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Short Track

Pietro Sighel: “Sto studiando nuove tattiche, mi ispiro a Valentino Rossi. Passare allo speed skating? Una possibilità”

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Pietro Sighel
Pietro Sighel - Credit Dominic Tanguay

Un argento e un bronzo olimpico, un oro e svariate medaglie mondiali e una carriera ancora in cui c’è tanto da scrivere. Pietro Sighel è il presente e futuro dello short track italiano.

Mi fa molto piacere creare empatia e creare emozione con le mie prestazioni che vanno anche oltre i risultati e sono i migliori complimenti che possa ricevere perché noi facciamo sport, oltre che per il risultato, per portare emozioni a noi stessi e alla gente e mi fa piacere che possa accadere questo“, le parole del trentino nella puntata di Salotto Bianco, condotta da Dario Puppo e Massimiliano Ambesi sul canale Youtube di OA Sport.

Sull’inizio di stagione e la tappa asiatica: “Do un 7 all’inizio di stagione. Purtroppo la tappa asiatica sono tre anni che va male: tre anni fa ho buttato via tutte le occasioni da solo, l’anno scorso ero arrivato in una situazione diversa con una forma non eccezionale e mi sono fatto male prima della Finale A della staffetta, proprio a fine weekend, e arrivò una squalifica, quella gara la vidi da fuori e anche quest’anno purtroppo non è andata bene“.

Su come affronta la gara e sullo sviluppo della carriera: “Io mi sento ancora giovane, però rispetto ai miei compagni di squadra mi sento quasi vecchio. Nel nostro sport ci sono sempre più atleti anziani competitivi e la longevità agonistica sta migliorando. Nel nostro sport è fondamentale l’esperienza e soprattutto c’è bisogno delle ‘palle’: non ti devi minimamente fare intimorire. Non devi farti problemi con gli altri, è uno sport di contatto e devi metterti sul piano di quelli più forti. Se ti metti più indietro e non attacchi metti i tuoi avversari in una condizione psicologica di vantaggio“.

Sul nuovo formato: “Il nuovo formato è bello perché dà competitività a tutti ed è più interessante per gli spettatori, ma d’altro canto è più difficile lo sviluppo del movimento perché gareggiano sempre gli stessi, sempre i soliti sei. I weekend di Coppa del Mondo per noi sono molto più stressanti e più difficili con turni più ravvicinati e più intensi. Nello sviluppo è più penalizzante perché ci sono meno atleti che gareggiano, però per lo spettatore è più attraente“.

Sulle prospettive verso le Olimpiadi e la crescita di alcune atlete al femminile: “Sarà molto importante il test event a Milano in vista delle Olimpiadi per capire l’atmosfera e la struttura. Si spera che ci sia equità: la buona fede penso che ci sia sempre, ma ogni tanto qualche dubbio viene su certe situazioni dubbie. Gloria Ioriatti ed Elisa Confortola al femminile stanno crescendo molto e stanno prendendo consapevolezza di quello che valgono. Loro sono sempre più vicine: nelle batterie devono capire quelle che possono battere o no, quando entri in pista devi aggiustare il tiro dal punto di vista tattico e quelle che possono attaccare o meno. Nelle tappe World Tour sono andate anche meglio per la consapevolezza che stanno acquisendo“.

Sui suoi avversari: “William Dandjinou in questa stagione è fortissimo: nel primo weekend era imprendibile, poi mano a mano era più prendibile, ma quando è davanti è davvero difficile da attaccare. Quest’anno nelle batterie lo lascio perdere e non lo calcolo dal punto di vista tattico, mentre in finale provo a batterlo e a studiare un piano per stargli davanti. Park Ji-Won è anche lui fortissimo, ma entrambi possono essere vulnerabili: se rimangono nel gruppo non sono così rilassati e possono andare in difficoltà, sai che tattica faranno. Hanno un raggio d’azione minore rispetto agli altri. A me non piace correre davanti, sto provando a cambiare il mio modo di gareggiare per ampliare il raggio di possibilità, ma a volte ho provato a stare davanti e se sbaglio qualcosa esplodo“.

Sighel ha poi rivelato di avere due riferimenti nello sport: “Io ho sempre stimato tanto Valentino Rossi per come ha fatto crescere il suo sport mediaticamente e ha spostato l’attenzione sul suo sport grazie al suo carisma, è stato un vero e proprio trascinatore. In questo mi piace tantissimo attualmente Max Verstappen che a volte esagera, ma ha un approccio che dovrebbero avere tutti ed è la cosa che manca a Leclerc: a forza di sentire il box, ha pagato di tasca sua le decisioni che ha preso il muretto. Ogni tanto bisogna spegnere la radio. Io in gara non ascolto nessuno, non hai neanche il tempo: ti fidi solo delle tue decisioni“.

Sugli obiettivi in vista dei prossimi mesi: “Nella mia testa c’è di fare bene gli Europei, spero però di trovare la forma in altre gare. Spero di fare bene a Milano perché ci saranno i miei e sarà la gara di casa, anche i Mondiali, poi di gareggiare al meglio possibile: la classifica del World Tour la guardo un po’ sì e un po’ no, poi cerco di accumulare esperienza. I Mondiali saranno a Pechino, quindi auguri (ride, ndr). Questa sarà comunque una stagione di passaggio in vista della prossima che sarà quella delle Olimpiadi e sarà la più importante“.

Sul passaggio eventuale alla pista lunga: “Il mio pensiero è sempre fare lo short track, è una mia passione e non l’ho mai nascosto, però se lo farò è per portare avanti entrambe le discipline e non fare un blocco di short track e un blocco di speed skating. Io mi vedrei particolarmente bene sui 1000: penso comunque che allenamenti su pista lunga mi possano far bene anche per la pista corta. Quest’anno abbiamo lavorato sui 500, ma dobbiamo mettere a posto tutti i pezzi“.

LA PUNTATA INTEGRALE DI SALOTTO BIANCO

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