Judo
Bright Maddaloni Nosa: “L’oro di mio fratello Pino mi motiva. Mi sento pronto e punto a Los Angeles 2028”
Dar seguito alla dinastia dei Maddaloni. Leggere questo cognome porta inevitabilmente alla storia di Pino e a quello straordinario successo nelle Olimpiadi di Sydney 2000. Sotto l’ala protettrice del maestro Gianni allo Star Judo Club di Scampia, c’è chi ha una pesante eredità, ma ha voglia di portarla avanti, a proprio modo, fino in fondo.
Ci si riferisce a Bright Maddaloni Nosa, nato in Austria nel 2003 da padre ivoriano e madre nigeriana, per poi essere adottato all’età di due anni da Gianni. Bright ha ottenuto i primi risultati interessanti dal 2017, conquistando il titolo italiano esordienti, mentre nel 2019 si è imposto nella rassegna tricolore cadetti guadagnandosi la possibilità di fare esperienza anche in alcune competizioni di primo livello. A 16 anni si è messo in mostra vincendo la Cadet European Cup di Follonica subito prima della lunga pausa causata dalla pandemia.
Un judo dinamico ed esplosivo il suo che gli permesso di ottenere riscontri di un certo livello nelle categorie giovanili. L’anno scorso Maddaloni ha fatto il suo esordio nel World Tour, mettendo in bacheca un grande terzo posto alla European Open di Roma e soprattutto vincendo l’oro junior nella -81 kg a Den Haag (Olanda). Un trampolino di lancio in vista di quel che sarà.
Che voto dai alla tua stagione?
“Sono contento di come è andata questa stagione. Poteva andare meglio visto l’ultimo risultato che ho ottenuto al campionato d’Europa Under23“.
Cosa significa per te portare un cognome storico come Maddaloni? E cosa rappresenta per te la famiglia Maddaloni?
“Avere questo cognome dietro alle spalle è un peso, ma nello stesso tempo sono onorato di averlo. Significa dare un esempio importante a tutti“.
Raccontaci la tua storia e come ti sei avvicinato al judo.
“All’età di due e mezzo mio padre e mia madre mi misero sul tatami. I primi anni giocavo, facevo questo sport con tanto divertimento. Crescendo ho iniziato a fare gare, ed è iniziata questa passione per il judo che ho ancora oggi, e grazie a loro son arrivato fino a questo punto“.
La categoria -81 kg è la tua naturale, oppure in futuro potresti virare verso la -90 kg?
“Mi ricordo che mio padre mi disse ‘Tu farai -66 kg quando sarai grande’, invece poi, crescendo, ho visto come il mio corpo si è modificato e mi sono stabilito in quella dei -81 kg e mi trovo bene. Non penso passerò ai -90, non ho problemi nel competere in una categoria di peso minore. Sarà un bel quadriennio“.
In questo momento qual è l’aspetto che pensi di dover più migliorare tra tecnica e fisico?
“Da quando sono entrato nel gruppo sportivo delle Fiamme Oro, sono cresciuto molto fisicamente e mi sento meglio sotto tutti i punti di vista. Un lavoro che mi ha portato a sviluppare anche la mia tecnica. Spero di proseguire su questa strada“.
In generale, pensi di poter arrivare a giocartela con i migliori al mondo della categoria?
“Adesso inizierà questo quadriennio per le prossime Olimpiadi che saranno a Los Angeles. Io penso di essere migliorato sia dal punto di vista fisico che tecnico. Credo anche di poter competere con i migliori atleti al mondo. Anche perché mi dicono che sono bravo, mi dicono che ho tutto, e quindi se io ci credo, posso riuscire a confrontarmi con chiunque“.
Se ti dico Los Angeles 2028, cosa rispondi?
“Non saprei proprio cosa dire, ma sicuramente punto ad arrivarci“.
Come spieghi la crescita del judo italiano negli ultimi anni?
“Prima di tutto, l’aumento dell’interesse per il judo nelle scuole e nelle accademie ha contribuito a far crescere il numero di praticanti, con molti giovani che si avvicinano alla disciplina grazie a progetti scolastici e alle iniziative delle federazioni locali. Inoltre, gli ottimi risultati degli atleti italiani nelle competizioni internazionali, come le medaglie nelle Olimpiadi o nei Campionati Mondiali, hanno aumentato la visibilità di questa disciplina in Italia, ispirando molti giovani a intraprenderla. La presenza di atleti di successo come Fabio Basile e Odette Giuffrida, che hanno raggiunto traguardi importanti, ha destato ulteriore attenzione“.
Che rapporto hai con Antonio Esposito, tuo possibile rivale di categoria?
“C’è un rapporto di amicizia, perché poi ci alleniamo anche insieme nella stessa palestra. A me fa tanto piacere. Ovviamente quando c’è una gara che facciamo insieme, c’è quella rivalità tra noi due, ma è giusto che sia così“.
Il sogno della tua carriera?
“Il sogno di ogni atleta, nella nostra carriera, è conquistare un titolo mondiale o europeo. Ognuno ha un suo obiettivo. Ed è anche il mio. Io più che altro punto al fatto di farmi conoscere per quello che sono e per quello che so fare. Anche quello che posso trasmettere agli altri, a me questo fa tanto piacere“.
C’è un atleta a cui ti ispiri?
“C’è mio fratello Pino e questa cosa mi riempie d’orgoglio, perché se ho bisogno di un consiglio, ho lui. Ho altri due atleti a cui mi ispiro tanto e li stimo molto: il giapponese Joshiro Maruyama e il moldavo Denis Vieru. Apprezzo la tecnica di entrambi, la loro gestualità e il modo di fare“.
Quante volte hai visto il video dell’oro olimpico di Pino?
“Ogni volta che guardo il video di mio fratello provo un’emozione particolare. Se ce l’ha fatta lui, che viene da grosse difficoltà, mi fa pensare che tutti abbiamo una possibilità per emergere. Questo mi motiva ulteriormente e mi dà ancor più forza“.