clostebol che tanto ha pesato dopo il Masters1000 di Indian Wells.

Un Sinner che, proprio in questa situazione così difficile, ha dimostrato la sua grande forza mentale: “Da questo punto di vista è fortissimo, dimentica tutte le problematiche. Noi abbiamo provato a dargli più supporto possibile, evitando di pensare a quello che non potevamo controllare. Avere la coscienza a posto ci ha aiutato. Serve leggerezza. Siamo giudicati da tutti, ma alla fine noi alleniamo e Jannik gioca a tennis: non siamo scienziati, non salviamo vite. Badio e Panichi sono due persone simpatiche, rispettose, con cui si sta bene. Cambiare in corsa non è facile, ma sono due grandi professionisti che hanno lavorato con Djokovic“, la sottolineatura del coach italiano, in relazione anche al cambio che c’è stato nello staff dopo la vicenda menzionata.

Un percorso in cui le difficoltà non sono mancate, con cui bisogna convivere, che ha portato a una maturazione importante del tennista italiano: “Rispetto a due anni fa Jannik è più completo, più forte fisicamente, ha più esperienza. Il piatto è quasi pronto e a questi livelli mancano dettagli minimi. Sinner non sarà mai Alcaraz, il suo tennis è diverso, ma può variare di più il servizio, migliorare lo slice di rovescio. Ha aggiunto la smorzata di dritto e può leggere meglio i momenti del match. I Big Three si sono sempre evoluti, lui deve fare lo stesso. Zverev se si sblocca e trova l’acuto diventerà un pretendente. Sono certo però che Jannik e Carlos resteranno lassù per tanti anni“, le parole di Vagnozzi.

Entrando nello specifico delle ATP Finals, l’allenatore nostrano ha dichiarato: “Le Finals sono molto importanti e in Italia lo diventano ancora di più, soprattutto quest’anno che Jan non ha potuto competere a Roma. Siamo alla fine di un anno estenuante. C’è chi sta meglio, chi è cotto, difficile fare pronostici. Il campo è più lento rispetto ad altri anni, quindi più adatto ad Alcaraz. Ma sono gli otto più forti al mondo“.

Infine, una battuta sulla questione “Clostebol”, ancora in pending per il ricorso della WADA: “Se parli di qualcosa devi essere informato. La sentenza è lunga 50 pagine, non so quanti le hanno lette. Non si possono fare confronti con casi diversi, come quello di Simone Halep. Nello spogliatoio tutti sanno che Jannik non ha fatto nulla di sbagliato. Se fossi un giocatore meno sereno di Jannik, sarei preoccupato sapendo che non ho avuto nessun vantaggio, ho fatto il possibile per evitare contaminazioni, eppure rischio lo stesso la squalifica“.

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