Tennis
L’Italia del tennis è un asso pigliatutto: i segreti del successo e la sfida al calcio
I fatti parlano chiaro. Il tennis italiano sta vivendo un periodo di grande soddisfazione. Jannik Sinner è senza dubbio la Stella Polare e colui in grado di attirare l’attenzione di tanti appassionati e non attraverso il suo modo di essere e di giocare. Una stagione in cui l’Italia ha chiuso con i successi in Coppa Davis e in BJK Cup, dopo aver vinto grazie a Sinner due Slam, tre Masters1000, le ATP Finals e otto titoli nel massimo circuito.
Non è stato solo Jannik però, perché vanno prese in considerazione le imprese di Jasmine Paolini (n.4 del mondo) in singolare e in doppio con Sara Errani (oro alle Olimpiadi di Parigi) e degli altri azzurri. Vi sono infatti le presenze in tutte le 4 finali Slam, nella top-10 in tutte le classifiche (maschile e femminile, singolo e doppio) e alle Finali di fine anno maschili e femminili in tutte le specialità (singolo e doppio).
Una stagione incredibile che, probabilmente, sarà difficilmente replicabile, se parliamo soprattutto del settore femminile, mentre tra gli uomini la profondità del movimento suggerisce una costanza di rendimento ad altissimo livello. Questi risultati non sono frutto dell’allineamento dei pianeti, come si potrebbe pensare, ma affondano le radici da più lontano.
Sotto la gestione del presidente della FITP, Angelo Binaghi, si è creato un sistema ramificato e delocalizzato in quanto la Federazione, contrariamente al passato, è riuscita a realizzare un link decisamente migliore con i circoli privati, sostenendo tecnici e giocatori. Questo ha fatto in modo che vi fosse anche un cambio di mentalità e una miglior professionalità in cui i tennisti e i propri coach non rimanessero confinati nel proprio orticello, ma facessero esperienze all’estero formative.
Questo ha garantito una maggior preparazione degli allenatori e, di conseguenza, un’apertura mentale spiccata. Sinner non è frutto di questo sistema, perché il ragazzo altoatesino avrebbe potuto nascere anche in un altro Paese e molto probabilmente sarebbe stato quello che stiamo ammirando. Il cambio di passo lo si è notato alla base perché alle spalle di Jannik c’è fermento e non stagnazione. Una situazione che invece a livello femminile deve essere affrontata per un problema di “reclutamento”.
A sostegno di questo discorso ci sono dei numeri. Solo nel mese di gennaio, come riportato dalla Gazzetta dello Sport, il movimento tennistico ha registrato un’impennata del 30% nelle iscrizioni, segno di un interesse crescente per la pratica. A spingere questa crescita contribuisce anche l’iniziativa “Racchette in classe”, che coinvolge circa 400.000 studenti delle scuole primarie, avvicinando i più piccoli a questo sport.
Ma quanti sono i tesserati italiani? Alla fine del 2023 erano 820mila, a fine giugno 950mila, a ottobre 2024 un milione e 27mila. Quando si insediò Binaghi, nel 2001 erano poco meno di 130mila. Numeri in netta crescita anche per i praticanti: si parla di circa 6,5 milioni di persone (padel compreso) con un fatturato che alla Federazione vale 204 milioni di euro contro i 17 milioni del 2001, un abisso. E le previsioni parlano di ulteriori crescite entro quattro anni a circa 240 milioni. Infine i circoli: nel 2024 il numero ha superato quota quattromila aumentando del 29% rispetto al 2019. Il confronto con il calcio è emblematico: mentre il tennis vede questo incredibile incremento, il numero dei nuovi iscritti nell’arte pallonara si ferma a 400.000.
Un fenomeno la cui incidenza c’è anche dai numeri dei botteghini: tutto esaurito alle ATP Finals mentre per gli Internazionali d’Italia che si disputeranno tra fine aprile e i primi di maggio del 2025, quando mancano ancora molti mesi è stato già registrato un +70% di prevendite rispetto all’edizione passata. A essere “contente” sono anche le casse statali visto che le entrate superano il miliardo di euro grazie a un fatturato congiunto di tennis e padel di circa 8,1 miliardi. Certo, ci sarebbe da analizzare il sostanziale aumento dei tickets, secondo una visione imprenditoriale spinta al massimo possibile. Tuttavia, i riscontri finali rafforzano tale approccio.
Un aumento di popolarità perfettamente intercettato dalla FITP che, giustamente, ha lavorato per fare in modo di organizzare grandi eventi in suolo italico, come le ATP Finals citate fino al 2030 e le Finali di Coppa Davis dal 2025 al 2027. Il tutto avallato dalle Istituzioni, ricordando che il Ministero delle Imprese e del Made in Italy è a lavoro per garantire la trasmissione in chiaro più allargata rispetto all’elenco attuale. Si parla di Finali e semifinali di Davis e BJK Cup con in campo la squadra italiana; Finali e semifinali di tornei dello Slam, 1000 e 500 con in campo giocatori italiani.
In buona sostanza, il circolo virtuoso del tennis è un dato di fatto e l’effetto “pop” di questa disciplina è un guanto di sfida lanciato al “Pallone”, visto che dal benzinaio può accadere che si parli più di dritto inside-in o inside-out, piuttosto che del gol in fuorigioco di Pinco Pallino.