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Basket: Fontecchio, Zandalasini e l’Italia dell’estero. Storie e dati degli azzurri tra Europa e USA
Quando la stagione è arrivata, in quasi tutti i casi, vicino alla metà, e il 2025 ha preso le mosse, andiamo a vedere quel che accade a un lato diverso della pallacanestro italiana. Parliamo, infatti, del gruppo di azzurri all’estero, particolarmente ampio peraltro, e non soltanto ai piani più noti. C’è un alto livello di dettaglio, del resto, da esplorare.
Partiamo dal settore maschile. E, chiaramente, il vertice è rappresentato da Simone Fontecchio, alla sua seconda stagione con i Detroit Pistons (ma prima completa, nei fatti). Un’annata, la sua, a tratti non felicissima, ma che comunque lo ha confermato come giocatore in grado di ben confrontarsi a livello NBA. Massimo di 18 punti in stagione per lui, medie da 6,5 con 2,9 rimbalzi a gara e il 40,4% dal campo. Minutaggio sempre abbastanza costante, nella zona dei 20 minuti di media, a dimostrazione del fatto che la fiducia in lui c’è e nelle rotazioni c’è bisogno anche del suo contributo. Dopo 36 delle 82 partite previste i Pistons sono con un record perfettamente pari, di 18-18, e occupano il settimo posto nella Eastern Conference al momento letteralmente dominata dai Cleveland Cavaliers (31-4). Sempre in chiave NBA non si può non parlare della situazione di Danilo Gallinari, che è fermo in attesa di una chiamata da parte di qualche squadra. Al momento il suo obiettivo è puntato ancora verso gli States, ma chissà se tornerà nei suoi pensieri l’Europa. E, si sa, a Milano si sogna un ritorno alle origini del giocatore indubitabilmente più forte che l’Italia abbia avuto nel corso dell’ultima generazione cestistica.
Chiaramente, va rimarcato il ruolo anche dei giocatori di Eurolega. Due giocano anche insieme, Matteo Spagnolo e Gabriele Procida, ma la stagione dell’Alba Berlino si è finora rivelata ben inferiore a tutte le attese. In Europa c’è l’ultima posizione in classifica, in Germania c’è addirittura il quindicesimo posto. Vero, è un’edizione di incertezza assoluta della Basketball Bundesliga, e vero, la classifica è cortissima (se l’Alba è 5-8, le prime quattro, Bayern, Heidelberg, Ulm e Wurzburg, sono 9-4), ma la brutta situazione rimane. Tra le poche note totalmente positive c’è indubbiamente Spagnolo, 10.6 punti, 3 rimbalzi e 3.2 assist di media nel suo solito stile privo di compromessi. E questo riguarda la BBL, mentre in Eurolega si passa a 10.9, 2.5 e 4.4 Per quel che riguarda invece Procida, efficacia più elevata nel continente (10.4 e 2.6) che in terra tedesca (6.2 e 1.9).
Per quel che riguarda gli altri due, ci si sposta in mondi diversi. Nicolò Melli è tra gli uomini d’esperienza del Fenerbahce, primo in Super Ligi con 12 vittorie e una sconfitta e quinto in Eurolega con 11-7 (e una partita da recuperare, quella con il Paris Basketball). In Europa i punti sono 4.2 e i rimbalzi 3.9, in campionato si sale a 6.9 e 6, ma questo non riflette, né potrà mai farlo, il vero senso di Melli, un giocatore che da tutta la carriera cestistica ha la capacità di andare ben oltre le statistiche, puntando tanto su ciò che va visto con gli occhi alla voce efficacia. Di converso, è appena all’inizio il viaggio di Dame Sarr, integrato nella prima squadra del Barcellona e che più di una volta ha minuti sia in Liga ACB che in Eurolega. Molto raramente lo si vede in campo oltre i 10 giri della lancetta, e questo inevitabilmente si sente nelle statistiche, ma il classe 2006 azzurro oggi sta esplorando un mondo più vasto per un futuro nel quale è tra i nomi su cui più si spera.
All’estero ci sono anche due ulteriori giocatori per quel che riguarda il primo piano. Rimanendo in Spagna, c’è Marco Spissu che a Saragozza ha le chiavi in mano della squadra. E, finora, sta giocandosela con buoni effetti: 9.3 punti e 4.9 assist in una stagione nella quale il Casademont è al momento appena dentro la zona playoff (8-7). Numeri che, però, scendono drasticamente in FIBA Europe Cup: 3.9 punti e 3.4 assist di media. C’è poi il caso strano di Awudu Abass, che ha sì lasciato l’Italia, ma per Dubai, club degli Emirati Arabi Uniti che ha ottenuto l’ammissione nell’ABA Liga (Lega Adriatica) in funzione EuroCup/Eurolega. Se non è il go to guy della squadra, ci va vicino: 12.5 punti di media, solo tre volte non in doppia cifra e una doppia doppia testimoniano l’impatto in una squadra che ha tra gli altri Prepelic, Radosevic, Duverioglu e Davis Bertans, non proprio quattro uomini qualsiasi in tema di basket europeo.
Da ricordare c’è poi la storia di David Okeke: in Italia, per ragioni ben note al pubblico cestistico, non ci può più giocare, ma ha trovato una seconda vita in Islanda e adesso è l’uomo immagine dell’Alftanes, con il quale sta viaggiando a 21 punti di media in un torneo nel quale la squadra è a quota 5-7 in classifica.
C’è poi l’altro grande capitolo, quello degli italiani in NCAA (generalmente Division I). Un universo nel quale si fa fatica a districarsi, il più delle volte. Si riassumeranno qui le cose per sommi capi. C’è il capitolo di chi ha cambiato università: Niccolò Moretti (Florida Atlantic Owls) viaggia a 7.2 di media (e 19 contro Indiana State), Abramo Canka (Stetson Hatters) sta finalmente trovando spazio e punti dopo le sfortune a UCLA e Wake Forest e va a 9.5, Emmanuel Innocenti (Gonzaga Bulldogs) è in una stagione di transizione e con poco campo visto, Giovanni Emejuru (George Mason Patriots) sta tenendo medie di poco inferiori a quelle di Siena (quella in Texas, non in Toscana), a 8.9 punti e 5 rimbalzi di media.
Poi ci sono quelli che sono rimasti dov’erano, e tra questi il migliore è Leonardo Bettiol (Abilene Christian Wildcats), che per non avere tiro e non essere un 5 fa il 4 dentro il pitturato molto bene: 15 punti di media finora. Molto più marginali tutti gli altri, con Davide Poser (New Hampshire Wildcats) unico ad avere più spazio, sempre molto sopra i 20 minuti di media con 5.9 punti e ottimo rendimento dall’arco. Poco da dire, perché poco hanno fatto o potuto fare, Riccardo Ghedini (Davidson Wildcats), Nicolò Nobili (Boston University Terriers; rende più in casa che fuori) e Matteo Picarelli (Temple Owls). Francesco Borra è fuori per la stagione per infortunio al crociato (ed è già il secondo).
Invece, tra i debuttanti, Gabriel Pozzato (Evansville Purple Aces) vola a 15.4 punti di media, anche se il suo college non è tra le prime forze della Missouri Valley Conference. Qualcosa combinano Stefano Faloppa (UT Martin Skyhawks), 3.7 punti e 3.9 rimbalzi di media, e Michelangelo Oberti (Pennsylvania Quakers, 2 punti e 2.7 rimbalzi, ma tende ad avere spazio); nulli o quasi minutaggio e impatto di Riccardo Greppi (Wisconsin Badgers), Timoty van der Knaap (Bradley Braves), Mario Brunetto (Eastern Michigan Eagles), Alfredo Addesa (Lehigh Mountain Hawks).
Non va comunque dimenticato che, in giro per l’Europa, ci sono anche vari giocatori che circolano nelle varie minors, con casi più o meno particolari tra Austria, Bulgaria, Francia, Germania, Grecia e Spagna (questo senza contare i molti italiani che fanno una puntata in Svizzera).
Passiamo ora al capitolo femminile. Un capitolo che, chiaramente, ha in Cecilia Zandalasini la sua figura di massima importanza. Fino ad ora il suo impatto al Galatasaray, tra le squadre più forti di EuroCup e che anche nel campionato turco il suo lo fa, è importante, e sta andando di grande costanza: 10.8 punti e 4.8 rimbalzi di media, mai troppo sopra, mai troppo sotto nella competizione continentale. Qualcosina meno in campionato, ma parliamo di una squadra dove deve condividere il campo con gente come Brianna Fraser, Julie Vanloo, Jisu Park, Ayse Cora e in cui Anete Steinberga, che a Venezia ricordano bene, ha impatto molto relativo.
La seconda giocatrice più in vista lontano dai nostri confini è indubitabilmente Francesca Pasa, che con la Virtus Bologna si era guadagnata l’ingresso nel giro della Nazionale. Ora si è spostata in Francia, all’ASVEL Femenin di Lione, e sta facendo decisamente bene al fianco di un’altra vecchia conoscenza della Serie A1, Julie Wojta. Per Pasa 9.8 punti e 4.2 assist di media nella Ligue Femenin de Basketball (alias La Boulangerie Wonderligue) e anche in EuroCup le cose vanno bene (8.1 e 5.3). In altri termini, la sua prima esperienza estera può definirsi validissima.
Anche qui vale la pena ricordare un paio dei nomi che si sono visti o sono tuttora all’estero. Quel “si sono visti” riguarda Elisa Policari Faustini, che ha passato alcuni mesi al Kibirkstis di Vilnius, in Lituania, entrando spesso dalla panchina e realizzando quando necessario (4 punti di media in EuroCup, 2.2 in campionato), prima di riprendere la strada dell’Italia e firmare in A2 con San Giovanni Valdarno. Il tutto mentre in Slovacchia, allo Slavia Banska Bystrica, gioca Elisa Pinzan, andata a misurarsi con una lega dai tanti nomi nobili in cui questa squadra sta un po’ “rompendo” l’asse di Kosice (Young Angels e CBK), Ruzomberok e Piešťanské Čajky. Per la play già in NCAA oltre 12 punti e 6 rimbalzi di media. Tra le altre, giocano all’estero anche Nicole Torresani (al BBC Sparta Bertrange in Lussemburgo), Micol Torresani (all’Ullern IF Oslo in Norvegia) e varie altre che navigano tra Slovenia, Gran Bretagna e minors in Spagna e Germania, fermo restando di nuovo il caso particolare della Svizzera.
E veniamo al capitolo finale, quello della NCAA. Dove, chiaramente, i nomi importanti, anzi importantissimi, sono due. Uno è quello di Eleonora Villa (Washington State Cougars), che viaggia a 13.9 punti, 3.9 rimbalzi e 3 assist di media con il 44,4% dal campo, tenendo medie pure più alte della scorsa stagione e risultando reale punto di riferimento della sua squadra, ancor più al secondo anno. L’altro è quello di Vittoria Blasigh (South Florida Bulls), che pur scendendo di vena realizzativa (9.8 punti) tira meglio, con un 43,5% generale che l’anno scorso non vedeva in buona sostanza, segno di come la selezione dei tiri sia diventata migliore.
Al quarto anno Silvia Nativi (Northern Colorado Bears) ha lasciato Louisiana Tech, e ora sta viaggiando a 4.9 punti e 2.1 rimbalzi di media, ma più che ai punti il suo discorso è legato alla solidità (e infatti è spesso in quintetto). Laura Toffali (Missouri Western State) ha cambiato aria dopo due anni a Kennesaw, e per ora la cresciuta a Costa Masnaga viaggia a 6.8 punti di media, ma la cosa buona è che i minuti sono saliti ben oltre i 20 ogni volta che scende in campo. Buone anche le situazioni di Anna Rescifina (American University Eagles) con 6.7 punti di media, Ndack Mbengue (UTEP Miners) con 7.4 e 6.9 rimbalzi, confermando quanto già fatto vedere in Division II (Cowley Tigers), Promise Keshi (Stetson Hatters), 5.4 punti, 3.4 rimbalzi e una storia tutta particolare.
C’è poi il caso diverso di Alice Recanati (Eastern Kentucky Colonels, che per la particolare regola della redshirt sophomore ha potuto spendere un anno in più nel suo ateneo, dove viaggia a 11.9 punti, 5.1 rimbalzi e 4.5 assist di media. Meno importanti, a causa dello spazio più rarefatto trovato, le cifre di Clara Rosini (Georgia State Panthers), Nicole Benini (Seattle U Redhawks) e della pur potenzialmente futuribile, nel suo, Sofia Ceppellotti (North Alabama Lions). Bene, ma in un college con meno pedigree, a Salt Lake City, Laura Di Stefano. Gioca invece nella NAIA (la seconda organizzazione più importante) Benedetta Peracchi, che è parte di LSUA, dove a Louisiana State University si aggiunge Alexandria.