Tennis
Joao Fonseca sulle orme culturali di Sinner. E la citazione di Federer…
“Come dice Roger, il talento non basta senza il duro lavoro. Bisogna lavorare duramente ed io mi impegno molto. Io ed il mio team lo sappiamo“. Parole di Joao Fonseca, subito dopo aver travolto in tre set il numero 9 al mondo Andrey Rublev al debutto assoluto in un tabellone principale di uno Slam in occasione del primo turno degli Australian Open 2025.
Il giovane fenomeno brasiliano sta bruciando le tappe e sembra già pronto a competere per traguardi importanti a soli 18 anni, grazie ad un gioco spumeggiante e soprattutto ad una mentalità da campione, sulle orme del numero 1 ATP Jannik Sinner (che ha basato proprio sulla cultura del lavoro la sua carriera tennistica). “Quello che mi piace di più guardare e in cui mi identifico di più è Sinner. Mi piace il suo gioco aggressivo, il modo in cui gioca è quello a cui mi ispiro. Mentalmente forse è un po’ più calmo, è un ragazzo timido e mi piace il suo modo di gareggiare“, aveva dichiarato alcuni mesi fa il sudamericano.
Oggi, nella conferenza stampa post-partita, Fonseca ha poi detto: “È tutto nuovo per me, ma ho giocato una grande partita. Sono molto felice. Sono orgoglioso di come ho lottato e della mia mentalità in ogni punto. La mia prima vittoria in uno Slam, prima vittoria contro un top10, prima volta nel main draw di un Major. Ho ricevuto un sacco di messaggi. Oggi mi sembrava di essere a casa, un terzo del pubblico era brasiliano e tifava per me, cantava il mio nome. È stato bellissimo. Amo giocare con il pubblico, quindi per me è stato fantastico“.
“Sentivo la pressione, ma non mi consideravo il favorito. Sono entrato in campo sapendo che io sono un ragazzo di 18 anni e Rublev è un top10, anche se ero comunque fiducioso e sapevo di poter vincere, senza mettermi pressione. Ovviamente, in vantaggio di due set, ho cominciato a pensare un po’ di più che stavo per vincere la partita e avevo bisogno di concentrarmi e di continuare a spingere. La tensione è arrivata, ma sono rimasto solido mentalmente. Quando sono arrivato a Melbourne l’obiettivo era il tabellone principale, ma ora le aspettative sono più grandi. Voglio ancora di più, penso sia questa la mentalità del campione, quindi adesso penso solamente al prossimo match“, ha aggiunto il classe 2006.
Sul suo idolo d’infanzia: “Il mio idolo è sempre stato Federer, sono cresciuto guardandolo. Tutti ovviamente volevano giocare come Roger. Quando ero più piccolo ho anche provato il rovescio a una mano per una settimana, ma poi avevo qualche fastidio al gomito e ho capito che era meglio tornare a giocarlo a due mani“.