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Andrea Gaudenzi: “Sinner non è stato favorito: tutto secondo le regole, abbiamo le prove”

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Jannik Sinner
Sinner / Corinne Dubreuil/ATP Tour

Jannik Sinner ha sconfitto Alex de Minaur e Stefanos Tsitsipas nei due incontri di esibizione andati in scena sul cemento di Melbourne, dimostrandosi in ottima forma in vista degli Australian Open, primo Slam della stagione che andrà in scena proprio in questa località dal 12 al 26 gennaio. Il numero 1 del mondo ha regolato il padrone di casa e il greco senza concedere set, dimostrando un gioco particolarmente convincente e lanciandosi con grande ottimismo verso il grande evento che ci terrà compagnia nelle prossime settimane.

Jannik Sinner farà il proprio esordio nella giornata di lunedì 13 gennaio, quando di fronte si troverà l’insidioso cileno Nicolas Jarry: il fuoriclasse altoatesino sarà atteso da un impegno probante per un essere un primo turno, partirà con tutti i favori del pronostico ma non dovrà sottovalutare un avversario che potrebbe creare dei grattacapi. La difesa del titolo conquistato dodici mesi fa incomincerà dal sudamericano, che per un soffio non è stato testa di serie nel sorteggio del tabellone principale.

Il nostro portacolori gioca chiaramente con l’incognita del processo che sarà chiamato a sostenere nei prossimi mesi, dopo che la WADA ha presentato ricorso al TAS in merito alla sentenza di assoluzione per assenza di colpa emessa dall’ITIA nei confronti del giocatori in merito alla doppia positività al Clostebol riscontrata nel mese di marzo. Sulla vicenda è nuovamente intervenuto Andrea Gaudenzi, presidente dell’ATP, in un’intervista concessa all’agenzia di stampa australiana AAP.

Andrea Gaudenzi è stato molto chiaro:Jannik Sinner non è stato trattato diversamente dagli altri. Ma ogni caso è differente: la gente confonde spesso il processo con l’esito. Credo onestamente che ci sia stata molta disinformazione ed è un peccato. Sono certo al 100% che non ci sia stato alcun trattamento preferenziale. Il processo si è svolto come da manuale, secondo le regole, dall’ITIA. Sono contento che sia l’ITIA a occuparsi di questo, e non succedeva questo negli anni Novanta quando giocavo io. Allora gestire il programma anti-doping era responsabilità dell’ATP o della WTA“.

Il presidente ha poi tolto spazio a considerazioni complottiste:Io ho scoperto dell’assoluzione ad agosto due giorni prima dell’annuncio dell’ITIA, come dovrebbe essere. All’inizio è stato uno shock ma è un procedimento del tutto indipendente, e il caso è stato deciso da un tribunale indipendente. Tanti possono pensare diversamente, perché si tratta di un giocatore italiano e io sono italiano. Ma il processo è stato identico agli altri. A volte un giocatore può fare appello contro la sospensione e vederselo respinto. Altre volte viene accolto: dipende dalle prove, dalle perizie, dal tipo di sostanza. Insomma da un gran numero di variabili“.

La conclusione è stata poi lapidaria:Il caso non è ancora chiuso, la WADA ha fatto ricorso al TAS, la giustizia sta facendo il suo corso. Ma posso assicurare tutti: è stato fatto secondo le regole, abbiamo tutte le prove“.

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