Tennis
Il rischio di una lunga squalifica per Jannik Sinner. La CEO dell’ITIA chiarisce i motivi
La famosa spada di Damocle. Jannik Sinner sarà chiamato a una prova molto complicata nelle prossime settimane: proseguire nel suo incedere vincente nel massimo circuito del tennis, confermandosi il migliore. Il primo appuntamento di una certa rilevanza sono gli Australian Open (12-26 gennaio). A Melbourne, l’altoatesino cercherà di confermare il titolo del 2024 e nello stesso tempo non dovrà farsi condizionare dalla vicenda “Clostebol”.
Il caso di positività alla sostanza contenuta nell’arcinoto Trofodermin è una questione aperta, tenuto conto del ricorso al TAS della WADA, in attesa di sapere quando il Tribunale Arbitrale dello Sport si pronuncerà in merito. Si fanno tante ipotesi e si pensa che il verdetto possa arrivare nel mese di marzo (2025). Una situazione complicata che Jannik sperava di aver chiarito.
Il Tribunale Indipendente convocato dall’ITIA (International Tennis Integrity Agency) aveva completamente scagionato da tutte le accuse il n.1 ATP, avallando l’applicazione dell’articolo 10.5 del regolamento antidoping “nessuna colpa o negligenza“. In altre parole, in primo grado si era giunti alla conclusione che Sinner avesse fatto tutto il possibile per non entrare in contatto col Clostebol, non essendo a conoscenza del prodotto “Trofodermin” e dell’utilizzo del fisioterapista, Giacomo Naldi, sul suo dito ferito.
L’Agenzia mondiale dell’antidoping ha fatto appello, non mettendo in discussione l’involontarietà di questa “contaminazione”, ma avendo da questionare sulla colpa o negligenza di Sinner, in quanto gli errori evidenti del suo staff devono ricadere su di lui per il concetto di “responsabilità oggettiva”. Secondo le norme, la WADA vorrebbe adottare l’articolo 10.6.2, ovvero per un caso di in cui l’atleta non presenti colpa o negligenza significativa ma non possa imputare la positività a un “prodotto contaminato” come il Trofodermin che contiene il Clostebol.
In questo senso, il tennista nostrano rischia un minimo di un anno e un massimo di due, senza la possibilità di sconti proprio per via della positività della sostanza in questione. In un’intervista esclusiva concessa al sito tennis365.com vi è questa conferma da parte della CEO dell’ITIA, Karen Moorhouse: “Se risulti positivo a una sostanza vietata, il punto di partenza per una possibile squalifica è di quattro anni. Se si può dimostrare che non sia stato intenzionale, la pena si riduce a due anni. A questo punto si devono fare delle differenziazioni. Nel caso di Swiatek parliamo di un prodotto contaminato (medicinale), mentre per Sinner c’è la complicazione che il suo sia un prodotto non contaminato, in quanto il fisioterapista ha usato sul suo dito il prodotto in questione che conteneva il principio attivo dopante. Per questo, l’intervallo della squalifica va da uno a due anni“, ha dichiarato.
“So che la WADA ha affermato che il motivo del ricorso si concentra sul fatto che il giocatore possa avere una responsabilità, rispondendo all’articolo in cui si parla di ‘nessuna colpa o negligenza significativa’. Il Tribunale Indipendente di primo grado aveva ritenuto che Sinner non avesse alcuna colpa o negligenza, avendo usato la massima cautela possibile. L’Agenzia mondiale antidoping contesta ciò“, ha aggiunto Moorohouse.
Da questa spiegazione, si può comprendere come la partita al TAS si giochi sull’applicazione del 10.5 o del 10.6.2, in riferimento al regolamento antidoping, dal momento che la considerazione del Clostebol come sostanza non specificata porta all’applicazione di una norma precisa in caso di condanna. Certo, l’obiezione che giustamente ha fatto nelle scorse settimane il collega/analista Massimiliano Ambesi è stata anche quella che il menzionato Clostebol, per l’uso che se ne fa e la reperibilità sul mercato, andrebbe ritenuto una sostanza specificata. Chiaramente, questo cambierebbe le cose (articolo 10.6.1), ma considerando le norme alla lettera il quadro è quello descritto. Di conseguenza, Sinner potrebbe rischiare di lontano dai campi per almeno un anno, con tutti gli annessi e connessi in termini sportivi e di immagine.