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United Cup, la difficile missione dell’Italia contro la Cechia: portare la sfida al doppio misto

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Flavio Cobolli
Cobolli / LaPresse

L’Italia si avvicina, e ora lo sa, a un quarto di finale decisamente difficile in United Cup. Sta arrivando la Cechia, una delle formazioni che per scuola tennistica degli ultimi decenni ha sempre potuto godere di continui e completi ricambi fino al giorno d’oggi, cosa che si vede bene anche nella manifestazione di inizio anno.

Dopo un breve periodo in cui pareva difficile trovare l’eredità di Tomas Berdych, di continuatori ne sono arrivati due. Uno di loro è qui impegnato, ed è Tomas Machac, che nei suoi due incontri ha ben figurato, lottando fino all’ultimo contro un Casper Ruud che quest’anno sul veloce forse è meno disposto di altre volte a fare concessioni e, poi, battendo Hubert Hurkacz, con tutto quel che è il polacco quando si esce dalla terra rossa e si entra sul rapido.

Al femminile, parimenti, dopo Petra Kvitova e Karolina Pliskova il momento di vuoto di fatto non c’è stato, perché sono arrivate già durante la loro era altre ottime giocatrici. E tra queste c’è Karolina Muchova, una dotata di mano davvero importante e anche di grande capacità di mettere in crisi tutte le migliori quando si trova nella giornata giusta. Si parla dell’unica ad aver portato Iga Swiatek al terzo set in finale al Roland Garros, e non l’ha fatto perché la polacca si è fermata, anzi.

Anche per questo il compito dell’Italia si presenta complesso. Vero è anche che i precedenti di Flavio Cobolli contro Machac risalgono al 2022, quando il ceco era in una fase di crescita migliore rispetto all’azzurro, che ai tempi aveva avuto più di qualche difficoltà a trarsi d’impaccio dal giro dei Challenger. Vero è che ad oggi Cobolli è sfavorito, e su questo non c’è dubbio, ma forse non così tanto sfavorito: a dirlo sono i ranking ormai vicini (32-25) e il rendimento fino ad ora in competizione.

Chiaramente c’è poi sempre lo scoglio del caso particolare di Paolini-Muchova. Teoricamente i favori del pronostico, se ci si basasse solo sulla classifica WTA, li avrebbe la numero 4 del mondo, praticamente c’è qualche problema in più dato dal 4-0 della ceca nei precedenti. Anche qui, però, la distanza non è forse così elevata, o meglio lo era più agli US Open che oggi, a parità di condizione nell’anno appena iniziato

Per l’Italia, è vero, si tratta di una sfida difficile, ma non impossibile: portare a casa almeno un singolare per poi potersi giocare le carte nel doppio misto, dove tanto Muchova quanto Machac non hanno particolari abitudini di specialità. Tutto il contrario di Andrea Vavassori e Sara Errani, già vincitori Slam assieme di loro e con carriere importanti in questa fattispecie, oltre a un’intesa che funziona molto bene da quando è iniziata (a Wimbledon 2024).

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