Tennis
Iga Swiatek chiarisce sul suo caso di positività: “Sbagliato fare confronti tra la mia situazione e quello degli altri”
Hanno destato non poca attenzione le dichiarazioni di Simona Halep su quanto stabilito dall’ITIA nei confronti della n.2 del mondo, Iga Swiatek, squalificata per un mese perché trovata positiva a un test antidoping del 12 agosto, alla trimetazidina. Una sostanza proibita presente a sua insaputa nella melatonina che la giocatrice polacca prendeva per supplire al jet-lag.
La n.2 WTA ha patteggiato per una sanzione che, nei fatti, ha già scontato, dal momento che vanno considerati i 22 giorni nel periodo di sospensione provvisoria (dal 12 settembre al 4 ottobre). Ne rimanevano otto, individuati tra il 27 novembre e il 4 dicembre. Si è parlato dunque delle differenze tra questo caso e quelli di Jannik Sinner e di Halep.
A commentare queste considerazioni è stata la stessa Swiatek all’emittente polacca TVN24: “Capisco che le persone abbiano bisogno di paragonare varie situazioni, ma ognuno di questi casi è completamente diverso, così come lo è anche il processo per dimostrare l’innocenza di ognuno. È difficile paragonarmi a Sinner e ad Halep, ognuno di noi ha a che fare con un problema diverso“, ha dichiarato la n.2 WTA.
“La mia reazione quando l’ho scoperto è stata molto intensa, un misto di confusione e panico. Piangevo molto. Non sono riuscita nemmeno a finire di leggere la mail che ero già in lacrime. Il nome della sostanza stessa mi era completamente sconosciuto, non ne avevo mai sentito parlare“, ha ammesso Swiatek.
Un’ammissione poi la giocatrice polacca l’ha fatta su quanto sia stata impattante sulle proprie tasche la difesa in questo procedimento: “Ho assunto un avvocato degli Stati Uniti specializzato in queste questioni. Ho già guadagnato molti soldi e posso permettermi di spenderli per la mia difesa, ma molti atleti non hanno le stesse opportunità. Io ho pagato per l’intero processo, ho speso circa 70.000 dollari per un avvocato e 15.000 euro per perizie e test“.