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Ludovico Blu Art Viberti: “Lo spareggio olimpico mi ha segnato, l’esperienza in America mi è servita”

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Ludovico Viberti
Viberti / Lapresse

Ludovico Blu Art Viberti è stato il grande ospite dell’ultima puntata di Swim Zone, trasmissione di approfondimento sul nuoto condotta da Enrico Spada e Aglaia Pezzato (ex velocista azzurra olimpionica a Rio 2026), visibile sul canale Youtube di OA Sport. Il nuotatore piemontese si è reso protagonista di una crescita impressionante a partire dal 2023, partecipando ai Giochi Olimpici di Parigi 2024 e diventando ormai a tutti gli effetti uno dei big della rana italiana.

Ci sono state tante cose. La prima volta in nazionale ai Mondiali di Doha a febbraio, le Olimpiadi ed in precedenza tutto il percorso di qualificazione per Parigi, quindi il Settecolli. Poi i Mondiali in vasca corta a dicembre. Molte cose belle, qualcuna che non è andata come speravo ma nel complesso molto bene“, dichiara l’azzurro.

Sul fatto di non essere stato un talento molto precoce, avendo effettuato il salto di qualità dopo i 20 anni:La fiducia c’è sempre stata, io lo sapevo. Nella mia società, il Centro Nuoto Torino, mi hanno sempre insegnato che è un percorso lungo e graduale, richiede molta pazienza e tanto lavoro. Durante la mia carriera sono sempre migliorato anno dopo anno, ma a parte il 2024 non ho mai fatto dei salti incredibili. Ho sempre rispettato un po’ le tappe, non avevo mai fatto nazionali giovanili, avevo vinto qualche medaglia ai Criteria ma poca roba“.

Io adesso sono con il mio allenatore da 5-6 anni e anche lui ha sempre avuto fiducia in me e ha sempre pensato che un giorno questi grandi risultati sarebbero potuti arrivare. Un anno fa a gennaio mi ero appena qualificato per i Mondiali e ci stavamo preparando per Doha, con il mio obiettivo che era quello di entrare in finale per essere tra i migliori otto al mondo e poi giocarsela. Ne stavamo parlando con lui e a un certo punto mi dice: ‘Sì sì va bene, ma io sto già pensando a come farti arrivare in finale alle Olimpiadi’. Non mi ero neanche ancora qualificato per Parigi e lui stava già pensando alla finale olimpica. C’è sempre stata questa intesa tra di noi, lui è molto ambizioso ed è una caratteristica che ho anch’io, quindi mi sono sempre trovato bene con lui“, racconta Viberti a proposito del suo rapporto con Antonio Satta.

Sulla mancata finale olimpica a Parigi dopo la sconfitta nello spareggio con il tedesco Imoudu:Lo spareggio alle Olimpiadi penso che me lo porterò dietro per tutta la vita. Ero nella seconda semifinale, ho visto di essere arrivato quarto e ho fatto due calcoli veloci rispetto alla semifinale precedente e ho pensato di essere dentro. Poi dopo 15 secondi ho visto che c’era un altro quarto, e quel momento lì me lo ricorderò per sempre. Poi ho fatto lo spareggio e com’è andata è andata, però avessi centrato la finale olimpica starei qui a dire che ci sono state tantissime cose belle e pochissime brutte, ma quella cosa lì mi rimarrà“.

Sulla sua esperienza negli Stati Uniti: “Quell’anno è stato importantissimo. Era la stagione 2021-2022, io finito il liceo avevo questo sogno americano e tanta curiosità verso quel mondo lì, quindi ho deciso di partire e andare in America sia a studiare che a nuotare. Sono finito in questa università in Florida sicuramente molto buona a livello di studio, ma non tantissimo dal punto di vista natatorio perché era divisione 2. Quell’anno lì ho faticato un po’ a livello natatorio, anche perché l’allenatore non aveva molta esperienza ed in squadra non c’era il livello che mi aspettavo, quindi sono rimasto deluso. Io ero partito per fare quattro anni, tutto il percorso, poi alla fine di quella stagione quando sono tornato a casa ho capito che il nuoto era la mia priorità. Ero stato troppo male a vedere i miei avversari che andavano forte agli Assoluti mentre io non potevo difendermi perché magari non ero al top. Lì ho pensato: ‘Ho 20 anni, se non ci provo adesso quando ci provo’. Era il 2022 e mancavano due anni alle Olimpiadi. A Torino c’era una squadra molto buona, compagni di allenamento forti che mi stimolavano, quindi ho scelto di tornare in Italia per provarci“.

Sulle sue caratteristiche in base alle varie distanze: “Il 200 lo facevo quando ero un po’ più giovane. Il 100 mi è venuto sempre molto bene, sul 50 magari c’è ancora un po’ di margine. La preparazione che ho fatto in questi anni è sempre stata sul 100, ed il 50 mi è uscito sempre naturale. Non ho mai fatto lavori di potenza particolari in palestra o di esplosività, qualcosa sì, ma non mi sono mai concentrato sul 50. Questa cosa però non mi è mai successa con il 200. Da giovane preparavo anche il 200, l’ho fatto fino alla categoria cadetti 2, ma facevo sempre fatica a farlo in modo facile e mi usciva poche volte l’anno. Da sempre faccio molta più fatica a nuotare a rana a ritmi più lenti, quando abbassi la frequenza, forse perché ho una gambata molto stretta. Tutte cose che non aiutano“.

Sugli obiettivi per il 2025: “Adesso stiamo lavorando, perché mancano un po’ meno di tre mesi agli Assoluti, quindi è un periodo abbastanza lungo se consideriamo che i Mondiali in corta sono finiti a metà dicembre. L’obiettivo è quello di qualificarsi per i Mondiali in lunga, sia nei 100 che nei 50. La rana maschile sta raggiungendo un livello molto alto e penso che a Singapore vedremo una cosa molto simile a Budapest: una densità assurda. Poi penso ci saranno tutti i migliori ed entrare in finale sarà una sfida. Noi italiani però abbiamo un livello molto alto e siamo abbastanza abituati a giocare sul filo dei centesimi, dovendo mettere la mano davanti a quello di fianco e spingendo da subito già in batteria. Sarà molto stimolante, speriamo di esserci“.

VIDEO INTERVISTA LUDOVICO VIBERTI