Nuoto
Paolo De Laurentiis: “Dietro Paltrinieri e Quadarella non c’è nessuno. Curtis può diventare la punta di un nuovo ciclo”
Ultimi giorni di attesa in vista dei Campionati Mondiali 2024 di nuoto in vasca corta, in programma a Budapest dal 10 al 15 dicembre, con l’Italia che proverà a recitare un ruolo da protagonista nonostante la rinuncia di alcune stelle come Thomas Ceccon, Nicolò Martinenghi e Gregorio Paltrinieri. Di questo e di tanto altro si è parlato nella prima puntata di Swim Zone, trasmissione di approfondimento sul nuoto condotta da Enrico Spada e visibile sul canale Youtube di OA Sport, con ospiti Aglaia Pezzato (ex velocista azzurra olimpionica a Rio 2026) e Paolo De Laurentiis, storico giornalista del Corriere dello Sport.
Sulle assenze di tanti big a Budapest, De Laurentiis ha dichiarato: “La Coppa del Mondo post-olimpica devi farla subito, così dopo possono andare in vacanza. Così invece chi viene dall’Olimpiade e fa la Coppa del Mondo, prende un giusto riconoscimento economico e poi si riposa, anche perché questo ciclo olimpico è stato di tre anni. Dopo il 2021 nessuno ha avuto qualche mese per riposare, si sono buttati subito sul triennio verso Parigi e adesso sono tutti cotti. In questa situazione è giusto quindi che non vadano e che si riposino“.
Sulle prospettive azzurre della velocità al femminile, un settore sempre più competitivo: “È un bel percorso di crescita. Adesso ce ne sono due o tre di livello medio-alto, anche se magari ti manca una vera punta che speriamo possa diventare la Curtis. Al momento però il livello medio è oggettivamente alto, soprattutto in un Campionato del Mondo post-olimpico“.
Sull’assenza di ricambi per l’Italia nel mezzofondo: “Dietro a Paltrineri e Quadarella, che a Los Angeles andrà verso i trenta, non c’è quasi niente. Non dico al livello di fare 14’34” in vasca lunga, ma anche di avvicinarti a 14’45”, al momento non c’è nulla. Se ricordiamo le batterie dei 1500 a Parigi, lì devi nuotare 14’44” pronti via per entrare in finale. Per me è colpa di Paltrinieri e Detti, che hanno ucciso le speranze di due generazioni. Quando hai 15-16 anni e c’è un italiano che vince le Olimpiadi, magari ti butti su un’altra gara. Stesso discorso per i 200 stile femminili“.
“L’Olimpiade di Curtis sarà la prossima, non era questa. Ci sarà probabilmente un gruppo di giovani che farà l’ingresso nel mondo olimpico a Los Angeles, per poi fare quella successiva. Di livello altissimo, abbiamo da remare. Ma è giusto così, alla fine parliamo di cicli. Si è chiuso un ciclo e ne sono tutti consapevoli. C’è una leggera frattura tra quello che si è chiuso ed uno che si deve ancora aprire. Il ricambio immediato non è ancora al livello del ciclo che si è chiuso“, ha aggiunto il giornalista del Corriere dello Sport.