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Il tabellone di Matteo Berrettini agli Australian Open: strada durissima per arrivare a Sinner

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Matteo Berrettini
Berrettini / LaPresse

C’è poco da girarci intorno: il tabellone di Matteo Berrettini agli Australian Open è forse tra le cose peggiori che potessero capitare al romano, per certa misura. Tutti giocatori già affrontati, o in forma, o comunque incognite, ma nessuno senza un certo tipo di notorietà tennistica pregressa. In breve, avrebbe preferito ben altro per cominciare l’avventura del 2025.

Primo turno che sa già di rivincita, quello del capitolino. Il fatto è che è l’altro a doversela prendere: il britannico Cameron Norrie, infatti, uscì battuto dalla finale del Queen’s nel 2021, quando entrambi i giocatori erano in una situazione migliore dell’attuale. Intendiamoci, potrebbe non essere lui l’ostacolo reale anche se ha raggiunto i quarti a Hong Kong (perdendo con un redivivo Kei Nishikori), ma steccando completamente ad Auckland, dove si è fatto sorprendere dall’argentino Facundo Diaz Acosta. Oggi qui il favorito è abbastanza chiaramente Berrettini, per momento e possibilità tennistiche.

I guai iniziano al secondo turno. Un po’ stranamente con il danese Holger Rune ci scherzava giusto un paio di giorni fa, nell’esibizione messa in piedi dal suo sponsor, la Red Bull. Ora può averlo davanti come secondo avversario, e già di suo non è una bella notizia per lo status di Rune. Aggiungiamo poi che con il classe 2003 non vince dal 2022 (1-3), e il gioco è fatto. Va pur detto che gli incontri sono sempre stati piuttosto lottati, e i due del 2024 sono finiti al terzo. Prima volta eventuale a livello Slam l’uno contro l’altro, a meno che Zhizhen Zhang abbia piani diversi (con il cinese esiste un unico precedente risalente a un’era tennistica fa, alias primo turno delle qualificazioni a Pechino 2018).

Terzo turno: Hubert Hurkacz. Con il polacco ha vissuto diversi momenti di lotta importante, ma il principale ricordo è legato alla semifinale di Wimbledon 2021, quella vinta dal romano in quattro set e che costituisce ad oggi l’unica occasione in cui un azzurro è riuscito ad approdare in finale ai Championships. Precedenti complessivi 2-1 per Matteo, ma oggi le traiettorie tennistiche portano a preferire Hurkacz. Anche se si tratta di un’incognita, essendo stato altalenante in United Cup e con l’olandese Tallon Griekspoor al primo turno (eventualmente gira anche il vincitore del derby serbo Kecmanovic-Lajovic).

Poi, Jannik Sinner. Che, per quanto abbia un tabellone a tratti con situazioni che avrebbero potuto essere diverse, è pur sempre il numero 1 del mondo che ormai ha uno status che non è nemmeno necessario ribadire. Con l’altoatesino c’è stata la grandissima sfida di Wimbledon a livello di secondo turno; un’altra almeno della metà del valore di quella avrebbe indubbiamente molto da raccontare, ma intanto rimane la necessità di arrivarci. Poi si può parlare di tutti gli altri (Tsitsipas, de Minaur, Fritz, Medvedev), ma è l’ottavo che rischia di presentarsi come fine della corsa, qualora dovesse riuscire a superare i pesanti ostacoli di secondo o terzo turno.

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