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Ciclismo

Davide Cassani: “Mi piacerebbe vedere Tiberi dietro i tre fenomeni. Pellizzari è forte, a Finn va dato tempo”

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Davide Cassani
Davide Cassani / Lapresse

Davide Cassani ha vissuto, ad oggi, tre vite all’interno del nostro sport: quella da corridore prima, commentatore RAI e infine commissario tecnico della nostra Nazionale. L’ex ct è tra le persone che hanno fortemente voluto portare il Tour de France in Italia quest’anno: ha voluto offrire il suo supporto alla Toscana, all’Emilia-Romagna ed al Piemonte, convinto che l’Italia del ciclismo e anche quella del turismo, grazie alla storia, alla tradizione e ai grandi campioni, siano in grado di esportare un prodotto di altissima qualità.

Pogacar ha raggiunto l’apice ed ora non sarà facile replicare quanto fatto, oppure addirittura potrà alzare ulteriormente l’asticella?
“Credo che se Tadej crescerà ancora, saranno solo maggiori problemi per tutti gli altri. E’ un autentico fuoriclasse e, se dovesse mantenere questo standard, sarebbe davvero dura per tutti gli altri”.

Se al 100%, Vingegaard è l’unico che può battere Pogacar in una corsa a tappe di tre settimane?
“Sì, è l’unico che in questi anni è riuscito a staccare Pogacar in salita. Evenepoel potrà crescere ancora, ma, almeno per il prossimo anno, non credo possa essere al livello degli altri in salita”.

Il ciclismo italiano si è fermato ai trionfi di Colbrelli e Ganna del 2021. C’è qualche giovane che ci fa ben sperare?
“La speranza è che Tiberi possa migliorare e crescere, già quest’anno ha dato degli ottimi segnali. Ci sono Ganna e Milan che sono due nostre speranze, e poi abbiamo tanti altri ragazzi che possono crescere bene come Pellizzari; bisognerà capire quanto spazio gli lascerà la squadra per non farlo correre solo al servizio dei capitani: Giulio ha dimostrato di avere dei numeri, così come Ciccone che è un altro ottimo corridore”. 

Che sviluppo ti attendi dalla carriera di Tiberi?
“Tiberi è un corridore da corse a tappe e deve crescere. Al momento ci sono questi tre fenomeni, come Pogacar, Evenepoel e Vingegaard, che lasciano poco e niente a tutti gli altri. Mi piacerebbe vedere Tiberi dietro a questi tre fuoriclasse, ha ancora un paio di anni per maturare, ma già l’anno prossimo sarebbe bello vederlo lottare per il podio al Giro”.

Che idea ti sei fatto su Pellizzari?
“E’ forte, non ha paura di niente e ha degli ottimi valori. Penso e spero che possa lottare nei prossimi anni per un Grande Giro, ma al momento non abbiamo nessuna certezza. Sicuramente in Bardiani ha fatto il cammino giusto per prepararsi al salto nel WorldTour”.

Ganna fa bene ad abbandonare la pista per un paio d’anni? Sanremo e Roubaix sono corse adatte a lui?
“E’ una scelta che aveva fatto anche Viviani dopo Rio e quindi la trovo più che normale. Per tutto quello che ha ottenuto in pista e mancando ancora quattro anni alle prossime Olimpiadi, penso sia la scelta giusta. Sanremo e Roubaix sono assolutamente due corse alla sua portata, ha tutto quel che serve per poter puntare a queste due gare”.

Jonathan Milan lo vedi pronto per una Sanremo o una Gand?
“Per una Gand lo vedo adattissimo, però anche Milan è un corridore in evoluzione, che sta migliorando anno dopo anno. Il prossimo step sarà capire se potrà puntare a corse come la Sanremo, e penso che anche per lui la prossima stagione possa essere un anno importante, è in una grande squadra e sa di essere tra i velocisti migliori al mondo”.

Dove pensi possa arrivare invece Davide Piganzoli?
“Piganzoli quest’anno ha corso bene, è un buon corridore, ma il prossimo sarà un anno importante per capire dove può arrivare”.

Molti pensano che Lorenzo Finn sia il corridore che aspettavamo da tempo. Quali potenzialità intravedi in lui?
Di Lorenzo ne ho sentito parlare molto e bene. E’ un ragazzo giovanissimo ed è importante lasciargli il giusto tempo per crescere. E’ un gioiello e come tale bisogna tutelarlo nel migliore dei modi“.

Polti e Bardiani sono esempi virtuosi di squadre italiane che ancora riescono a valorizzare i nostri corridori. Ma diventa sempre più difficile e nella categoria U23 è venuta a mancare la storica Zalf…
“Abbiamo queste due realtà come Polti e Bardiani che permettono ai nostri ragazzi di avere uno sbocco al professionismo e quindi di approcciare al grande salto nel modo corretto. Il nostro ciclismo dilettantistico rischia di diventare sempre meno importante ed a squadre come la Zalf bisognerebbe fare un monumento per tutto quello che hanno fatto in questi anni. Ci sarà una nuova Continental che sarà la Padovani, ma sarà da capire quanto gli sponsor vorranno supportare queste realtà, quando poi i migliori corridori, da giovani, vanno a correre all’estero in squadre di sviluppo delle formazioni World Tour. L’Under23 è una categoria molto importante e ritengo che non bisogna guardare i fuoriclasse, ma il 95% dei corridori che hanno bisogno di una crescita graduale, senza saltare le tappe utili nel processo di maturazione”.

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