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Usyk-Fury, dove eravamo rimasti: riviviamo il primo atto con tutte le cinture in palio
Dov’eravamo rimasti? La data chiave è quella del 18 maggio, con Oleksandr Usyk che non solo confermò la sua forza complessiva, ma portò a termine un combattimento rimasto sostanzialmente storico contro Tyson Fury, battuto per una split decision che molto ha fatto parlare.
Ricordarla è ripartire da un combattimento che vide Usyk andare a segno 13 volte in più rispetto a Fury (170-157) anche con una miglior percentuale realizzativa (42%-32%). E se con i jab si è trovato meglio il nativo di Manchester, l’ucraino si è ben più che rifatto di potenza. Ma anche, come dimostrato dal combattimento, anche con la precisione.
Una precisione servita nei round d’apertura a Usyk, capace di interpretare meglio quelle che si sono rivelate essere fasi di studio. Fury si è trovato a poter alzare il ritmo nella terza e nella quarta ripresa, con quest’ultima che si è fatta ricordare per un montante destro allo stomaco da parte del Gipsy King di quelli importanti.
Fury, in quel momento, pareva imbattibile, con la capacità anche di ferire Usyk sopra l’occhio destro e poi creando tantissime difficoltà al suo avversario con il destro. L’ucraino, però, non si fa chiamare The Cat, il gatto, tanto per caso. E siccome i gatti di vite proverbiali ne hanno sette, ecco che il campione in carica è riuscito a girare tutto con due sinistri di peso in due riprese consecutive. Fino al nono round, quello dei 14 colpi uno dietro l’altro in grado di far capire chi era l’uomo al comando.
E al finire delle forze, alla fine è rimasto Usyk il campione, sebbene per split decision: il giudice Manuel Oliver Palermo sul cartellino aveva 115-112 per Usyk, Craig Metcalfe 114-113 per Fury, Mike Fitzgerald, infine, 114-113 per Usyk. Che è Campione del Mondo da oramai più di due anni. Il suo sogno è quello di continuare, quello di Fury di prendersi, una volta per tutte, il regno totale.