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Combinata nordica

Combinata nordica, l’Italia femminile riparte rinfrancata e consapevole dei propri mezzi

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Daniela Dejori
Dejori / Lapresse

L’Italia della combinata nordica femminile approccia il 2024-25 con un discreto ottimismo, poiché ha complessivamente saputo tenersi in piedi dopo aver perso la propria stella polare, quell’Annika Sieff che nella primavera del 2023 ha preso la coraggiosa decisione di specializzarsi nel salto, riuscendo peraltro a completare con successo la “conversione” da una disciplina all’altra.

Il nuovo punto di riferimento della squadra azzurra è diventata Daniela Dejori, capace di riprendersi dopo un periodo sottotono, legato soprattutto a fastidiosi acciacchi di carattere fisico. La ventiduenne altoatesina ha dimostrato di potersi proporre a più riprese nella top-ten, soprattutto quando si gareggia nel format “compact”, più adatto alle sue caratteristiche.

L’obiettivo, per l’imminente stagione, sarà quello di entrare quante più volte possibile nel novero delle prime dieci. Il sogno è invece di calcare, per la prima volta in carriera, un gradino del podio. Non sarà facile, bisognerà sperare che “si allineino i pianeti” e si dovrà essere in grado di sfruttare l’eventuale occasione propizia. Le possibilità concrete di vedere Dejori fra le migliori tre di una gara sono poche, ma non nulle.

Prosegue indefessa anche la carriera di Veronica Gianmoena, i cui risultati sono in progressivo calo, ma restano comunque degni della Coppa del Mondo. D’altronde si tratta di un’atleta proveniente da un’altra epoca e da un altro sport, riciclatasi con successo nella combinata. Inevitabilmente, l’avvento di tante teenager agonisticamente nate combinatiste sta facendo perdere posizioni nelle gerarchie globali alla veterana trentina. Cionondimeno, parliamo pur sempre della numero due d’Italia e di una delle migliori venti atlete del mondo. Dunque, la ventinovenne di Varena continuerà a sgomitare e a farsi valere.

Anche la squadra tricolore sta seguendo con un occhio di riguardo la crescita di alcune “teenager nate combinatiste”. Su tutte, Greta Pinzani, già avvezza al contesto del massimo circuito. L’anagrafica gioca a favore della diciannovenne friulana, i cui progressi sono tangibili. Il traguardo auspicabile per il 2024-25 è di vederla spesso e volentieri nella top-20, facendo capolino anche nella top-15.

Si vedrà, infine, quale spazio potranno guadagnarsi le rappresentanti di leve successive. Gli addetti ai lavori ripongono molte speranze soprattutto in Anna Senoner (classe 2007), ma in estate si sono viste buone cose anche da parte della coetanea Erika Pinzani o dell’ancor più giovane Ludovica Del Bianco, senza dimenticare la presenza della diciottenne Giada De Lugan.

È ancora presto per emettere sentenze o giudizi su questa nidiata, che anagraficamente parlando parte dal 2005. Di certo, in Italia c’è materiale umano per avere un movimento relativamente numeroso e competitivo anche nelle stagioni a venire. Quanto numeroso e quanto competitivo potrà dirlo solo il tempo, con il suo impassibile incedere.

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