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Nuoto, il 2025 dell’Italia: serve ancora l’apporto di Ceccon e Martinenghi, incognita ricambio generazionale

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Sara Curtis
Sara Curtis / LaPresse

Le buone notizie in casa Italia non mancano di certo per il futuro del nuoto azzurro. Reduci da una edizione indimenticabile dei Giochi Olimpici, la squadra italiana nel quadriennio che porta verso Los Angeles 2028 non perderà nessuna delle sue punte che hanno tutte espresso la volontà di proseguire carriere costellate già da allori da leggenda.

Gregorio Paltrinieri, il meno giovane degli azzurri, ha già comunicato che non si fermerà prima di Los Angeles 2028 e dunque cercherà ancora di rimpinguare un bottino iridato e olimpico di primissimo livello, Simona Quadarella proseguirà la sua marcia sempre vissuta ad altissimo livello e già queste sono due ottime notizie per gli appassionati italiani.

Non molleranno la presa neppure Thomas Ceccon e Nicolò Martinenghi, i due ori di Parigi che si sono presi un periodo di stacco, inevitabile dopo la rincorsa olimpica che ha dato tantissimo ma anche tolto tantissimo a livello di energie fisiche ma soprattutto psicologiche. Sarà da questi quattro elementi, più qualche altro riferimento, come Alberto Razzetti, reduce da un Mondiale in corta e da una edizione dei Giochi Olimpici di altissimo livello, il gruppo dei velocisti, sempre sul podio dal 2021 nei grandi eventi internazionali con la staffetta 4×100 o, in vasca corta, 4×50 stile libero o come Benedetta Pilato che arriva da un 2024 culminato con il quarto posto olimpico che spingerà la tarantina a cercare nuovi exploit nel quadriennio in arrivo.

Sotto a questi punti di riferimento, veri e propri monumenti del nuoto mondiale, non solo italiano, sta crescendo una nidiata di giovani molto interessanti, alcuni dei quali sono già realtà affermate su ottimi livelli, che può sfruttare il vantaggio che ha avuto la generazione dei campioni di oggi. Nessuno chiede loro di bruciare le tappe per coprire dei buchi generazionali. Sono previsti anche incidenti di percorso, contro-prestazioni senza che si debbano fare drammi perché sopra c’è chi i risultati li fa con grande continuità e dunque evita giudizi affrettati e bilanci sommari che possono destabilizzare chi non ha ancora le spalle larghe per sopportare tutto ciò.

L’Italia non è né l’Australia, né gli USA o il Canada dove spesso i giovani maturano in fretta e danno il meglio di loro addirittura sotto la maggiore età. Qui le Benedetta Pilato, vice-campionessa del mondo a 14 anni, o le Sara Curtis, campionessa del mondo in staffetta a 17 anni, sono le mosche bianche e la normalità sono i Ceccon, campione olimpico a 23 anni, o i Martinenghi, oro a Cinque Cerchi a 25 anni e chiedere agli juniores che se la giochino con i più grandi può rivelarsi deleterio, per il giovane e per chi gli sta intorno.

Detto questo, i giovani ci sono eccome in casa Italia. Gli azzurri arrivano dalla migliore edizione di sempre degli Europei juniores, sono stati protagonisti nel 2022 ai Mondiali giovanili e molti dei ragazzi che si sono presi soddisfazioni a livello internazionale tra le categorie giovanili hanno già fatto il salto verso la Nazionale maggiore.

Già a Parigi la squadra italiana ha dato spazio a tanti ragazzi giovani che potrebbero regalarsi e regalare grandi soddisfazioni. Il nome sulla bocca di tutti è quello di Sara Curtis che quest’anno ha portato a casa ben sei medaglie d’oro agli Europei juniores, ha già disputato la finale olimpica con la 4×100 stile libero, è stata semifinalista nei 50 stile e si preannuncia come una delle velociste più forti tra le emergenti a livello mondiale. Un compito non semplice perché questa specialità è la più frequentata e dunque la concorrenza è sicuramente più ampia.

Restando allo stile libero ma passando al settore maschile i due nomi più gettonati sono quelli di Carlos D’Ambrosio e di Alessandro Ragaini. Il primo si è distinto sia sui 100, sia sui 200 a tal punto da meritare, giovanissimo, la chiamata ai Giochi di Parigi e la presenza nella sfortunata 4×200 stile libero. Il secondo ha vinto il titolo nazionale, si è qualificato per Parigi, ha vinto due ori agli Euro Juniores e forse è arrivato non proprio carico a dovere all’appuntamento più importante ma è un atleta di sicura prospettiva.

Sempre in campo maschile due prospetti interessanti sono Daniele Momoni, oro agli Euro juniores nei 100 farfalla, specialità dove ci sarebbe bisogno di un salto di qualità, visto che i campioni scarseggiano e Daniele Del Signore, altro giovane sulla breccia da un po’ che ha trionfato nei 100 dorso agli Euro juniores, confermandosi ottimo specialista, anche se una volta salito tra i grandi il rischio di dover lottare con un guru della specialità come Thomas Ceccon è elevato.

In campo femminile si sta muovendo qualcosa nel mezzofondo con Emma Vittoria Giannelli che cresce sulle distanze più lunghe e potrebbe essere lei a raccogliere il testimone fra qualche anno di una campionessa straordinaria come Simona Quadarella. Sui 400 ma probabilmente a breve anche sui 200 attenzione alla giovanissima Lucrezia Domina che ha fatto molto bene sia al Settecolli che ai campionati Europei juniores con un ottimo argento, in attesa di altri due prospetti molto interessanti come Valentina Procaccini e la ancora più giovane Alessandra Mao che hanno lanciato segnali molto interessanti a livello giovanile.

A Budapest in vasca corta si sono visti alcuni atleti al debutto assoluto in Nazionale e sono comunque molto giovani. Si parte da Christian Bacico, classe 2005, specialista del dorso. È una grande promessa, a livello giovanile ha centrato diversi podi e in stagione si è migliorato su tutti gli ambiti. L’altro nome caldo è quello di Davide Dalla Costa, specialista come Ragaini e D’Ambrosio dello stile libero. Sia nei 100 che nei 200 si è molto migliorato in questa stagione ed agli Assoluti di Riccione ha rubato l’occhio rendendosi protagonista in più gare, tanto da convincente Cesare Butini a chiamarlo in nazionale per Budapest.

In campo femminile il nome nuovo è quello di Chiara Della Corte, campana, 18 anni, specialista dei misti e brava a vincere con il minimo per Budapest la gara dei 200 misti a Riccione, approfittando anche delle condizioni non ottimali di Sara Franceschi.

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