Tennis
Sinner ancora sotto attacco dagli USA: “Vogliamo i fatti, non le sospensioni segrete”
Jannik Sinner sempre al centro delle discussioni in un modo o nell’altro. La vicenda “Clostebol” tiene banco e l’attesa del giudizio del TAS, posteriore al ricorso della WADA, alimenta i dubbi su quanto è accaduto. A questo proposito, da parte di alcuni colleghi stranieri ci sono dubbi e perplessità su quanto ottenuto dal n.1 del ranking in questa stagione.
Nel corso del podcast “No Challengers Remaining“, Ben Rothenberg e Tumaini Carayol avevano approfondito il modo in cui la grande ascesa di Jannik fosse coincisa anche con una doppia positività a una sostanza proibita. Questo suggeriva di considerare i successi del pusterese siano da considerare con tanti asterischi in quanto, a prescindere dal giudizio finale, non vi è certezza che Jannik non sia dopato. Un ragionamento, però, smentito nei fatti sia dal giudizio di primo grado dell’ITIA e che dalla stessa Agenzia mondiale antidoping che ha deciso di perseguire Sinner per le responsabilità che ha nei confronti del suo team e non per doping.
Oltre a questo aspetto, è la questione legata alla “trasparenza” di cui si continua a parlare soprattutto negli Stati Uniti. Nel corso di uno degli ultimi approfondimenti su Tennis Channel, noto canale americano sui temi chiaramente tennistici, Jason Goodall, stimato giornalista/analista con un passato di giocatore e allenatore, si è espresso senza mezzi termini: “Se un giocatore è risultato positivo come Sinner in due circostanze, dovremmo conoscere i fatti del caso. Perché non lo sappiamo? Voglio più trasparenza e non sospensioni soft e segrete“.
“That was just a blatant lie”
Jason Goodall articulately calling out the blatant lack of transparency in the 2 doping cases. I wonder if he’ll get the same abuse many here have gotten for simply calling a lie, a lie. pic.twitter.com/AoN6jjSKIU— efghijk (@egrrrrrl8446) December 20, 2024
Anche da questo punto di vista, seppur in maniera indiretta, una risposta è arrivata da Karen Moorhouse, CEO dell’ITIA, che a Tennis365 aveva dichiarato: “Dicono che le notizie sono uscite solamente a cose fatte? Nell’atletica praticamente annunciano la sospensione provvisoria il primo giorno. Molti sport di squadra non la annunciano affatto. Il tennis ha deciso di non annunciarla per almeno 10 giorni. Ciò permette di testare il campione B e dà al giocatore il tempo di fare appello contro la sospensione provvisoria. Se il ricorso viene accolto e viene presentato entro 10 giorni, non viene annunciata. Sinner hanno fatto ricorso entro 10 giorni, ha avuto successo e secondo le nostre regole a quel punto non annunciamo nulla“, ha chiarito. Un modo anche per non alimentare un processo mediatico prima del tempo con tutti gli annessi e connessi. Tuttavia, questa atmosfera da “caccia alle streghe” si è palesata in egual maniera.