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Sci Alpino

‘La scodata’ di De Chiesa: “Problema sicurezza inesistente a Bormio. Brignone deve vivere alla giornata, Paris in crisi profonda”

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Dominik Paris
Paris / Lapresse

PROBLEMA SICUREZZA: BORMIO ASSOLTA, VELOCITÀ DA RIDURRE

Da anni si parla giustamente di sicurezza ma questa settimana si è parlato a sproposito della sicurezza della pista di Bormio. Si è sollevata una gran caciara per fare polemica ma non so per quale motivo. Il problema sicurezza relativo alla pista di Bormio è inesistente, la pista era stata preparata perfettamente, è una delle più belle al mondo, proprio perché è difficile e faticosa al tempo stesso.

È una discesa spettacolare, con dei passaggi unici, tecnicamente Bormio è la numero uno con curve che si possono fare ad altissima velocità. La preparazione era perfetta, il problema di questi ultimi giorni a Bormio era relativo alla neve perché bisogna rendersi conto che la Stelvio è lunga 3 km e non puoi immaginare che con questo dislivello in 3 km la neve sia tutta uguale, ma lo capisce anche un bambino e chi fa la discesa libera questa cosa la sa bene. C’era il ghiaccio nella parte alta, il 23 e 24 dicembre c’è stato un fortissimo vento che ha asciugato la neve in modo non uniforme: alcuni tratti sono rimasti ghiacciati, in altri la neve è diventata aggressiva! In quella zona è caduto Sarrazin. Il francese, non lo scopriamo oggi, è un fuoriclasse ma a volte spregiudicato, tira sempre al limite e accetta il rischio, lo ha fatto anche qualche settimana prima a Beaver Creek. Quando scii in quel modo metti in conto anche che puoi cadere e farti male. Quella di Sarrazin è stata una caduta terrificante ma poteva capitare in qualsiasi altra pista. Bormio non c’entra nulla. Le polemiche messe in piedi dai francesi, scioccati dal momento, non hanno alcun senso, zero consistenza, zero argomentazioni, anche perché se poi vai in Francia lasciamo proprio perdere…

Detto questo il problema della sicurezza esiste ed è insito nella pericolosità dei materiali che oggi sono esasperati. Se sei sul ghiaccio con i materiali di oggi non c’è rischio di spigolata, se la neve diventa più aggressiva il rischio di una presa di spigolo anomala è sempre dietro l’angolo. I discesisti questo lo sanno benissimo. Tornare indietro a livello di materiali è impensabile, bisogna trovare il metodo con le tracciature per ridurre la velocità. Fare la parte finale della discesa di Bormio ai 118 orari con le gambe stanche dopo quasi due minuti di curve e contro-curve è meno pericoloso che farla a 128 come è accaduto. La tua capacità di reazione è limitata dalla stanchezza e si rischia tanto. Magari non si risolvono tutti i problemi, magari le cadute e gli infortuni resteranno ma sicuramente ce ne saranno meno. Un altro problema riguarda il SuperG, specialità fantastica. Con la tracciatura appannaggio degli allenatori delle diverse squadre ci sono alcune occasioni, vedi Bormio, in cui queste gare sono discese mascherate con velocità altissime senza possibilità di provare il tracciato. A mio avviso è necessario che sia la Fis a tracciare anche i SuperG con canoni precisi per limitare velocità e, di conseguenza, i rischi per gli atleti. È una riflessione da fare in fretta.

Si è parlato anche degli scarponi che sono troppo reattivi ma io ricordo che Alphand, che è stato il più grande discesista degli anni ’90, indossava scarponi che erano burro fuso perché lui voleva avere questa sensibilità bestiale anche sul ghiaccio. Ognuno di questi atleti conosce benissimo le proprie caratteristiche e i propri limiti e se sceglie un materiale reattivo su un terreno ondulato mette in conto che può perdere il controllo. Più che gli scarponi, il problema relativo alla pericolosità dei materiali è più vasto. A me spiace solo che in tante riflessioni pubbliche ho sentito accuse alla pista di Bormio e questo non esiste. Non sono di Bormio, non ho interessi personali ma mi sento di difendere gli organizzatori e chi ha preparato la pista perché lo ha fatto in modo ottimale. Dobbiamo tutti renderci conto che la discesa libera è uno sport pericoloso, chi lo pratica considera una percentuale di rischio, come i piloti di Formula Uno o i pugili. Fare discesa libera non è come andare a fare la spesa. Chi la fa può farsi anche molto male e in questo weekend lo abbiamo capito una volta di più. Purtroppo anche con Pietro Zazzi che ha subito un bruttissimo infortunio, ma anche qui io assolvo la pista e incolpo la velocità. A quelle velocità un impatto del genere non lascia scampo, le strutturi legamentose, tendinee e ossee non possono potenziarsi come quelle muscolari e rimarranno sempre vulnerabili.

È VALANGA SVIZZERA

Si può parlare di Valanga Svizzera, proprio in questi giorni in cui in tv si celebra la Valanga Azzurra. Vincono ovunque, vincono sempre non solo con il fenomeno Marco Odermatt che è un traino incredibile per tutti gli altri. Odermatt è un vero uomo squadra, un trascinatore e attorno a lui sta crescendo una squadra solidissima. Non vince lui e c’è sempre uno svizzero che riesce ad essere protagonista, sul podio o addirittura primo. Ogni settimana ne esce uno nuovo, l’ultimo è Monney. Io adoro Odermatt perché, oltre ad essere uno sciatore sopraffino, è un vero leader, attento a tutti i compagni. Non è un bambino viziato che pensa solo a se stesso ed è sempre pronto a festeggiare i compagni di squadra anche se lo battono. Accanto a lui si impara e si cresce e questo è il vero tesoro della Svizzera. Sta facendo molto bene anche la Norvegia, che ha perso Braathen, ha perso Kilde, che era un po’ l’uomo squadra in stile Odermatt. Arrivava da una stagione difficile e si sta prendendo grandi soddisfazioni, l’ultima con Moeller. In questo caso però il faro è Kristoffersen che è un individualista, per lui la “squadra” non esiste e dunque si può dire che la formazione norvegese si sia compattata quasi nonostante Kristoffersen e anche loro si stanno prendendo delle belle soddisfazioni. Sono pochi rispetto agli svizzeri ma super forti.

L’ITALIA È CASSE 

Partiamo dalle notizie positive. Tanto di cappello a Mattia Casse che è l’uomo di riferimento dello sci azzurro, non solo della velocità, in questo momento. Ha commesso un paio di errori, altrimenti sarebbe potuto salire sul podio due volte anche a Bormio e forse vincere la discesa libera ma le grandi prestazioni restano e quest’anno sembra davvero avere trovato una nuova dimensione: classe, condizione e continuità. È il miglior Casse che abbiamo mai visto, su questo non c’è dubbio e purtroppo, e qui veniamo alle note dolenti, è l’unico uomo su cui l’Italia può veramente contare. Per Dominik Paris Bormio era la cartina di tornasole dopo un inizio di stagione poco incoraggiante, su piste che però storicamente gradisce poco. Sulla Stelvio che invece lo ha visto dominare per ben sei volte in discesa e una volta in SuperG, non è riuscito a cambiare marcia. Ci sono evidenti problemi tecnici, non ha fiducia e si vede. Tecnicamente è sempre sulla difensiva, spesso si inclina di busto verso monte anziché caricare propriamente lo sci esterno ed essere propulsivo. Vedo un regresso tecnico preoccupante che mi ricorda quello di due anni fa da cui era riuscito a riprendersi nella scorsa stagione. Adesso, però, l’età avanza e devo ammettere che nella mia storia di osservatore del mondo dello sci non sono tanti quelli che sono riusciti a rimettersi in carreggiata così avanti con gli anni. Dominik Paris è un campionissimo e spero che trovi la forza mentale e fisica per risolvere i problemi tecnici, magari può scattare la molla e fargli ritrovare condizione e fiducia ma non è facile. È vero che in una carriera fantastica gli basterebbe battere ancora qualche colpo, solo che adesso è in crisi profonda.

BRIGNONE NON DEVE PENSARE ALLA COPPA DEL MONDO

Io non credo che il pensiero di Federica Brignone sia rivolto alla Coppa del Mondo. Sta già facendo tantissimo ad essere a questi livelli alla sua età, vincendo così tanto. Lei vive giorno per giorno e io sono d’accordissimo con lei. Non vuole neanche pensarci alla Coppa del Mondo, se poi arriverà sarà festa grande.  Adesso le vittorie arrivano e se continueranno ad arrivare si tirerà una riga e magari si inizieranno a fare calcoli. Lei deve sciare per fare il meglio possibile in gigante e in SuperG e magari anche in discesa. Poi se qualcuna sarà più brava, tanto di cappello. Federica ha dei lampi di classe straordinari come quello di Semmering. Non so se quella vista in Austria sia la miglior Brignone, ha vinto 29 gare in Coppa del Mondo, a volte anche in condizioni estreme, a volte dominando ancora di più. Difficile decidere quale possa essere la sua migliore versione. Io dico chapeau a questa Federica Brignone e speriamo di poterla vedere ancora per tanto tempo. Quando è in vena nessuno può resisterle, compresa anche Shiffrin e già questo basta a spiegare il livello di classe che ha raggiunto.

Purtroppo anche in campo femminile in casa Italia non sono tutte buone notizie. Dietro alle campionissime Goggia e Brignone, oltre a Bassino e alla ritrovata Curtoni, le più giovani stentano ad emergere e soprattutto a trovare continuità. In questo weekend si è visto davvero poco, sia in gigante che in slalom. Il problema esiste e l’impressione è che questo gruppo faccia davvero fatica. Qualche giovane interessante c’è ma serve maggiore concretezza e continuità.

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