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Daniele Bagozza: “L’Italia è la squadra più forte. Si vince in età avanzata nei PGS per un motivo”

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Daniele Bagozza
Daniele Bagozza / LaPresse

Nel consueto appuntamento del lunedì sera con Salotto Bianco, trasmissione giunta alla quarta puntata, andata in onda sul canale YouTube di OA Sport e condotta da Dario Puppo e Massimiliano Ambesi, giornalisti di Eurosport, è stato ospite Daniele Bagozza, vittorioso sabato scorso a Cortina d’Ampezzo nel gigante parallelo valevole per la Coppa del Mondo di snowboard alpino.

Bagozza spiega come ha iniziato a fare snowboard: “Un amico me l’aveva consigliato all’epoca, ho iniziato a undici anni, però i miei genitori non volevano pagarmi un corso e mi fanno: ‘Guarda, se vuoi impararlo, arrangiati!’. Mi hanno preso la tavola a noleggio e mio papà mi ha portato sulla pista, dove ci alleniamo sempre noi, che è fantastica in ogni punto di vista, è sempre soleggiata, sempre bella. Il primo anno che ho fatto snowboard io riuscivo solo a fare le back-side, in pratica la curva sui talloni, e andavo giù a foglia morta. In tutto il primo anno ho detto a mio papà ‘Guarda, non riesco a fare le curve. Non è che vuoi magari iscrivermi a un corsocosì c’è una base?’. Questo è accaduto il secondo anno, e lui invece di iscrivermi in un corso di snowboard mi ha iscritto nel club di snowboard, molto probabilmente perché costava di meno. Poi da lì mi ha dato la tavola hard, che non era più la soft, ci hanno dato gli scarponi da snowboard, quelli in plastica con la tavola direzionale e poi da lì ha iniziato con con gli altri ragazzi, avevamo un gruppo carino, da giovani eravamo tantissimi. Ho iniziato coi pali, con le gare mi sono divertito e siamo qui adesso“.

Il momento d’oro dell’Italia: “In ogni caso noi abbiamo una squadra fortissima, poi parliamo dei Mondiali di quest’anno e anche Olimpiadi dell’anno prossimo, però siamo nove ragazzi e tutte le gare le vinciamo noi. Essere nei quattro scelti per partecipare ai Mondiali ed alle Olimpiadi già è un’impresa difficilissima, poi la gara va come va, però comunque entrare in quei top quattro della squadra italiana è un’impresa veramente che fa pensare“.

Gareggiare in casa spinge sempre a dare qualcosa in più:Cortina è sempre speciale per noi, come anche Cervinia. Cortina è sempre molto speciale, perché preparano sempre al top la pista. Questa settimana lì aveva nevicato la notte, dieci centimetri, hanno dovuto chiamare un elicottero, che è poi passato su e giù facendo vento e tirando fuori tutta la neve. Probabilmente riescono a preparare sempre la pista al top, poi è speciale perché è un evento di notte, ci sono i fari, c’è il pubblico, c’è quel qualcosa in più rispetto alle altre. Noi andiamo sempre forti, se guardiamo Fischnaller, nelle scorse nove edizioni ha fatto nove podi e il suo peggiore risultato era un terzo posto se non sbaglio, è il re di Cortina. Quest’anno purtroppo non è riuscito a salire sul podio però ci sono saliti altri due di noi. Come gigante è l’unica gara in notturna, poi già anche avere un’infrastruttura che ti proietta la luce su tutta una pista da gigante, che comunque è lunga, penso ce l’abbia solo Cortina questa possibilità“.

Primo successo individuale in Italia per Bagozza: “Ho fatto un podio nel Team Events in Italia, a Piancavallo, un po’ di anni fa, però nell’individuale è il primo podio, la prima vittoria. È diverso. La mia prima gara l’ho vinta in Cina a Secret Garden, qui erano le 05:00, non c’era né fotografo né niente, non la trasmettevano neanche, ho vinto e nessuno lo sapeva“.

La gara delle Olimpiadi si disputerà a Livigno: “A noi piace Livigno, abbiamo il nostro primo allenatore che è di Livigno, anche Maurizio Bormolini gareggia in casa a Livigno. Spero e confido che che avremo un vantaggio gareggiando lì. Statisticamente i giganti vengono vinti più dagli atleti più vecchi, perché ci vuole molta più esperienza per evolvere un buon materiale. Per questione di materiali ogni atleta è autonomo e ti viene vietato veramente poco, perché comunque è uno sport individuale. Penso sia questione sia di materiale che di tecnica, che si evolve con l’esperienza nel gigante, invece nello slalom ti metti sulla tavola e vai giù a fuoco, in qualche maniera sarai veloce“.

Il regolamento è molto più permissivo nello snowboard alpino rispetto ad altre discipline: “Noi non c’abbiamo limiti né di materiale, né di misure, uno potrebbe presentarsi con una tavola di 2 metri e 50 e può gareggiare, una tavola da gigante va mediamente sull’1.90, perché noi non abbiamo limiti, a differenza dello sci, dove per ogni millimetro ci sono dei parametri dai quali non puoi muoverti. Poi questione di materiale, anche delle anime delle tavole nessuno sa niente di cosa c’è all’altro nell’anima della tavola. Se uno chiede un numero di serie o chiedi a me ‘Mi fai provare la tua tavola?’, è una domanda talmente intima, che piuttosto chiedimi foto della mia morosa, che è meno intimo“.

Nello sviluppo dei materiali ogni atleta è seguito individualmente: “C’è il costruttore delle tavole che comunque ci sta dietro. Tu testi le tavole, poi la cambi con i feedback, poi si prova qualcosa di nuovo, è comunque una cosa infinita. Ci metti talmente tanto finché trovi una tavola con cui magari ti trovi bene, poi fai i test sulla neve naturale, e dici ‘Ah, questa è una tavola perfetta’, poi la usi in gara sulla neve artificiale ed esce un disastro, per cui puoi perdere veramente tanto tempo. A un certo punto devi dire ‘Decido per questa e adesso si va avanti con questa tavola’“.

LA PUNTATA COMPLETA DI SALOTTO BIANCO

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