Editoriali

Sport invernali, l’Italia alza la testa con sei podi in un giorno. Snowboard dominante, riscatto short track, segnali dal fondo

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Goggia / Lapresse

All’alba del 14 dicembre, abbiamo vissuto il primo sabato veramente ‘invernale’, da vera e propria abbuffata di competizioni. Peraltro resterà l’unico del mese, perché già il prossimo tante discipline osserveranno una pausa prima degli eventi previsti tra il crepuscolo del 2024 e l’inizio del nuovo anno.

L’Italia si è fatta trovare pronta, incassando ben sei podi complessivi. Continua a rivelarsi trascinante lo snowboard, di gran lunga il miglior sport in questo avvio di stagione per i colori azzurri. Nel PGS di Cortina d’Ampezzo si è materializzata una finale tutta italiana, con Daniele Bagozza che non solo ha sconfitto il veterano Aaron March, ma ha posto la candidatura per giocarsi la Coppa del Mondo generale di parallelo. Si conferma poi un talento sopraffino Jasmin Coratti: a 23 anni si sta rendendo artefice di un’ascesa rapida ed inarrestabile, che potrebbe portarla a diventare in breve tempo una delle big del circuito. Ammesso che non lo sia già, dato che parliamo della quarta in classifica generale. Buono anche l’inizio dello snowboardcross, dove Lorenzo Sommariva, con un pizzico di fortuna che non guasta mai, ha raccolto un prezioso terzo posto, mentre appare ancora in rodaggio Michela Moioli. È piaciuta la 16enne Lisa Francesia Boirai, capace di qualificarsi al debutto nel circuito maggiore.

Nello sci alpino, lo sappiamo, i ricambi scarseggiano da anni. In attesa che Giorgia Collomb e Giovanni Franzoni confermino i recenti progressi, il Bel Paese non può fare a meno delle sue meravigliose veterane per rimanere ai vertici mondiali. Era mancata tanto Sofia Goggia, e la bergamasca non ha tradito al debutto stagionale, cogliendo subito un significativo secondo posto al rientro dopo l’ennesimo grave infortunio. Molto più complessa la situazione nel gigante maschile, ma la terza top10 consecutiva di Luca De Aliprandini induce all’ottimismo: chissà che prima o poi non possa materializzarsi un podio.

Lo short track veniva dalla tappa di Coppa del Mondo a Pechino senza podi. Anche le prime gare individuali a Seul non erano state di certo esaltanti. Insomma, si trattava di un momento difficile per la squadra. Per questo il secondo posto della staffetta femminile, alle spalle del Canada, appare come la classica bottiglia stappata: un risultato che infonderà nuova fiducia al gruppo, e magari sarà replicato domani dagli uomini.

Non è arrivato il podio, ma qualche segnale positivo si è visto anche dallo sci di fondo. Se l’atteso Federico Pellegrino ha mancato l’accesso in semifinale, finalmente è emerso qualche nome nuovo. Come Federica Cassol, ottima decima nelle qualificazioni della sprint in tecnica libera, e Nicole Monsorno, brava ad approdare in semifinale ed alla fine settima nella graduatoria conclusiva. Incoraggiante anche il 16° posto in qualificazione di Martino Carollo, un classe 2003 che sta facendo bene in FESA Cup (equiparabile ad una Coppa Europa dello sci alpino, anche se di livello inferiore). La strada è lunga, ma perlomeno qualcosa inizia a muoversi. Adesso servirebbe un segnale da Elia Barp nelle gare di lunga distanza, dopo aver mancato la qualificazione nella sprint per appena 2 centesimi.

Nel biathlon pesa chiaramente l’assenza della punta Lisa Vittozzi, fuori gioco per tutto il mese di dicembre a causa di un fastidioso problema alla schiena. Fin qui è mancato il podio, tuttavia sia Dorothea Wierer sia Tommaso Giacomel hanno mostrato un potenziale che consentirà loro di provarci nelle prossime tappe: servirà chiaramente aumentare le percentuali al poligono. Sono arrivati segnali positivi anche dal salto con gli sci: due azzurre in top10 (Lara Malsiner ed Annika Sieff) non si vedono tutti i giorni. Continua invece a faticare lo slittino, zavorrato da materiali non all’altezza e da scelte organizzative che non stanno superando la prova dei risultati.

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