Tennis
La CEO di ITIA è netta: “Jannik Sinner non ha avuto un trattamento di favore, e sulle tempistiche…”
Siamo quasi giunti alle festività natalizie ma, per quanto riguarda il mondo del tennis, tutta l’attenzione è sul caso legato al doping che ha coinvolto Jannik Sinner. Dopo che il numero 1 del mondo è stato scagionato dall’ITIA, la WADA si è subito messa sul piede di guerra e nel corso del 2025 sarà giudicato proprio dal Consiglio dell’agenzia antidoping.
Le polemiche, sotto molteplici punti di vista, hanno colpito sia il tennista altoatesino, sia i suoi accusatori. Nelle ultime ore, tuttavia, si è aggiunto un distinguo importante. Quello di Karen Moorhouse, CEO di ITIA – International Tennis Integrity Agency, che ha tenuto a precisare diversi aspetti su quanto accaduto: “Ogni caso di doping va analizzato in maniera separata, ogni caso è diverso. Jannik Sinner e Iga Swiatek non hanno ricevuto un trattamento speciale rispetto a giocatori come Simona Halep dopo i loro test antidoping falliti”.
Karen Moorhouse prosegue nel mettere i puntini sulle “i” sui casi doping di questi ultimi mesi: “Secondo alcuni i giocatori con uno status più elevato avrebbero avuto trattamenti più morbidi? Tutti i casi sono diversi e ognuno si basa su fatti individuali. Possono anche essere piuttosto complessi, quindi non è giusto guardare due situazioni e fare confronti tra due casi poiché il dettaglio è sempre la parte fondamentale”. (Fonte: TennisWorldItalia).
Australian Open 2025, quanti italiani nel tabellone principale? Anche Bellucci può sperare
“Prendiamo Swiatek e Halep – prosegue la CEO di ITIA come un fiume in piena – il tribunale del TAS ha scoperto che l’integratore della romena era contaminato. Per quanto riguarda Swiatek, il prodotto contaminato era un farmaco. Quindi non era irragionevole per un giocatore presumere che un farmaco regolamentato contenesse ciò che è scritto sugli ingredienti. Pertanto, il livello di colpa era più basso basso poiché c’era ben poco che avrebbe potuto fare ragionevolmente per mitigare il rischio di contaminazione del prodotto. La contaminazione di Halep non era un farmaco. Era un integratore e il suo livello di colpa è più alto. Il punto chiave qui è che è raro trovare due casi uguali”.
Karen Moorhouse incalza anche sulle polemiche legate alle tempistiche delle comunicazioni: “Dicono che le notizie sono uscite solamente a cose fatte? Nell’atletica praticamente annunciano la sospensione provvisoria il primo giorno. Molti sport di squadra non la annunciano affatto. Il tennis ha deciso di non annunciarla per almeno 10 giorni. Ciò concede il tempo per testare il campione B e dà al giocatore il tempo di fare appello contro la sospensione provvisoria. Se il ricorso viene accolto e viene presentato entro 10 giorni, non viene annunciata. Swiatek e Sinner hanno fatto ricorso entro 10 giorni, hanno avuto successo e secondo le nostre regole a quel punto non annunciamo nulla”.