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Sci di fondo

Maria Gismondi: “Mi ispiro a Johaug, devo gareggiare con le migliori per crescere. I complimenti di Bjoergen…”

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Maria Gismondi
Gismondi / Marco Trovati/ Pentaphoto

Da Subiaco con furore, si potrebbe dire. Maria Gismondi, dalla scorsa stagione, è inevitabilmente tra le più grandi speranze dello sci di fondo italiano. E lo è a ragione, visto che a livello junior ha vinto la medaglia d’oro mondiale nella 20 km mass start. Ora la strada verso l’alto è tracciata, e lei ha intenzione di percorrerla fino in fondo. L’abbiamo raggiunta per un’intervista in cui ha tracciato il bilancio di un’annata finora non proprio andata secondo i piani, ma con la quale è pronta a riprendersi,

Come hai usato questo periodo lontana dalle competizioni?

Sono stata un po’ con il mio fidanzato, Martino Carollo, a Dobbiaco prima che iniziasse il Tour de Ski e poi sono tornata in Val di Fiemme, dato che faccio base nella caserma della Polizia a Moena. Sono venuti qualche giorno i miei genitori a Moena dopo Natale, siamo stati qualche giorno insieme, ho cercato un po’ di recuperare le energie dal primo giorno di gare e anche un po’ la salute, perché non sono al 100%, per poi fare di nuovo un po’ di allenamento“.

Che cos’è successo?

Sono un po’ raffreddata, malanni di stagione. Poi prima delle gare a St. Ulrich ho avuto anche l’impegno del corso della Polizia e il giuramento, perché sono stata arruolata quest’anno a giugno. Il corso dura 6 mesi, per cui quest’autunno sono stata un po’ impegnata con questo. Il giuramento l’abbiamo fatto a metà dicembre, ora mi sono tolta anche quest’impegno e posso procedere più serenamente nella mia stagione“.

Quando ritornerai in gara?

Dovevo andare a Oberwiesenthal, però non sto ancora benissimo di salute. Sono qua in Val di Fiemme“.

Si sente che il corso ha comunque influenzato l’andamento della stagione, nel senso che in termini di risultati volevi fare di più o, stante la situazione, va bene così?

Sicuramente non sono mai riuscita a essere al 100% fino ad ora. Non ho fatto un inizio di stagione devastante, ho visto una gara a Slingia, ma non sono mai riuscita ad esprimermi come potrei. Spero nel breve di trovare la condizione, che fino ad ora non è mai stata al top. Poi ho avuto un po’ di malanni e di impegni e non sono riuscita a esprimermi bene come potrei“.

In sostanza, nella seconda parte di stagione vorresti riprenderti un po’ di soddisfazioni.

Esatto“.

Per te quali sono le prospettive nella seconda metà di annata?

Intanto spero di rimettermi e di fare i Campionati Italiani al Lago di Tesero, poi il mio obiettivo è ai Mondiali Under 23 e, facendoli bene, qualificarmi per i Mondiali di Trondheim e per le gare di Coppa del Mondo nella seconda parte della stagione“.

Parlando di Mondiali, hai vinto quelli junior. Che sensazioni hai avuto in quel momento e in quella gara?

In quella gara stavo bene, ero veramente contenta perché il tanto lavoro fatto fino a quel momento mi aveva ripagata. Non è però stato un punto di arrivo, vorrei prenderlo come un punto di partenza per cercare di migliorarmi e fare sempre meglio. L’obiettivo è quello di andare forte nella categoria assoluta e di correre in Coppa del Mondo, perché ci si allena tutto l’anno per cercare di arrivare nel massimo circuito“.

L’hai fatto 35 anni dopo Stefania Belmondo. Qualcuno vi paragona per stile.

Qualcuno ci paragona un po’, magari anche perché lei quando sciava faceva tantissimo ritmo e anche io ho un po’ questo stile, di fare tantissima frequenza. Poi vado forte in salita come lei, ci paragonano per queste cose qua“.

Hai ricevuto i complimenti di Marit Bjoergen: come ci si sente a sentirseli rivolgere da una figura così storica?

E’ stato veramente bello! Quando eravamo a Livigno, a novembre, a un certo punto ho incontrato lei con due ragazze norvegesi in pista, stavano facendo un lavoro. Anche io stavo facendo del medio e mi hanno fatto i complimenti per la mia tecnica, di lì abbiamo un po’ parlato e sono rimasta molto contenta per questa cosa. Ricevere dei complimenti da un’atleta come lei non è banale, mi ha fatto tantissimo piacere“.

Tendenzialmente, tra tecnica libera e classica cosa preferisci?

In allenamento mi piace molto sciare anche in tecnica classica, però in skating riesco a esprimermi meglio anche a livello di fatica, è come se riuscissi a dare il 100% sempre. In classico, invece, mi difendo, ma devo lavorare ancora tanto perché in salita riesco ad andar forte anche in classico, ma nei tratti dove serve più potenza, e a skating ci riesco perché tra gambe e braccia bisogna scivolare un po’ e riesco a difendermi bene, in classico faccio più fatica. In questi anni cercherò di migliorare sempre un po’ in salita, ma di migliorare soprattutto nelle parti dove ci vuole più potenza e dove bisogna essere un po’ più forti ed esplosivi“.

Secondo giro di preferenze: riesci a interpretare meglio le gare sprint o le distance?

Sicuramente le distance. Però fino all’anno scorso sono stata un’atleta molto più distance, quest’anno nelle sprint a skating mi sono trovata abbastanza bene. Ho avuto un miglioramento rispetto agli ultimi anni. Per le sprint in classico non so ancora ben dirlo a livelli di prestazione perché non ho ancora avuto modo. Ce n’è stata una, ma era una condizione molto particolare dove gli sci andavano davvero e il mio non era particolarmente performante quel giorno, quindi non ho avuto la possibilità di giocarmi le mie carte. In skating ho avuto conferma di essere migliorata molto nelle sprint quest’anno anche negli allenamenti che abbiamo avuto in preparazione della stagione con le altre ragazze della squadra. Mi piacciono un po’ di più anche le sprint quest’anno, ma preferisco di sicuro le distance al 100%“.

Come hai vissuto l’esperienza di Coppa del Mondo a Falun e il fatto che sia un mondo totalmente diverso?

L’esperienza di poter correre con atlete molto più forti di me è stata bellissima. Non è stata una giornata molto fortunata, comunque, quella di Falun, perché durante la gara sono stata male e quando siamo ripartiti in aereo avevo un po’ di febbre e virus intestinale, quindi anche lì è stata un’occasione un po’ sfortunata. Però l’esperienza è stata bellissima, anche perché erano le finali di Coppa del Mondo e dopo la gara era tutta una festa. Una delle esperienze più belle dello scorso anno, spero di poterla ripetere anche quest’anno, perché credo sia molto importante fare esperienza in Coppa del Mondo e correre delle gare dove ci sono delle persone più forti di te da cui si possono imparare veramente tante cose“.

Per te chi sono i modelli ispiratori?

A me piace tantissimo Therese Johaug, perché in qualche modo mi vedo simile a lei, che è molto forte in salita, fa tantissimo ritmo, nessuno riesce a starle dietro. Anche io scio un po’ in questo modo. Ovviamente lei è fortissima, è un esempio da guardare“.

Dove vuoi arrivare nel tuo futuro?

Adesso lo sci di fondo è diventato la mia vita, ed essendo arruolata in Polizia è anche il mio lavoro. Spero di arrivare in Coppa del Mondo, essere fissa là e fare qualche risultato. L’aspirazione di qualsiasi atleta è andare più forte possibile, fare Mondiali e Olimpiadi. Spero di continuare la mia carriera negli anni e fare il maggior numero di risultati possibili“.

Per te com’è nato il rapporto con lo sci di fondo?

Non so bene come sia nato. Sono di Subiaco, in provincia di Roma, a casa mia non c’è da anni tantissima neve, ho sempre sciato al Monte Livata, che è la montagna sopra Subiaco. Eravamo un gruppo di amici, i nostri genitori avevano fatto da giovani sci di fondo e abbiamo iniziato anche noi. A me è subito piaciuto tantissimo questo sport, tanto che crescendo, visto che con gli anni a casa mia non veniva più la neve ed era difficile continuare a farlo facendo tutto l’inverno solo skiroll e corsa, con la mia famiglia, che mi ha sempre supportata, mi sono trasferita a Tarvisio per poter continuare a sciare. Il mio rapporto con lo sci di fondo è nato un po’ così per caso, perché ho iniziato a farlo e perché mio padre sciava, poi mi sono appassionata tantissimo, anche perché da piccola avevo sciato poche volte“.

Che Maria c’è fuori dalle nevi?

Studio scienze biologiche all’università online, perché la biologia mi appassiona veramente tanto. Quando andavo a scuola facevo lo scientifico e scienze era la mia materia preferita. Sto studiando, ovviamente non procedo a una velocità elevata con gli esami perché l’impegno sportivo è veramente importante. Però studio, do qualche esame. Poi non è che ho tempo di fare molte altre cose oltre all’attività sportiva, perché questa mi impegna al 100%. Principalmente faccio questo“.

A tal proposito, quant’è diffuso il legame sport-studio nell’ambiente?

Non è diffusissimo, non siamo in tanti che dopo la scuola abbiamo iniziato a studiare qualcosa. Alcuni sì, ma la maggioranza si è presa una piccola pausa dallo studio. Io glielo consiglio vivamente, perché è anche un modo per liberare un attimo la testa dal sempre e solo sport, dallo sci. E anche perché in un futuro, quando finirà la carriera da atleta, avendo studiato e avendo in mano una laurea si ha un piano B e si può ripartire con qualcosa che ci piace“.

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