Tennis
Nargiso: “Meglio Sinner o Alcaraz? Finirà come Djokovic-Federer”
E che 2025 sarà? Ce lo chiediamo tutti e in ambito tennistico è sempre complicato perché è pur sempre lo sport del Diavolo. Tuttavia, qualche previsione è opportuno farla e OA Sport si è rivolta a chi già nel corso del 2024 si è pronunciato sul futuro dello sport con racchetta e pallina. Ci si riferisce a Diego Nargiso, con un passato da tennista professionista di buon livello nel massimo circuito internazionale e ora coinvolto nelle varie attività della FITP.
Diego, bentrovato. Siamo reduci da un anno particolarmente felice per il tennis italiano. Domanda secca: pianeti che si sono allineati o uno standard ormai fissato?
“Potrei dire un po’ entrambe le opzioni e provo a spiegarmi. Credo che tra movimento maschile e femminile, allo stato attuale delle cose, ci sia una grande differenza ed è inutile negarlo. Jasmine Paolini ha fatto un’annata eccezionale e le ragazze sono state bravissime a prendersi il successo in BJK Cup, ma ciò non toglie che ci sia un gruppo di atlete di una qualità diversa rispetto a quello maschile. Per questo, io penso che tra le donne sarà molto complicato replicare quanto fatto nel 2024, mentre al maschile chissà forse si potrebbe fare anche meglio“.
Cosa glielo fa pensare?
“Il gruppo dei tennisti italiani è forte ed è anche giovane e questo mi fa pensare che ci sia modo di salire ancor più di livello complessivamente. Un movimento trascinato da un fenomeno come Jannik Sinner che mi ha impressionato per il modo in cui è riuscito a vincere, nonostante avesse un problema piuttosto importante da gestire. Avere sempre quel tarlo in testa della positività al Clostebol, non era assolutamente facile da controllare. Lui però è un qualcosa di incredibile mentalmente e alla fine contiamo: 73 vittorie in 79 partite disputate, 8 titoli, 2 Slam, 3 Masters1000, le ATP Finals e la Coppa Davis“.
E nel 2025 chi saprà contrastarlo?
“Carlos Alcaraz in primis e forse Alexander Zverev sono i rivali più accreditati. Gli altri sono molto lontani“.
Alcaraz che ha battuto in tre circostanze Sinner nel 2024 e ha vinto Roland Garros e Wimbledon di seguito. Alcuni pensano che una volta messi a posto alcuni dettagli legati alla gioventù, possa diventare ingiocabile. Lei cosa ci dice?
“Indubbiamente Alcaraz ha punte di gioco superiori a quelle di Sinner e negli scontri diretti l’ha dimostrato. Tuttavia, nessuno può sapere se troverà mai quella consistenza perché forse il suo genio nelle giocate difficilmente si può conciliare con la continuità granitica come quella di Jannik. Facendo le debite proporzioni, il giocatore italiano ha un’ispirazione vicina a quella di Djokovic, mentre Carlitos a quella di Federer, per cui io penso che alla lunga a vincere maggiormente sarà proprio Sinner“.
Per quale motivo?
“Perché Sinner sta continuando a crescere e alzando il livello costantemente, mentre io negli ultimi due anni ho visto Alcaraz mostrare sempre lo stesso tennis: punte sì clamorose, ma fatica nel computo dei 12 mesi. Poi nessuno lo può sapere, però se devo pronunciarmi adesso direi che l’azzurro vincerà di più dello spagnolo“.
Chi fa della vena ispiratrice la sua forza è anche Lorenzo Musetti. Il toscano ha concluso al n.17 del mondo e si è reso protagonista di un’estate 2024 clamorosa per i risultati. Su di lui, però, ci sono sempre delle perplessità e sul suo essere affidabile specialmente in Coppa Davis. Qual è la sua idea?
“Lorenzo è un giocatore fortissimo e l’ha dimostrato per quanto ha fatto nel periodo che ha indicato. Tuttavia, io credo che ci sia un problema sia mentale che tecnico. Ne parlavo anche con Simone Tartarini a inizio 2024 e sicuramente la questione personale (diventare padre) ha inciso non poco, tuttavia io vedo ancora aperta la questione della sua posizione in campo. Per me, è una criticità psicologica e anche tennistica. Lui, quando è stato costretto a giocare più vicino come a Wimbledon, è arrivato in semifinale e dimostrato di far bene anche sull’erba. Nel momento in cui si rifugia dietro e va fuori dal campo, nella sua confort-zone, diventa più vulnerabile, spreca più energie e finisce per perdere delle partite che dovrebbe vincere“.
Quindi lei insiste sulla posizione che assume in campo?
“Decisamente sì, chiaramente è una mia opinione, ma io ogni volta che devo Musetti giocare vicino, nel suo modo di gestire il gioco, credo che possa essere tranquillamente da top-10. Ma se invece si limita solo a manovrare da dietro, mancando di incisività, allora difficilmente può emergere. E credo che questo parta in primis da un approccio mentale, che chiaramente ha dei risvolti tecnici in termini di tempo di risposta ecc.”
E su Berrettini cosa ci può dire, anche sulla base di quanto accaduto nella stretta attualità?
“Su Matteo credo che il vero punto interrogativo sia la condizione fisica. Se sta bene, ha un livello come minimo da top-20, ma se cala atleticamente abbiamo visto che può fare fatica. Ha dimostrato in passato di interpretare bene gli Slam e io spero che riesca a essere al top perché può fare bene in questi eventi“.
Magari a Wimbledon?
“Esattamente…”
A conclusione, non pensa che ci siamo dimenticati di un certo Novak Djokovic?
“Massimo rispetto per un giocatore come lui e la sua storia, però io credo che difficilmente potrà ambire a vincere ancora Slam. Per me quel discorso si limita a Sinner e ad Alcaraz, poi Zverev guida il gruppo dei più immediati inseguitori“.