Sci di fondo
Sci di fondo: Pellegrino ci ha provato, ma era già un fine settimana difficile
Poco da dire: non ci si aspettavano squilli di tromba dal contingente italiano a Ruka e, effettivamente, non ne sono arrivati di chissà quanto grandi. L’apertura della Coppa del Mondo di sci di fondo ha portato alla realizzazione di buona parte delle già viste prospettive, dal ruolo delle grandi potenze alle previsioni soprattutto legate a Klaebo.
In casa Italia, l’unica vera nota di riguardo spetta a un Federico Pellegrino raramente visto avere risultati di tal primo piano nella sprint in classico di Ruka (dove, per paradosso, l’unico podio l’ha ottenuto lontano dal suo terreno preferito). Se son rose fioriranno, si suol dire, e anche la prospettiva di un ulteriore giro di Mondiali (con sprint a tecnica libera) è senz’altro di motivazione, senza contare le Olimpiadi del 2026, ma concentrandoci su Ruka si può senz’altro dire che la questione abbia avuto un buon inizio per lui. In ombra, invece, quasi tutti gli altri forse a pur minima eccezione di Davide Graz, quantomeno in grado di ricominciare a farsi un minimo vedere nella 20 km.
Tra le donne, la scollatura sprint-distance è molto evidente. Quantomeno nella gara veloce Nicole Monsorno conferma i miglioramenti del finale di stagione, anche se il 14° posto significa che nei quarti ci è dovuta rimanere, e anche Caterina Ganz non deve assolutamente buttar via il 15° ottenuto in Finlandia. Il problema è che, nelle gare sulla lunga distanza, il gruppo azzurro si è visto all’inizio delle gare e si è poi rivisto sostanzialmente soltanto all’arrivo, almeno a livello di telecamere.
La prossima settimana comincerà un trittico di gare sprint tendenzialmente favorevoli a Pellegrino, a tecnica libera: Lillehammer, Davos e poi l’inizio del Tour de Ski a intera vocazione italiana. L’augurio è che, oltre a lui, inizino a mettersi in luce anche altri, perché il poliziotto di Nus non potrà di sicuro trainare il fondo tricolore per sempre.