Sci di fondo
Tour de Ski 2025: Italia, in cinque al femminile. Monsorno per confermare i progressi
Se in campo maschile il contingente italiano al Tour de Ski è davvero ampio, al femminile sono soltanto in cinque ad aver ricevuto la chiamata per la prima volta della competizione a tappe integralmente su suolo italiano. La FISI ha comunicato queste convocazioni: Caterina Ganz, Anna Comarella, Nicole Monsorno, Nadine Laurent e Federica Cassol.
Inevitabile rimarcare come, di queste fondiste, sia stata Monsorno, e soprattutto nelle gare veloci, a rappresentare il meglio, e anche il senso di quel po’ di crescita di un movimento in palese difficoltà da quando Arianna Follis ha chiuso l’attività agonistica, e parliamo ormai del 2011. Oltretutto la condizione della classe 2000 originaria di Varena (un’ormai frazione di Ville di Fiemme che conta 843 abitanti e che condivide con Roma i Santi patroni: Pietro e Paolo) appare buona, visto il settimo posto di Davos: non resta che augurarle di poter brillare anche tra Dobbiaco e Val di Fiemme.
L’altra figura che ha qualcosa potenzialmente da far vedere, almeno a livello di classifica abbastanza valida nelle sprint, è Cassol, anche lei tra le note di crescita positiva in virtù sia dei risultati di FESA Cup e dintorni che di quanto visto ancora a Davos. E va pur rimarcato che dei segnali c’erano già nel finale di stagione passata, quando le qualificazioni le passava costantemente e, in qualsiasi caso, riusciva sempre a comportarsi dignitosamente.
Per quanto riguarda il trio Ganz-Comarella-Laurent, la prima e la seconda andranno senza dubbio con l’obiettivo di chiudere la competizione al Cermis, anche se per l’andamento stagionale appare difficile trovare loro una collocazione in alto. Discorso più sospeso per la terza, classe 2003, che fondamentalmente vivrà queste fasi con un occhio più puntato alla crescita futura. Rimane comunque aperta un’accoppiata di dibattiti: il primo legato al fatto che il contingente è davvero ridotto all’osso, con tutto quel che ne può seguire in termini di discussioni, il secondo fondato sulla mancata chiamata di Maria Gismondi, che pure, pur non partendo “a razzo” in FESA Cup come c’era chi sperava, la sua vittoria a inizio dicembre l’aveva portata a casa.