Salto con gli sci
Salto con gli sci, rivedremo mai un italiano sul podio in Coppa del Mondo? L’ultimo top-3 azzurro diventa “maggiorenne”
Oggi cade una ricorrenza significativa per quanto concerne le discipline nordiche italiane. Il 28 gennaio del 2007, Andrea Morassi chiudeva in terza posizione – alle spalle del tedesco Michael Uhrmann e del norvegese Anders Jacobsen – la gara di salto con gli sci disputata sullo Schattenbergschanze di Oberstdorf. Quello resta l’ultimo podio conquistato da un azzurro nel settore maschile.
Il risultato, dunque, diventa maggiorenne. Sono trascorsi esattamente 18 anni da quell’exploit del friulano. Tutti gli atleti nativi del nostro Paese attualmente impegnati nel massimo circuito, all’epoca frequentavano le scuole elementari! Basta questa dinamica a spiegare quanto tempo sia passato da allora.
Dopo quel momento, sono arrivati diversi piazzamenti nella top-10 (l’ultimo lo scorso anno a Lake Placid), ma il podio non è più stato avvicinato. La domanda è se e quando si rivedrà un saltatore tricolore sul piedistallo più ambito del panorama sportivo. Chi conosce bene il salto con gli sci sa quanto possa essere difficile che l’evento si ripeta. Chi, invece, segue solo superficialmente quest’ambito, potrebbe chiedersi perché possa essere così complicato.
Ebbene, trattasi di una questione di risorse e di mezzi. Umani e, soprattutto, economici. Attenzione, non si sta dicendo che gli italiani siano “scarsi”. Semplicemente, sono pochi. Ora come ora, nel nostro Paese, ci sono solamente quattro ragazzi dotati dei requisiti per partecipare al circuito maggiore. Uno di loro, forse il più competitivo in assoluto, è fermo per infortunio.
Banalmente, nazioni come l’Austria, la Germania o la Norvegia, possono “pescare” fra decine e decine di saltatori. Ovvio, pertanto, che abbiano molte più possibilità di trovare un talento naturale. È come alla lotteria. Se si hanno per le mani 100 biglietti, si hanno cento possibilità in più di vincere di chi ne ha uno. Elementare, Watson. Parliamo di aritmetica.
Però, in realtà, la differenza la fanno gli investimenti. Nel salto con gli sci, i movimenti di vertice arrivano a fare ricerche esasperate sui tessuti delle tute, sulle cuciture, sull’atrezzatura (scarpe, attacchi), su qualsiasi genere di aspetto legato ai materiali.
Come nel mondo dei motori il mezzo meccanico fa la differenza, in questa disciplina l’abito può fare il monaco. Il turco Ipcioglu ha una delle spinte più poderose dell’intero circuito, ma non è supportato dagli stessi materiali che possono avere altri uomini dotati di impressionante forza bruta.
In questa stagione, poi, ci si sono messe anche problematiche legate, appunto, ai materiali che hanno abbassato la competitività degli azzurri. Fa parte del gioco. Vale sia per le superpotenze, che per le nazioni di seconda o terza fascia.
L’Italia tornerà mai sul podio di una gara di Coppa del Mondo maschile di salto con gli sci? La risposta è la stessa che si può dare ad altre domande, del tipo “Vedremo mai la Williams tornare competitiva per vincere il Mondiale di Formula Uno, come lo è stata in passato?”. Nessuno sa quali connotati può avere il domani, ma chiaramente qui si rasenta l’utopia.
Chissà, forse il futuro regalerà qualche gradita sorpresa. Bisogna affidarsi alla natura, sperando di trovare un Jannik Sinner del salto con gli sci. Nel frattempo era doveroso ricordare quel gradino più basso del podio occupato da Andrea Morassi nel 2007, nella speranza che prima o poi possa cedere il testimone a qualcuno. Quasi impossibile, sia chiaro. È tuttavia quel “quasi” a tener viva la flebile fiammella azzurra della speme anche nel salto con gli sci.