Tennis
Jannik Sinner confessa: “Ho visto il buio, a Wimbledon ero un fantasma. O vinco o imparo”
A tutto Jannik Sinner. Il tennista italiano numero 1 al mondo dopo un 2024 incredibile sotto tutti i punti di vista, con la soddisfazione degli Slam vinti (Australian Open e US Open), le ATP Finals a Torino e la conquista della Coppa Davis con l’Italia (la seconda consecutiva), senza dimenticare l’affaire doping, si è raccontato in una lunga intervista a Esquire Italia.
L’azzurro, classe 2001, ha detto: “Non auguro a nessuno di passare i momenti che ho trascorso io. Ho visto il buio. Non potevo parlarne con nessuno. Non potevo sfogarmi o farmi aiutare. Mi sono sentito perso“.
“Tutte le persone che mi conoscevano – ha poi proseguito nelle sue dichiarazioni, rilasciate al magazine lo scorso settembre (pubblicate poi all’inizio di dicembre, ndr), in riferimento alla vicenda clostebol -, mi guardavano giocare e capivano che c’era qualcosa in me che non girava bene. Ho passato notti insonni, perché anche se sei certo della tua innocenza, sai che queste vicende sono complesse“.
Una specifica importante: “Tutti hanno detto subito la verità e questo mi ha permesso di giocare. Ma a Wimbledon, in campo, ero bianco come un fantasma, le cose non giravano. Anche dopo, il mio feeling con le persone è rimasto timoroso. Sono entrato ad allenarmi nel circolo di Cincinnati e pensavo: come mi stanno guardando? Cosa pensano davvero di me? Lì ho capito chi mi è veramente amico“.
Sul suo stile di gioco, Jannik Sinner descrive: “È un misto tra solido e aggressivo. Ed è polivalente, ma per esempio il gioco a rete non lo so praticare ancora bene. Un giocatore che mi ha fatto crescere tanto è Medvedev. Lo schema del serve and volley non mi appartiene, ma lui mi ha costretto a praticarlo per provare a batterlo. Nel tennis si impara a crescere proprio dal rapporto con il rivale“.
Infine il tennista originario di Sesto Pusteria conclude: “Io sono della scuola che o si vince o si impara. A me perdere spesso con Novak Djokovic ha insegnato tanto. Fa bene, mi sveglia“.