Short Track

Suzanne Schulting e Arianna Fontana meritano una puntata di “MythBusters”. Va sfatata la “leggenda urbana” della diaspora da short track a speed skating

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Arianna Fontana - LaPresse

I massimi circuiti dello short track e dello speed skating sono entrati nel vivo, poiché hanno mandato in scena più di una tappa. Tre quelle del “World Tour” della prima disciplina citata, due invece gli appuntamenti di Coppa del Mondo della pista lunga. In questo principio di 2024-25 gli sport sono fortemente legati da quanto compiuto dall’olandese Suzanne Schulting.

L’olandese, classe 1997, dopo essere entrata nella storia come l’europea più vincente di sempre nello short track (tra i suoi successi due ori olimpici consecutivi sui 1.000 metri), si è dedicata allo speed skating. Ha impiegato solamente quattro gare per issarsi sul podio nel nuovo ambito, attestandosi al secondo posto nei 500 metri disputati a Pechino nella giornata di sabato 30 novembre.

Il risultato ha fatto, ovviamente, scalpore. Ha tuttavia generato – almeno alle nostre latitudini – una leggenda metropolitana. Verosimilmente, il fatto che Arianna Fontana si stia a sua volta cimentando nella pista lunga (con tempi e modi completamente differenti rispetto a Schulting, in quanto la lombarda non ha abbandonato “il primo amore”), ha spinto alcuni osservatori a teorizzare una diaspora dallo short track allo speed skating.

Niente di più falso. Schulting e Fontana sono icone dello short track ed è ovvio che una loro presenza nella pista lunga generi grande interesse mediatico. Però, da qui ad affermare che “le tante” stiano passando dall’una all’altra disciplina (come purtroppo si è letto da più parti), è un enorme equivoco. Chi sono “le tante” oltre alle due già prese in considerazione?

Qualcuno scomoderà il caso di Sofia Prosvirnova, coetanea di Schulting. Però la situazione va contestualizzata, poiché la ragazza in questione ha abbandonato Russia e short track dopo aver sposato lo speed skater danese Viktor Hald Thorup. La ventisettenne pietroburghese ha difatti cambiato tutto nella sua vita: cittadinanza, sport e cognome (la si trova nelle liste di partenza come Sofia Thorup). Un rinnovamento che nulla ha a che fare con l’aspetto agonistico, figlio di ben altre dinamiche.

Per il resto, chi sarebbero “le tante”? La giovanissima olandese Angel Daleman è un caso a parte. Si è cimentata con successo in ambedue le discipline a livello giovanile e la sua carriera senior è ancora tutta da scoprire. Si parla però di un autentico fenomeno, nel senso che non si è mai visto nulla di simile in precedenza.

Quindi, è ovvio che Schulting faccia scalpore a livello globale e in Italia vi sia la grancassa rappresentata dalle contemporanee sortite di Fontana nello speed skating. Cionondimeno, affermare che lo short track stia “perdendo i pezzi” in favore dello speed skating è una falsità assoluta.

È bello che si parli di queste misconosciute discipline, ma proprio per questo è bene farlo con cognizione di causa, senza generare falsi miti dettati dall’esposizione mediatica. Se poi quanto compiuto da Schulting spingerà altre a tentare la stessa metamorfosi, è un territorio ancora inesplorato.

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