Formula 1
Leo Turrini: “Wolff pensa che Hamilton sia bollito. Ferrari costretta a dargli una macchina competitiva”
Leo Turrini ha analizzato la stagione della Ferrari durante l’ultima puntata di Motor News, trasmissione del canale YouTube di OA Sport: “Non mi aspettavo una Ferrari così. Penso che sia stata un’annata positiva: si sono vinte cinque corse, che sono tante se guardiamo la storia recente del Cavallino. Dopo 12 anni dal duello Alonso-Vettel in Brasile, di nuovo all’ultima gara del campionato avevamo le Rosse in lizza per un titolo iridato. So che sembrano delle consolazioni, però è giusto sottolineare che la Ferrari quest’anno ha trasmesso la sensazione di una crescita: c’è stato un buco nero in estate quando non funzionavano gli aggiornamenti, ma sono stati bravi a reagire e anche ad Abu Dhabi sono stati vicinissimi alla prestazione migliore. Da ferrarista penso che si possa essere soddisfatti“.
L’esperto di motori si è poi soffermato su Charles Leclerc, che ha disputato un’eccellente seconda parte di stagione: “Considero Leclerc una sorta di mio nipote acquisito. Ho letto nel suo linguaggio del corpo (dopo la mancata vittoria del Mondiale costruttori, n.d.r.) il dispiacere di un giovanotto che è profondamente ferrarista nel DNA. Non voglio dire che è una ragione di vita, ma per la sua serenità è fondamentale vincere con la Ferrari, sia con la squadra che a livello individuale. Mi rendo conto che gli sia dispiaciuto tanto, ma in questo atteggiamento vedo una testimonianza di attaccamento alla causa che è una bella cosa“.
L’opinionista di Sky ha poi voluto analizzare l’annata agonistica di Carlos Sainz, che nel 2025 non sarà più in Ferrari: “Nell’ultima stagione Sainz ha dimostrato di essere un hombre vertical, come dicono gli spagnoli. Non so quanti al posto suo sarebbero stati capaci di reagire così, perché c’è rimasto malissimo quando a gennaio gli hanno detto che la sua storia con il Cavallino era agli sgoccioli. Lui pensava di essersi guadagnato una riconferma a medio termine, è stato un colpo durissimo. A volte dimentichiamo che questi piloti sono dei giovani esseri umani con sentimenti, frustrazioni, gioie. Temevo che non ne sarebbe uscito fuori e che avrebbe fatto una stagione da separato in casa invece, nonostante le inevitabili frizioni, è stato un professionista fino in fondo, ha vinto due Gran Premi e se fosse arrivato il titolo costruttori lui avrebbe dato un contributo importante. Penso che lasci un bel ricordo di sé, mi auguro che non dovremo rimpiangerlo: se così fosse vorrebbe dire che Hamilton viene qui per tirare il carrello dei bolliti“.
Approfondito passaggio su Lewis Hamilton, prossimo ad accasarsi alla Ferrari: “Da Toto Wolff in giù pensano che Hamilton abbia finito la carriera, ma io mi aspetto tantissimo: non credo che sia un pugile suonato, ho visto per lui un’annata molto complicata, è dovuto andare da Wolff e dire che se ne andava via, che non credeva più al progetto. Nella dinamica del campionato le attenzioni di Mercedes si sono concentrate su Russell, ma Hamilton ha fatto gare bellissime, ha vinto a Silverstone e credo che arrivi in Ferrari motivatissimo. Non sarà semplice avere nel suo garage uno come Leclerc, che è nel suo giardino di casa e non gli concederà assolutamente nulla. Mi aspetto moltissimo dalla squadra, è fondamentale avere la macchina anche se sei Senna, Schumacher, Hamilton, Leclerc. Dovranno essere bravi perché non puoi mettere insieme questa coppia e poi non garantire una vettura che permetta a loro di giocarsela in tutte le gare”.
Leo Turrini ha poi concluso raccontando la sua gara preferita durante questa stagione: “La mia gara preferita è stata Monza: è stata un’emozione fortissima perché la Ferrari non ci vince così spesso, la gara è stata di grande intensità, la guida di Leclerc è stata meravigliosa. Sapeva che aveva una possibilità facendo una sosta in meno della McLaren. Gli ultimi giri che non finivano mai sono stati da batticuore. È stata una vera vittoria da Ferrari: la F1 è un romanzo nazionalpopolare, non è solo tecnologia ma un impasto tra uomini e tecnica che rende tutto affascinante. Quando la squadra che è un po’ il simbolo dell’italianità ce la fa a imporsi, a Monza, nel tempio della velocità, è impossibile restare indifferenti“.