Festival di Sanremo
LIVE Festival di Sanremo 2025, quarta serata in DIRETTA: Giorgia e Annalisa regine delle cover! Topo Gigio e Fedez sul podio

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1.30: Grazie per averci seguito e appuntamento a questa sera èper la serata finale del Festival
1.28: Era scritta la vittoria delle due fuoriclasse della musica italiana: Annalisa e Giorgia. Geniale l’idea di Lucio Corsi affiancato da Topo Gigio. Terzo posto per Fedez e Masini che hanno fatto parlare di loro per tutta la settimana
VINCE LA SERATA DELLE COVER: GIORGIA E ANNALISA
2. Lucio Corsi e Topo Gigio
3. Fedez e Marco Masini
1.23: Ora il podio
4. Olly e Goran Bregovic
5. Brunori Sas Sinigaglia, Dimartino
6. Irama e Arisa
7. Rocco Hunt e Clementino
8. Elodie e Achille Lauro
9. Clara e Il Volo
1.21: 10. The Kolors e Sal Da Vinci
1.21: E’ il momento della classifica!
1.14: Stop al Televoto, tra poco la classifica
1.08: Dopo i problemi nella prima esecuzione, tornano sul palco Bresh e Cristiano De Andrè
1.01: Paolo Kessisoglu nasce a Genova il 25 luglio 1969 sotto il segno del Leone. Fin da piccolo sviluppa una grande passione per la musica e inizia a suonare la chitarra, mostrando un talento naturale. A soli tredici anni si esibisce nei club jazz della sua città, ma il destino lo porta presto su un’altra strada. Nel 1991, durante un provino, conosce Luca Bizzarri e nasce un sodalizio artistico che li rende una delle coppie comiche più amate della televisione italiana. Pur dedicandosi alla carriera di attore e conduttore, Paolo non abbandona del tutto la musica. Nel 2008 collabora con GQ, raccontando i grandi concerti estivi, e ha l’occasione di esibirsi con i Negramaro allo Stadio Meazza. Il 16 luglio dello stesso anno realizza un sogno suonando Smoke on the Water con i Deep Purple. Nel 2011 è tra i conduttori del Festival di Sanremo, mentre nel 2019 scrive il brano C’è da fare, coinvolgendo 25 artisti per raccogliere fondi dopo la tragedia del Ponte Morandi. Recentemente ha partecipato a LOL – Chi ride è fuori e nel 2025 è tornato a Sanremo per presentare Paura di me, il debutto musicale di sua figlia Lunitta.
1.00: SHABO – NEFFA 7: l’ensemble funziona già in versione quartetto, poi arriva Neffa e piazza il timbro su una scelta apparsa azzeccatissima.
0.58: Neffa torna per una sera rapper, con uno dei pezzi che lo ha lanciato
0.57: Un salto all’indietro negli anni ’90, con Amor de Mi Vida e Aspettando il sole. Chi lo ha vissuto sa…
0.55: “Amor de mi vida” dei Sottotono è una canzone che esprime un profondo sentimento d’amore e nostalgia. Il brano racconta di un amore passato che lascia un segno indelebile nel cuore del protagonista. La canzone esplora temi di separazione e rimpianto, ma anche di affetto eterno e di quanto un amore possa rimanere vivo nei ricordi. Il ritmo coinvolgente e la melodia dolce, uniti ai testi sinceri e emotivi, fanno di questa traccia un inno all’amore che supera il tempo e le difficoltà. Il titolo stesso, che significa “amore della mia vita”, sottolinea l’intensità del legame e l’importanza di quel sentimento perduto ma mai dimenticato.
“Aspettando il sole” di Neffa è una canzone che trasmette un messaggio di speranza e resilienza di fronte alle difficoltà della vita. Il brano parla di un periodo buio e di un senso di attesa, simile all’oscurità di una notte che precede l’arrivo della luce. Il “sole” rappresenta metaforicamente il miglioramento, la guarigione e la speranza che, nonostante le difficoltà, arriveranno. La canzone mescola toni di malinconia con una visione positiva del futuro, suggerendo che anche nei momenti più bui, è possibile trovare forza nell’attesa di un cambiamento positivo. Con la sua melodia coinvolgente e i testi riflessivi, “Aspettando il sole” invita l’ascoltatore a non arrendersi e a credere che la luce arriverà, prima o poi.
Non ho niente da dimostrare partito da zero fatto da solo posso mostrarmi come sono davvero se c’è una cosa che mi hai inseganto è questa qui è grazie a te se sono così mamma se solamente ripenso a ogni pianto che hai spento ed ogni momento che spendo pensando a te mamma è una nuova rima che nasce un bambino combatte le sue guerre e cresce guidato dalle tue dita dotata di grazia infinita è chi mi ha dato vita e se strabilio è il bene che ti voglio oltre a essere tuo figlio la cosa più bella è che ti assomiglio non so come lo sai fare tu mi sai consigliare per distinguere il bene dal male e ogni tuo bacio è il più dolce dei frutti che abbia mai assaggiato.
Mai lascerò che qualcuno ci divida e se al mio fianco ti avrò accetterò ogni sfida amor de mi vida sei il mio angelo fammi da guida. I guai che ti ho creato che ho combinato essendo stato messo a questo mondo e non essendone abilitato ti ho dato un gran da fare senza contare la voglia di non studiare da quando all’asilo non volevo che mi lasciassi a quando nei compiti volevo che mi aiutassi
che mi guidassi quando i miei amici erano scomparsi che in ‘sto casino sapessi muovere i passi mi hai insegnato a stare in piedi e ad incassare i colpi anche se in alcuni casi ne uscimmo stravolti tu mi eri sempre a fianco le notti che ero malato passate in bianco e ripensandoci in questo tuo dare hai dei rimpianti quali sono stati i prezzi da pagare e se di me ora voglio renderti orgogliosa è perchè so che per me hai rinunciato ad ogni cosa.
Mai lascerò che qualcuno ci divida e se al mio fianco ti avrò accetterò ogni sfida amor de mi vida
sei il mio angelo fammi da guida. Ventitrè anni suonati forse sono indipendente senza te forse sono autosufficiente è grazie a te se di questa vita gusto ogni sorso colgo il succo di ogni discorso se riuscirò a stare in piedi da solo è perchè godrò di ogni tua cosa che ho ogni tua dote oh, mi amor
se soffro so già che soffri se sto bene so già che tu te ne accorgi piena di attenzione si dolci nei miei confronti ti voglio bene mamma vivi nei miei mondi nei sogni più profondi consapevole di ogni tuo miracolo di troppe bugie colpevole ma ogni ostacolo posso superare con ogni consiglio che mi sai dare e se ti avrò sempre vicino li affronterò.
Mai lascerò che qualcuno ci divida e se al mio fianco ti avrò accetterò ogni sfida amor de mi vida
sei il mio angelo fammi da guida.
La tele resta spenta e non la guardo più
Ho un nodo in gola che è difficile mandare giù
Fumo un po’, sposto via la tenda
Cielo grigio piombo io non lascio che mi prenda
La nostalgia che sale lentamente, come mai?
Io penso a te, mi chiedo adesso dove sei, cosa fai
Chissà se tu avrai mai pensato a me
Al nostro fuoco che bruciava e mo è cenere
Ma tutto passa piano e pure se fa strano
Io sorrido perché so che oggi non ti chiamerò
Quel che viene venga e mi sta bene
Quel che è stato è già passato e mo il passato se lo tiene
Piove già da un tot, la pioggia bagna la mia pelle
Ma mi asciugherò perché so che il tempo è ciclico
E so che un po’ di tempo è quello che ci vuole
Mentre un guaglione sta scacciando il male, sta aspettando il sole
Oggi non c’è sole intorno a me (non c’è)
Salvami, risplendi e scaldami (non c’è più sole)
Voglio sole
Cerco nuova luce nella confusione di un guaglione (di un guaglione)
E oggi è come ieri, ma forse è un’impressione
Frutto della mente di un guaglione
Sarà che non c’è il sole, sarà che tutto sembra resti uguale
Sarà quel che sarà, sono preso male
Ma nessuno chiama e non so chi chiamare
Cerco di schiodarmi e penso solo a quello che ho da fare
Uh, Gesù, Gesù, sono io la vittima dei demoni
Che tornano e che vengono a tirarmi giù
I miei cattivi pensieri che mi aspettano
Braccano, parlano e parlano
Dove sono i raggi che scaldavano un guaglione?
Dove sono gli altri della mia ballotta mo che sono nel ciclone?
In dopa trovo la mia cura
In dopa mischio le radici e la cultura e ho energia pura
La musica mi detta le parole
Caccio queste rime e so che prima o poi ritorna il sole
Oggi non c’è sole intorno a me (non c’è)
Salvami, risplendi e scaldami (non c’è più sole)
Voglio sole
Cerco nuova luce nella confusione di un guaglione (di un guaglione)
Vada come vada e va da sé
Conto solo su di me e già so che già sai che
Un chico fa quel che s’ha da fare
Quando amore non c’è
De-de-devo impustare perché in tasca manca mone
Sempre più difficile restare calmo in questa situazione
Sclero, non ne voglio più
Parto da zero, so che in qualche modo devo andare su, ma
Non c’è più luce, solo buio che fa male
Non c’è più pace solo rabbia che ogni giorno sale
So bene dove sono e adesso voglio stare qui
Sentire il beat, se sei all’ascolto vieni a prendermi
Rapiscimi, musica colpisci al cuore
Boom cha, boom cha, però non c’è dolore
Distendi le tue mani guaritrici su un guaglione
Mentre sta aspettando il sole, eh yo
Oggi non c’è sole intorno a me (non c’è)
Salvami, risplendi e scaldami (non c’è più sole)
Voglio sole
Cerco nuova luce nella confusione di un guaglione (di un guaglione)
Oggi non c’è sole intorno a me (non c’è)
Salvami, risplendi e scaldami (non c’è più sole)
Voglio sole
Cerco nuova luce nella confusione di un guaglione (di un guaglione)
Oggi non c’è sole intorno a me (non c’è)
Salvami, risplendi e scaldami (non c’è più sole)
Voglio sole
Cerco nuova luce nella confusione di un guaglione (di un guaglione)
Oggi non c’è sole intorno a me (non c’è)
Salvami, risplendi e scaldami (non c’è più sole)
Voglio sole
Cerco nuova luce nella confusione di un guaglione (di un guaglione)
Oggi non c’è sole intorno a me (non c’è)
Salvami, risplendi e scaldami (non c’è più sole)
Voglio sole
Cerco nuova luce nella confusione di un guaglione
0.54: Shablo feat. Guè, Joshua e Tormento con Neffa – “Amor de mi vida” dei Sottotono e “Aspettando il sole” di Neffa – 26
Giovanni Pellino, conosciuto con il nome d’arte Neffa, nasce il 7 ottobre 1967 a Scafati, in provincia di Salerno. Trasferitosi a Bologna all’età di otto anni, entra in contatto con la scena hip hop underground, che lo affascina fin da subito. Inizia la sua carriera musicale come batterista in gruppi hardcore punk, ma nei primi anni Novanta si dedica interamente all’hip hop, collaborando con i Piombo a Tempo e poi entrando negli Isola Posse All Stars. Nel 1994 entra nei Sangue Misto, gruppo che darà vita al primo album cult “SxM”, un pilastro del rap italiano. Dopo la fine del progetto Sangue Misto, Neffa intraprende la carriera solista, pubblicando “Neffa e i messaggeri della dopa” nel 1996, seguito da “Neffa e i messaggeri della dopa”. Nel 2000, però, decide di cambiare direzione, spostandosi dal rap al pop, con l’album “Arrivi e partenze”, che contiene il successo “La mia signorina”. Continua a collaborare con il mondo dell’hip hop, producendo dischi per altri artisti, come Fabri Fibra. Nel 2003 esce “I molteplici mondi di Giovanni”, un album che esplora blues, funky e soul. Neffa partecipa a Sanremo nel 2004 e nel 2016, ma è nel 2021 che sorprende i fan con un album in napoletano, “AmarAmmore”. Nel 2024 torna al rap con “Fogliemorte”, collaborando con Fabri Fibra. Nel 2025, partecipa al Festival di Sanremo per la serata delle cover, esibendosi con “Aspettando il sole” insieme a Shablo.
0.52: BRESH – DE ANDRE’ 7: tocco e voce di De Andrè sono magici, e vanno al di là della selva di problemi tecnici che azzoppano lui e Bresh. ‘Crueza de Mar’ trascina l’Ariston in una dimensione musicale di suprema bellezza, Bresh non aggiunge, ma neppure toglie. Ed è già tanto, in un pezzo così.
0.49: FEDEZ – MASINI 5.5: divisiva, e lo si sapeva già alla vigilia. Mixano il canto con il rap, una formula che magari per certi brani funziona, per questo pezzo-slogan della carriera di Masini, meno
0.47: Purtroppo ancora problemi tecnici, con l’auricolare di Cristiano De Andrè che cade ma alla fine la qualità del pezzi non ne risente
0.45: Chiudi gli occhi e senti Faber
0.42: Problema di audio per Bresh. Non esce l’audio dal suo microfono. Il pezzo si ferma e ripartirà
0.41: CREUZA DE MA Fabrizio de Andrè
“Crêuza de mä” dipinge un affresco intenso della vita dei marinai, immerso nelle atmosfere del Mediterraneo. Il titolo, che richiama un sentiero che conduce al mare, introduce un viaggio sonoro e culturale che attraversa tradizioni e identità. L’apertura, segnata dal suono evocativo della gaida macedone, trasporta subito in un mondo di mare e salsedine. I protagonisti sono i marinai, uomini di ritorno da lunghe traversate, che trovano ristoro in una locanda affollata, tra personaggi pittoreschi e un’umanità variegata. Qui si mescolano dialetti, volti segnati dalla fatica e sapori intensi: piatti della tradizione ligure, vino, fritture e pietanze dal gusto forte e autentico. La canzone è un viaggio tra realismo e poesia, una celebrazione della cultura marittima e delle sue storie, raccontate con un linguaggio che sembra sospeso tra sogno e memoria collettiva.
Umbre de muri, muri de mainé
Dunde ne vegnì, duve l’è ch’ané
Da ‘n scitu duve a l’ûn-a se mustra nûa
E a nuette a n’à puntou u cutellu ä gua
E a muntä l’àse gh’è restou Diu
U Diàu l’è in çë e u s’è gh’è faetu u nìu
Ne sciurtìmmu da u mä pe sciugà e osse da u Dria
A funtan-a d’i cumbi ‘nta cä de pria
E ‘nt’a cä de pria chi ghe saià
Int’à cä du Dria che u nu l’è mainà
Gente de Lûgan facce da mandillä
Qui che du luassu preferiscian l’ä
Figge de famiggia udù de bun
Che ti peu ammiàle senza u gundun
E a ‘ste panse veue cose ghe daià
Cose da beive, cose da mangiä
Frittûa de pigneu giancu de Purtufin
Çervelle de bae ‘nt’u meximu vin
Lasagne da fiddià ai quattru tucchi
Paciûgu in aegruduse de lévre de cuppi
E ‘nt’a barca du vin ghe naveghiemu ‘nsc’i scheuggi
Emigranti du rìe cu’i cioi ‘nt’i euggi
Finch’ou matin crescià da puéilu rechéugge
Frè di ganeuffeni e d’è figge
Bacan d’a corda marsa d’aegua e de sä
Che a ne liga e a ne porta ‘nte ‘na crêuza de mä
0.40: Bresh con Cristiano De André – “Creuza de mä” di Fabrizio De André – 25
Cristiano De André nasce a Genova il 29 dicembre 1962. Cresce immerso nella musica, studiando chitarra e violino al Conservatorio. Nei primi anni ’80 fonda il gruppo Tempi Duri, ma nel 1985 intraprende la carriera solista. Il suo primo album, Cristiano De André (1987), ottiene un discreto successo, seguito da L’albero della cuccagna (1990) e Canzoni con il naso lungo (1992), con la collaborazione di Eugenio Finardi. Nel 1995 pubblica Sul confine, con la partecipazione del padre Fabrizio.
Dopo la sua scomparsa, Cristiano gli rende omaggio con il progetto De André canta De André, reinterpretando i suoi brani. Nel 2013 esce Come in cielo così in guerra. Sanremo segna più volte la sua carriera: esordisce nel 1985 tra i Giovani, vince il Premio della Critica nel 1993 con Dietro la porta e torna nel 2014 con Invisibili. Nel 2025 partecipa alla serata cover del Festival, esibendosi con Bresh in Crêuza de mä, mantenendo viva l’eredità musicale paterna.
0.38: Sarà tale Angelica o Chiara Ferragmi la “bella stronza” di Fedez. Il gossip invade l’Ariston. Per fortuna c’è Masini con la sua voce ad illuminare
0.36: BELLA STRONZA di Marco Masini
Bella stronza è una canzone di Marco Masini, scritta con Giancarlo Bigazzi, estratta come primo singolo dall’album Il cielo della vergine. E’ una canzone che esprime senza filtri il dolore e la rabbia di un uomo abbandonato. Il brano si distingue per il linguaggio diretto e crudo, dove il protagonista affronta la fine della relazione con amarezza e frustrazione. La canzone non è una ballata romantica, ma un grido di disperazione e rancore verso l’ex amante, alternando insulti e sentimenti di amore ferito in un mix emotivo che cattura la complessità del cuore umano. La scelta di utilizzare un linguaggio esplicito, in particolare la ripetizione della parola “stronza”, suscitò molte polemiche, portando alcune radio a censurare il pezzo. Tuttavia, questo stesso linguaggio, seppur provocatorio, colpì nel segno per la sua autenticità, facendo di Bella Stronza un inno per chi ha vissuto un amore doloroso e la sua rottura. Con il passare degli anni, la canzone ha continuato a restare nella memoria collettiva, apprezzata per la sua forza emotiva e per la sua capacità di esprimere un dolore universale.
Bella stronza
Che hai distrutto tutti i sogni
Della donna che ho tradito
Che mi hai fatto fare a pugni
Con il mio migliore amico
E ora mentre vado a fondo
Tu mi dici sorridendo “ne ho abbastanza”
Bella stronza
Che ti fai vedere in giro
Per alberghi e ristoranti
Con il culo sul Ferrari
Di quell’essere arrogante
Non lo sai che i miliardari
Anche ai loro sentimenti danno un prezzo
Il disprezzo
Perché forse io ti ho dato troppo amore
Bella stronza che sorridi di rancore
Ma se Dio ti ha fatto bella
Come il cielo e come il mare
A che cosa ti ribelli
Di chi ti vuoi vendicare
Ma se Dio ti ha fatto bella
Più del sole e della luna
Perché non scappiamo insieme
Non lo senti questo mondo come puzza
Ma se Dio ti ha fatto bella
Come un ramo di ciliegio
Tu non puoi amare un tarlo
Tu commetti un sacrilegio
E ogni volta che ti spogli
Non lo senti il freddo dentro
Quando lui ti paga i conti
Non lo senti l’imbarazzo del silenzio
Perché sei bella, bella, bella
Bella stronza
Che hai chiamato la volante quella notte
E volevi farmi mettere in manette
Solo perché avevo perso la pazienza
La speranza, sì, bella stronza
Ti ricordi
Quando con i primi soldi
Ti ho comprato quella spilla
Che ti illuminava il viso
E ti chiamavo la mia stella
Quegli attacchi all’improvviso
Che avevamo noi di sesso e tenerezza
Bella stronza, sì
Perché forse io ti ho dato troppo amore
Bella stronza che sorridi di rancore
Ma se Dio ti ha fatto bella
Come il cielo e come il mare
A che cosa ti ribelli
Di chi ti vuoi vendicare
Ma se Dio ti ha fatto bella
Più del sole e della luna
Esci dai tuoi pantaloni, mi accontento
Come un cane degli avanzi
Perché sei bella, bella, bella
Mi verrebbe di strapparti
Quei vestiti da puttana
E tenerti a gambe aperte
Finché viene domattina
Ma di questo nostro amore
Così tenero e pulito
Non mi resterebbe altro che un lunghissimo minuto di violenza
E allora ti saluto, bella stronza, eh
0.36: Fedez con Marco Masini – “Bella stronza” di Marco Masini – 24
Marco Masini, fin da giovane, sviluppa una passione per la musica, iniziando a prendere lezioni di canto. La sua prima esperienza musicale risale alla band Errata Corrige, da lui fondata, ma nonostante il talento, il gruppo non riesce a trovare una casa discografica disposta a scommettere su di loro. La svolta arriva grazie a Bob Rosati, che gli offre il suo studio musicale, dove incontra il compositore Beppe Dati, con cui avvia una collaborazione proficua. Inizialmente, Masini si dedica anche alla composizione di colonne sonore e inizia a fare tour in Italia, prima da solo e poi con Raf. Il successo esplode con “Vaffanculo”, che però subisce la censura in Italia, mentre ottiene successo all’estero. Un altro brano controverso, “Bella Stronza”, alimenta polemiche e nel 2001 Masini si ritira dalla carriera musicale. La sua carriera è segnata dalla fama di “iettatore” dovuta ai temi malinconici dei suoi testi, ma nonostante le difficoltà, ha ottenuto riconoscimenti significativi, come la vittoria a Sanremo nella sezione Giovani nel 1990 e il terzo posto tra i Big nel 1991. Nel 2004 trionfa finalmente tra i Big con “L’uomo volante”. Nel corso degli anni, Masini ha continuato a essere una figura centrale della musica italiana, partecipando a Sanremo e lanciando nuovi progetti, come il suo spettacolo teatrale con Giorgio Panariello. Nel 2024, pubblica l’album 10 amori e nel 2025 partecipa come coach a Ora o mai più e al Festival di Sanremo.
0.35; BRUNORI SAS – SINIGALLIA – DI MARTINO 6.5: scivolano su un mezzo tono quando la canzone va su, ma alla fine la triplice intesa funziona. Anche l’arrangiamento piace, ritoccato ma non stravolto.
0.33: La storia della musica italiana. Sinigaglia e Dimartino non hanno aggiunto granchè. Non servirà strafare e non hanno strafatto. Dedica a Paolo Benvegnù
0.30: Antonio Di Martino, noto come Dimartino, nasce a Palermo il 1° dicembre 1982. Fin da giovane coltiva la passione per la musica e nel 1998 fonda la sua prima band, Famelika. Il gruppo si fa strada con brani di denuncia contro la mafia, guadagnandosi una solida reputazione in Sicilia. Dopo la pubblicazione dell’album Storie poco normali (2002), la band apre i concerti di artisti come Afterhours, Bisca e Caparezza. Nel 2009 vince l’Arezzo Wave Sicilia e partecipa al Concerto del Primo Maggio. Nel 2010 intraprende la carriera solista con lo pseudonimo Dimartino, esordendo con Cara maestra abbiamo perso, un disco che riflette sul disagio generazionale. Seguono Sarebbe bello non lasciarsi mai… (2012), coprodotto con Brunori Sas, e Un paese ci vuole (2015), con la partecipazione di Francesco Bianconi e Cristina Donà. Nel 2017 pubblica Un mondo raro, dedicato a Chavela Vargas. Nel 2019 collabora con Brunori Sas per il brano Al di là dell’amore e pubblica Afrodite. Poco dopo unisce le forze con Colapesce, con cui realizza I mortali (2020). Il duo raggiunge la consacrazione con Musica leggerissima, presentata a Sanremo 2021. Tornano al Festival nel 2023 con Splash, ottenendo il Premio della Critica, e pubblicano Lux Eterna Beach. Nel 2025 Dimartino torna a Sanremo nella serata dei duetti, esibendosi con Brunori Sas e Riccardo Sinigallia in L’anno che verrà.
L’ANNO CHE VERRA’ di Lucio Dalla
“L’anno che verrà”, scritta nel 1979 e inclusa nell’album Lucio Dalla, è una delle canzoni più rappresentative del cantautore bolognese. Strutturata come una lettera, il brano racconta con ironia e malinconia le difficoltà del presente, in un’Italia segnata dal terrorismo e dall’incertezza. L’inizio iconico, “Caro amico ti scrivo”, introduce un racconto che oscilla tra il realismo della paura quotidiana e la speranza di un futuro migliore. Versi come “Si esce poco la sera compreso quando è festa” evocano il clima teso dell’epoca, mentre immagini come “Sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno” offrono un desiderio di rinascita e serenità. Attraverso un linguaggio semplice ma incisivo, il brano alterna amarezza e ottimismo, suggerendo che il cambiamento non arriva da miracoli esterni, ma dalla volontà di guardare avanti senza lasciarsi sopraffare dal pessimismo.
Caro amico, ti scrivo, così mi distraggo un po’
E siccome sei molto lontano, più forte ti scriverò
Da quando sei partito c’è una grande novità
L’anno vecchio è finito, ormai
Ma qualcosa ancora qui non va
Si esce poco la sera, compreso quando è festa
E c’è chi ha messo dei sacchi di sabbia vicino alla finestra
E si sta senza parlare per intere settimane
E a quelli che hanno niente da dire
Del tempo ne rimane
Ma la televisione ha detto che il nuovo anno
Porterà una trasformazione
E tutti quanti stiamo già aspettando
Sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno
Ogni Cristo scenderà dalla croce
Anche gli uccelli faranno ritorno
Ci sarà da mangiare e luce tutto l’anno
Anche i muti potranno parlare
Mentre i sordi già lo fanno
E si farà l’amore, ognuno come gli va
Anche i preti potranno sposarsi
Ma soltanto a una certa età
E senza grandi disturbi qualcuno sparirà
Saranno forse i troppo furbi
E i cretini di ogni età
Vedi, caro amico, cosa ti scrivo e ti dico
E come sono contento
Di essere qui in questo momento
Vedi, vedi, vedi, vedi
Vedi, caro amico, cosa si deve inventare
Per poter riderci sopra
Per continuare a sperare
E se quest’anno poi passasse in un istante
Vedi, amico mio, come diventa importante
Che in questo istante ci sia anch’io
L’anno che sta arrivando tra un anno passerà
Io mi sto preparando, è questa la novità
0.29: Brunori Sas con Riccardo Sinigallia e Dimartino – “L’anno che verrà” di Lucio Dalla – 23
Riccardo Sinigallia nasce a Roma il 4 marzo 1970 e si avvicina presto alla musica, influenzato anche dall’ambiente familiare. Inizia a suonare la chitarra da giovanissimo e, negli anni Ottanta, si fa notare nei locali della capitale con la 10 PM Band, poi divenuta 6 suoi Ex. Sciolto il gruppo nel 1993, intraprende un nuovo percorso artistico insieme al fratello Daniele, sperimentando sonorità innovative. Parallelamente inizia a lavorare come autore e produttore, contribuendo a successi di artisti come Niccolò Fabi (Capelli, Vento d’estate, Lasciarsi un giorno a Roma), Max Gazzè (La favola di Adamo ed Eva) e Tiromancino (Due destini). Nel 2003 debutta da solista con l’album Riccardo Sinigallia, seguito da Incroci a metà strada (2005). Continua a collaborare con diversi artisti e nel 2013 produce l’album di Coez Non erano fiori. Partecipa al Festival di Sanremo nel 2014 con Prima di andare via e Una rigenerazione. Nel 2016 contribuisce all’album La fine dei vent’anni di Motta e scrive Amami amami per Mina e Celentano. Nel 2018 pubblica Ciao cuore e diventa protagonista del film Backliner. Nel 2025 torna al centro della scena musicale grazie alla collaborazione con Brunori Sas e Dimartino per la serata dei duetti di Sanremo.
0.21: PEYOTE – TIROMANCINO – DITONELLAPIAGA 6.5: a spiccare nel trio è Ditonellapiaga, che con la sua voce sovrasta le due quote azzurre. Vien comunque fuori un bel mix, elegante, garbato
0.20: RANIERI – NERI PER CASO 7.5: i Neri per Caso suonano come e meglio di un’ orchestra, e Ranieri è di insuperabile bravura. Classe a fiumi sul palco dell’Ariston, e anche Pino avrebbe apprezzato.
0.19: Il trio funziona alla grande, soprattutto per merito di Ditonellapiaga, voce meravigliosa ma non lo scopriamo certo oggi
0.18: Ditonellapiaga, nome d’arte di Margherita Carducci, nasce a Roma il 5 febbraio 1997 sotto il segno dell’Aquario. Fin da giovane, sviluppa una passione per la musica, inizialmente attratta dalle popstar americane, per poi avvicinarsi al soul e al jazz durante l’adolescenza. La sua carriera prende una svolta importante grazie all’incontro con i producer romani Bbrod, con i quali inizia a lavorare come cantautrice, esplorando sonorità elettroniche e urban. Nel settembre 2019, pubblica il suo primo singolo Parli, segnando l’inizio di una promettente carriera.
Nel 2020 e 2021, Ditonellapiaga aumenta la sua produzione musicale e attira l’attenzione di artisti affermati, tra cui Donatella Rettore, con la quale partecipa al Festival di Sanremo 2022. Qui si fa notare grazie al brano Chimica, uno dei successi dell’edizione. Dopo il festival, pubblica l’album Camouflage, che le consente di vincere una Targa Tenco per la miglior opera prima. Nel 2023, torna a Sanremo come ospite dei Colla Zio, e l’anno successivo partecipa al Concerto del Primo Maggio. Nel 2025, è nuovamente protagonista al Festival di Sanremo nella serata delle cover, accompagnando Willie Peyote e Federico Zampaglione nella reinterpretazione di Un tempo piccolo di Franco Califano.
“Un tempo piccolo” di Franco Califano è una canzone che esplora il tema della nostalgia e della riflessione sul passato. Con una melodia malinconica e parole intense, il brano racconta il rimpianto per un amore che non è durato, ma che ha lasciato un segno indelebile nella vita del protagonista. La frase “un tempo piccolo” rappresenta l’idea che, sebbene il tempo trascorso con la persona amata sia stato breve, l’impatto che ha avuto è stato profondo. Califano esprime con sincerità e delicatezza come le emozioni vissute, pur essendo legate a un periodo fugace, possano rimanere vive e influenzare il presente. La canzone è una riflessione sul valore dei momenti brevi ma intensi, che restano impressi nella memoria anche se il tempo scorre inesorabilmente.
Diventai grande in un tempo piccolo
Mi buttai dal letto per sentirmi libero
Mi truccai il viso come un pagliaccio
E bevvi vodka con tanto ghiaccio
Scesi nella strada mi mischiai nel traffico
Rotolai in salita come fossi magico
E toccai la terra rimanendo in bilico
Mi feci albero per oscillare
Trasformai lo sguardo per mirare altrove
E provai a sbagliare per sentirmi errore
Dipinsi l’anima su tela anonima
E mescolai la vodka con acqua tonica
E pranzai tardi all’ora della cena
E mi rivolsi al libro come a una persona
Guardai le tele con aria ironica
E mi giocai i ricordi provando il rischio
Poi di rinascere sotto le stelle
Dimenticai di colpo un passato folle
In un tempo piccolo
Ingannai il dolore con del vino rosso
E multai il mio cuore per qualunque eccesso
Mi addormentai con un vecchio disco
Raccontai una vita che non riferisco
Raccolsi il mondo in un pasto misto
Dipinsi l’anima su tela anonima
E mescolai la vodka con acqua tonica
E pranzai tardi all’ora della cena
Mi rivolsi al libro come a una persona
Guardai le tele con aria ironica
E mi giocai i ricordi provando il rischio
Poi di rinascere sotto le stelle
Dimenticai di colpo un passato folle
In un tempo piccolo
E mi giocai i ricordi provando il rischio
Poi di rinascere sotto le stelle
Dimenticai di colpo un passato folle
In un tempo piccolo
0.17: Willie Peyote con Tiromancino e Ditonellapiaga – “Un tempo piccolo” di Franco Califano – 22
Federico Zampaglione, nato a Roma il 29 giugno 1968, è un artista poliedrico, appassionato di musica fin da giovane. Nel 1989 fonda i Tiromancino, band che diventa una delle più rappresentative della scena musicale italiana. Dopo i primi album negli anni Novanta, il vero successo arriva con La descrizione di un attimo (2000), trascinato dal singolo Due destini, inserito nella colonna sonora del film Le fate ignoranti di Ferzan Özpetek. Questo periodo vede anche la collaborazione con il padre Domenico in Amore impossibile.
Oltre alla musica, Zampaglione coltiva una carriera nel cinema, debuttando come regista nel 2006 con Nero bifamiliare. Nel 2007 si presenta per la prima volta al Festival di Sanremo, ma non ottiene grande successo. Nonostante alcune difficoltà, continua a scrivere per altri artisti e a produrre musica con i Tiromancino, anche se i successivi album non replicano il successo dei precedenti. Nel 2023 torna a pubblicare con il gruppo, rilasciando i singoli Due rose e Puntofermo. Oltre alla musica, Zampaglione continua la sua carriera cinematografica con il film horror The Well, apprezzato a livello internazionale. Nel 2025 è di nuovo protagonista al Festival di Sanremo, partecipando alla serata dei duetti con Ditonellapiaga e Willy Peyote.
0.14: Tre minuti di grande musica, niente da dire
0.12: Napoli canta, l’Italia e il mondo ascolta in religioso silenzio. Il capolavoro di Pino Daniele, la teatralità di Massimo Raniere, l’orchestra Neri Per Caso: tutto funziona perfettamente
0.12: “Quando” di Pino Daniele è una delle sue canzoni più emozionanti e intense, un brano che parla di nostalgia, amore e del tempo che passa inesorabile. Con una melodia dolce e malinconica, il pezzo racconta il desiderio di ritrovare qualcuno che è stato importante, ma che ormai è lontano, lasciando dietro di sé un vuoto profondo. La canzone esprime il contrasto tra il passato e il presente, tra ciò che è stato e ciò che non potrà più tornare, trasformando i ricordi in una presenza costante nella vita di chi resta. Il testo, semplice ma profondo, è accompagnato da un arrangiamento delicato che amplifica la sua carica emotiva, rendendolo uno dei brani più amati del repertorio di Pino Daniele.
Tu dimmi quando, quando
Dove sono i tuoi occhi e la tua bocca
Forse in Africa che importa
Tu dimmi quando, quando
Dove sono le tue mani ed il tuo naso
Verso un giorno disperato
Ed io ho sete
Ho sete ancora, ho sete ancora
Tu dimmi quando, quando
Non guardarmi adesso amore
Sono stanco
Perché penso al futuro
Tu dimmi quando, quando
Siamo angeli che cercano un sorriso
Non nascondere il tuo viso
Perché ho sete, ho sete ancora, ho sete ancora
E vivrò, sì vivrò
Tutto il giorno per vederti andar via
Fra i ricordi e questa strana pazzia
E il paradiso, che forse esiste
Chi vuole un figlio non insiste
Oh no, oh no
Tu dimmi quando, quando
Ho bisogno di te almeno un’ora
Per dirti che ti amo ancora
Tu dimmi quando, quando
Lo sai che non ti avrò e sul tuo viso
Sta per nascere un sorriso
Ed io ho sete, ho sete ancora, ho sete ancora
E vivrò, sì vivrò
Tutto il giorno per vederti andare via, uh
Fra i ricordi e questa strana pazzia
E il paradiso, che forse esiste
Chi vuole un figlio non insiste
Oh no, no, no
Lo sai che non ti avrò e sul tuo viso
Sta per nascere un sorriso
Io ho sete, ho sete ancora, ho sete ancora
Tu dimmi quando, quando, mmh
0.11: Massimo Ranieri con i Neri per caso – “Quando” di Pino Daniele – 21
I Neri per Caso nascono a Salerno nel 1991, formati attualmente da Ciro, Gonzalo e Domenico Pablo “Mimì” Caravano, Mario Crescenzo, Massimo de Divitiis e Daniele Blaquier. Dopo gli esordi nei locali salernitani, si fanno conoscere nel 1994 grazie alla partecipazione a Sanremo Giovani con Donne di Zucchero, guadagnandosi un posto tra le Nuove Proposte di Sanremo 1995, dove trionfano con Le ragazze. Il loro primo album, contenente cover e inediti, ottiene un successo straordinario, conquistando sei dischi di platino. Nel 1996 sperimentano strumenti musicali nel disco Strumenti e tornano a Sanremo tra i Big con Mai più sola. Negli anni continuano a pubblicare album, partecipano a progetti cinematografici e tornano a Sanremo in varie occasioni, accompagnando Mietta (2008), Elio e le Storie Tese (2018), Ghemon (2021) e Massimo Ranieri (2025). Nonostante l’addio di Diego Caravano nel 2013, la band rimane un punto di riferimento della musica a cappella italiana.
0.07: LAURO – ELODIE 6: partono con Cocciante e poi passano al pezzo sensualone e ammiccante. Se non avessero fatto a cappella ‘Ancora’ a fine brano, saremmo stati tutti più contenti.
0.06: Credibili, sia nella seriosa e riflessiva A mano a mano, sia nella sensuale e incalzante Folle Città. Bella esibizione dei due concorrenti di Sanremo
0.04: A mano a mano ti accorgi che il vento
Ti soffia sul viso e ti ruba un sorriso
La bella stagione che sta per finire
Ti soffia sul cuore e ti ruba l’amore
E a mano a mano si scioglie nel pianto
Quel dolce ricordo sbiadito dal tempo
Di quando vivevi con me in una stanza
Non c’erano soldi ma tanta speranza
E a mano a mano mi perdi e ti perdo
E quello che è stato ci sembra più assurdo
Di quando la notte eri sempre più vera
E non come adesso nei sabato sera
Ma dammi la mano e torna vicino
Può nascere un fiore nel nostro giardino
Che neanche l’inverno potrà mai gelare
Può crescere un fiore da questo mio amore per te
E a mano a mano vedrai che nel tempo
Lì sopra il suo viso lo stesso sorriso
Che il vento crudele ti aveva rubato
Che torna fedele, l’amore è tornato da te
FOLLE CITTA’ di Loredana Bertè
Folle città, lato B del singolo E la luna bussò, fu scritta da Avogadro e Alberto Radius
“Folle città” dipinge un ritratto vivido e inquieto della realtà urbana, un luogo spietato e caotico in cui il lusso convive con il degrado e la solitudine si intreccia con il bisogno di connessione. La notte amplifica il senso di alienazione, tra immagini crude di indifferenza e fragilità umana. In questo scenario, la protagonista osserva con smarrimento ma non si arrende: resta, resiste, cercando un contatto autentico che possa offrirle un momento di conforto e spezzare, anche solo per un istante, l’angoscia della città.
La signora sviene
L’inquilino sta
Ridono le iene
Fumano i bar
Rotola scricchiola anima mia
Nonostante tutto non voglio andar via
Ah-aha, folle città
Ah-aha, stringimi, parlami, cercami, toccami
Ah-aha, folle città
Ah-aha, ma la notte non mi uccidere
Voglio un letto da dividere, eh
Un amore slitta dentro una rotaia
Sente freddo Elisabetta
Si buca e s’inguaia
Rotola scricchiola anima mia
Nonostante tutto non voglio andar via
Ah-aha, folle città
Ah-aha, lasciami evadere, fammi nascondere
Ah-aha, folle città
Ah-aha, dammi in pasto ai visi pallidi
Fai a pezzi i sogni squallidi
Albe di cemento
Notti di cristallo (albe di cemento)
Solo per appuntamento (motti di cristallo)
Semaforo giallo (solo per appuntamento)
Rotola, scricchiola (semaforo giallo)
Anima mia (rotola, scricchiola)
Nonostante tutto non voglio andar via (nonostante tutto non voglio andar via)
Ah-aha, folle città
Ah-aha, stringimi, parlami, cercami, toccami
Ah-aha, folle città
Ah-aha, ma la notte non mi uccidere
Voglio un letto da dividere, eh
0.04: Achille Lauro e Elodie – “A mano a mano” di Riccardo Cocciante e “Folle città” di Loredana Bertè – 20
A MANO A MANO di Riccardo Cocciante
A mano a mano è un famoso brano musicale del cantautore Riccardo Cocciante, scritto insieme a Marco Luberti. Il brano è stato pubblicato nel 1978. Malgrado non sia stata scritta da Rino Gaetano, né cantata per primo da lui, la sua versione è quella di maggiore successo, nonché una delle canzoni di maggiore successo dell’artista. La canzone è stata cantata dal vivo durante una tournée congiunta proprio con l’accompagnamento di Cocciante e del gruppo New Perigeo.
“A mano a mano” racconta l’amore che, col passare del tempo, si affievolisce ma conserva il desiderio di rinascere. Il brano esprime la malinconia di un sentimento un tempo intenso e sincero, ora offuscato dalle vicissitudini della vita, ma ancora capace di ritrovare la sua luce. È una riflessione toccante sulle dinamiche amorose e sulla possibilità di riscoprire ciò che sembrava perduto. L’interpretazione di Rino Gaetano ha donato alla canzone un’intensa carica emotiva, intrecciando nostalgia e speranza in un inno senza tempo alla forza dell’amore.
0.03: OLLY – BREGOVIC 5: inizio discretamente imbarazzante, a cappella si notano tutti i limiti vocale di Olly. Quando poi parte il discutibile arrangiamento in balcanico-style, va pure peggio. Bocciatissimo.
0.02: THIELE – QUINTALE 6.5: un fine arrangiamento con spruzzata di swing per uno dei più bei brani dell’infinita produzione di Paoli. L’incrocio e la sovrapposizione delle voci funziona, una cover fatta col giusto garbo.
23.59: Trasformare il pezzo di De Andrè in una marcetta da festa paesana non è detto che sia operazione ben riuscita. In più intrecciare il pezzo di Olly con Il Pescatore non fa che aumentare la grande confusione
23.58: “Il pescatore” di Fabrizio De André è una canzone che racconta la vita di un uomo semplice, il pescatore, che attraverso il suo mestiere è in contatto con la natura e con la solitudine del mare. La canzone esplora temi di libertà, spiritualità e redenzione, con il protagonista che, pur vivendo in un mondo di povertà e sacrificio, mantiene un legame profondo con la vita e la morte. Il pescatore rappresenta l’archetipo dell’uomo che, pur vivendo una vita umile, è in sintonia con l’universo, e attraverso la sua figura, De André racconta la bellezza di una vita senza pretese, ma ricca di significato. La canzone si carica di una forte dimensione simbolica, dove il pescatore diventa quasi un “profeta”, un saggio che, attraverso il suo silenzio e la sua quotidianità, offre una riflessione sulla vita e sul senso del nostro passaggio nel mondo.
All’ombra dell’ultimo sole
S’era assopito un pescatore
E aveva un solco lungo il viso
Come una specie di sorriso
Venne alla spiaggia un assassino
Due occhi grandi da bambino
Due occhi enormi di paura
Eran gli specchi di un’avventura
E chiese al vecchio dammi il pane
Ho poco tempo e troppa fame
E chiese al vecchio dammi il vino
Ho sete e sono un assassino
Gli occhi dischiuse il vecchio al giorno
Non si guardò neppure intorno
Ma versò il vino e spezzò il pane
Per chi diceva ho sete e ho fame
E fu il calore di un momento
Poi via di nuovo verso il vento
Davanti agli occhi ancora il sole
Dietro alle spalle un pescatore
Dietro alle spalle un pescatore
E la memoria è già dolore
È già il rimpianto d’un aprile
Giocato all’ombra di un cortile
Vennero in sella due gendarmi
Vennero in sella con le armi
Chiesero al vecchio se lì vicino
Fosse passato un assassino
Ma all’ombra dell’ultimo sole
S’era assopito il pescatore
E aveva un solco lungo il viso
Come una specie di sorriso
E aveva un solco lungo il viso
Come una specie di sorriso
23.57: Olly con Goran Bregović e la Wedding & Funeral Band – “Il pescatore” di Fabrizio De André – 19
Goran Bregović, nato il 22 marzo 1950 a Sarajevo, è un artista che ha attraversato molteplici culture e stili musicali. Figlio di madre serba e padre croato, ha vissuto la sua infanzia in un ambiente segnato dalla pluralità di etnie e religioni della regione balcanica, che ha influenzato profondamente la sua musica. Da giovane, Bregović si avvicina alla musica studiando violino, ma viene espulso per scarsi risultati. Tuttavia, la madre gli regala una chitarra, dando una svolta alla sua carriera musicale. A soli 16 anni, inizia a suonare folk in un bar di Konjic e si unisce ai Kodeksi, band con cui guadagna notorietà. Dopo varie esperienze musicali, entra nei Bijelo Dugme, che diventano il gruppo più famoso della Jugoslavia tra gli anni ’70 e ’80. Con il loro successo, Bregović diventa una figura centrale nella musica balcanica. Dopo lo scioglimento della band, si dedica alla composizione di colonne sonore, collaborando con il regista Emir Kusturica. La sua musica per film come Il tempo dei gitani e Underground lo proietta sulla scena internazionale. Negli anni successivi, Bregović continua a lavorare su progetti musicali e cinematografici, partecipando anche all’Eurovision Song Contest e collaborando con artisti come Samuele Bersani al Festival di Sanremo. Nel 2025, è invitato nuovamente al Festival per accompagnare Olly in un duetto con la sua Wedding and Funeral Band.
23.50: Versione swing del pezzo di Gino Paoli, dopo l’intro di arpa. Arrangiamento accattivante, può piacere come no. Di sicuro i puristi non avranno amato particolarmente questa versione
23.48: CHE COSA C’E’ Di Gino Paoli
Che cosa c’è è una delicata dichiarazione d’amore, espressa con semplicità e immediatezza. Il brano, caratterizzato da un arrangiamento essenziale e un’interpretazione quasi sussurrata, segue la tradizione del valzer, con un crescendo emotivo che si intensifica nel ritornello. Originariamente arrangiata da Ennio Morricone, la canzone si distingue per l’uso raffinato del pianoforte, che dialoga con la voce del cantante in un gioco di contrappunti. Nel tempo, diversi artisti hanno reinterpretato il brano con stili diversi: dalla versione intima e jazzata di Rita Pavone, alla bossa-nova di Bruno Martino, fino all’intensità vocale di Gianni Morandi. Un’interpretazione memorabile è quella dal vivo di Gino Paoli e Ornella Vanoni, che ne hanno esaltato la magia in un duetto carico di emozione. Ancora oggi, Che cosa c’è conserva il suo fascino senza tempo, continuando a emozionare con la sua poetica essenziale e sincera.
Che cosa c’è
C’è che mi sono innamorato di te
C’è che ora non mi importa niente
Di tutta l’altra gente
Di tutta quella gente che non sei tu
Che cosa c’è
C’è che mi sono innamorato di te
C’è che ti voglio tanto bene
Che il mondo mi appartiene
Il mondo mio che è fatto solo di te
Come ti amo
Non posso spiegarti
Non so cosa sento per te
Ma, ma se tu mi guardi
Negli occhi un momento
Puoi capire anche da te
Che cosa c’è
C’è che mi sono innamorato di te
C’è che io ora vivo bene
Se solo stiamo insieme
Se solo ti ho vicino
Ecco che c’è
Ecco che c’è
Ecco che c’è
Come ti amo
Non posso spiegarti
Non so cosa sento per te
Ma, ma se tu mi guardi
Negli occhi un momento
Puoi capire anche da te
Che cosa c’è
C’è che mi sono innamorato di te
C’è che io ora vivo bene
Se solo stiamo insieme
Se solo ti ho vicino
Ecco che c’è
Ecco che c’è
Ecco che c’è
23.47: Joan Thiele con Frah Quintale – “Che cosa c’è” di Gino Paoli – 18
Frah Quintale, pseudonimo di Francesco Servidei, nasce a Brescia il 27 dicembre 1989. Sin da adolescente si avvicina alla musica, formando a 15 anni il duo Fratelli Quintale, con cui pubblica cinque album. Nel 2016 intraprende la carriera solista, esordendo con l’EP 2004 e il singolo Colpa del vino. Il successo arriva nel 2017 con Cratere, inserito nel suo primo album Regardez Moi, che lo consacra tra gli artisti più originali della scena italiana. Nel 2020 pubblica Banzai (lato blu), anticipato dai singoli Farmacia, Contento e Amarena. Nel 2023 unisce le forze con l’amico Coez, dando vita al progetto Lovebars, preceduto dal tormentone estivo Alta marea. Nel 2024 continua a collaborare con artisti come Mace, Marco Mengoni e Gemitaiz. Nel 2025 debutta al Festival di Sanremo nella serata delle cover, al fianco di Joan Thiele per l’interpretazione di Che cosa c’è di Gino Paoli. Con il suo stile inconfondibile e una scrittura diretta ma evocativa, Frah Quintale si è affermato come una delle voci più fresche del panorama musicale italiano.
23.46: COMA COSE – RIGHEIRA 7: l’attacco ‘Sanremo sta finendo’ è una genialata, così come l’inizio inconsuetamente soft. Poi parte il sax, arriva Johnson e niente, ti tuffi negli anni ’80 e non vorresti riemergere più.
23.45: TOSCANO – OFENBACH 6.5: prova ad andare fuori tema rispetto ai colleghi che l’hanno preceduta puntando sulla dance, e alla fine l’esperimento non è malaccio. Un futuro da vocalist l’attende.
23.43: Balla tutto l’Ariston! Johnson avrà anche qualche chiletto in più ma la voce è quella dei tempi migliori
23.42: “Sanremo sta finendo e un anno se ne va…”
23.41: L’ESTATE STA FINENDO Righeira
Autori dei due brani sono gli stessi Righeira, ovvero Stefano Righi e Stefano Rota, e Carmelo La Bionda. Il singolo, pubblicato dalla CGD e prodotto da Righeira e dai La Bionda raggiunse il primo posto delle classifiche in Italia, dove risultò il nono 45 giri più venduto del 1985. Nello stesso anno il brano si aggiudicò inoltre la vittoria del Festivalbar e partecipò a Vota la voce.
La canzone dei Righeira evoca il senso di perdita e la consapevolezza che il tempo scivola inesorabilmente via, portando con sé l’innocenza e la spensieratezza della giovinezza. Il brano esplora l’idea che, mentre l’estate volge al termine, anche la vita cambia irreversibilmente: le esperienze e le emozioni che sembravano senza fine si fanno più rare e fugaci. Il riferimento ai gabbiani che lasciano il mare per cercare cibo nelle discariche simbolizza la disillusione che accompagna il passaggio dall’infanzia all’età adulta, quando le libertà si riducono e le responsabilità crescono. L’immagine della spiaggia deserta, dei lettini chiusi e della nostalgia per il passato, esprime il senso di un tempo che non tornerà più, mentre la vita adulta, con le sue frustrazioni e difficoltà, avanza inevitabilmente. Nonostante ciò, nel cuore rimane il ricordo di un’estate che, seppur finita, non verrà mai dimenticata.
L’estate sta finendo
e un anno se ne va
sto diventando grande
lo sai che non mi va.
In spiaggia di ombrelloni
non ce ne sono più
è il solito rituale
ma ora manchi tu.
Languidi brividi
come il ghiaccio bruciano
quando sto con te.
Baciami
siamo due satelliti
in orbita sul mar.
È tempo che i gabbiani
arrivino in città
L’estate sta finendo
lo sai che non mi va.
Io sono ancora solo
non è una novità
Tu hai già chi ti consola
a me chi penserà.
Languidi brividi…
L’estate sta finendo
e un anno se ne va
sto diventando grande
lo sai che non mi va.
Una fotografia
è tutto quel che ho
ma stanne pur sicura
io non ti scorderò.
L’estate sta finendo
e un anno se ne va
sto diventando grande
anche se non mi va.
L’estate sta finendo
l’estate sta finendo
l’estate sta finendo oh oh oh oh
l’estate sta finendo…
23.41: Coma_Cose con Johnson Righeira – “L’estate sta finendo” dei Righeira – 17
Stefano Righi, meglio conosciuto con il nome d’arte Johnson Righeira, è nato a Torino il 9 settembre 1960. Appassionato di musica, debutta come solista nel 1980 con il singolo Bianca Surf. Tuttavia, la sua carriera prende una svolta decisiva nel 1983, quando incontra Stefano Rota, alias Michael Righeira, con cui fonda il duo Righeira. Il loro primo album, prodotto dai La Bionda, include il celebre brano Vamos a la playa, che diventa un tormentone estivo. Il successo continua con il singolo No tengo dinero, consolidando la loro fama. Nel 1985 esce il secondo album, Bambini Forever, e nel 1986 partecipano al Festival di Sanremo con Innamoratissimo. Nonostante l’iniziale successo, la carriera del duo si affievolisce negli anni successivi, culminando nel 1992 con l’album Uno, zero, centomila, che segna di fatto la fine del loro periodo d’oro. Negli anni 2000, i Righeira si riuniscono e nel 2007 pubblicano Mondovisione, anticipato dal singolo La musica electronica. Nel 2019, Johnson torna a collaborare con La Bionda, pubblicando il singolo Formentera, e nel 2020 fonda l’etichetta discografica Kottolengo. Nel 2025 è annunciato tra i protagonisti del Festival di Sanremo, dove parteciperà ai duetti con i Coma_Cose, interpretando L’estate sta finendo.
23.38: C’erano una volta le cantanti italiane che legavano alla musica dance internazionale la loro voce. Sarah Toscano può… e lo sta dimostrando
23.36: La canzone Be Mine degli Ofenbach è un brano dalle sonorità elettroniche che parla di passione e desiderio, ma anche di una certa malinconia nel non riuscire a raggiungere pienamente l’amore che si desidera. Il testo esprime un sentimento di urgenza e di ricerca di una connessione autentica con l’altro, una sorta di richiesta di “essere amati” senza riserve, pur consapevoli delle difficoltà che possono sorgere. La ripetizione del “Be mine” sottolinea il desiderio di possesso emotivo e la voglia di un amore che sia forte e deciso, ma anche la vulnerabilità che accompagna queste emozioni. Il mix di suoni elettronici e ritmi coinvolgenti amplifica l’intensità emotiva del brano, facendo sì che diventi una canzone che esplora il contrasto tra il desiderio ardente e l’incertezza nei legami affettivi.
And I want you to be mine
Stand up in the club
Come on, let’s go
She want me to come
He want me to go
And if you wanna fight
Let’s start the show
‘Cause I want you to be mine
Stand up in the club
Come on, let’s go
And I want you to come
I won’t let you go
So if you wanna dance
Let’s start the show
‘Cause I want you to be mine
Yeah, I want you to be mine
Yeah, I want you to be mine
Stand up in the club
Come on, let’s go
She want me to come
He want me to go
And if you wanna fight
Let’s start the show
‘Cause I want you to be mine
Stand up in the club
Come on, let’s go
And I want you to come
I won’t let you go
So if you wanna dance
Let’s start the show
‘Cause I want you to be mine
Yeah, I want you to be mine (mine, mine…)
Yeah, I want you to be mine
Yeah, I want you to be mine
23.35: Sarah Toscano con gli Ofenbach – “Overdrive” degli Ofenbach con Norma Jean Martine – 16
Dorian Lo e César De Rummel, meglio conosciuti come Ofenbach, sono due musicisti francesi che si sono incontrati durante gli anni scolastici e hanno sviluppato una passione comune per la musica. Crescendo insieme, sono stati influenzati da icone del rock come i Rolling Stones, i Led Zeppelin e i Supertramp, iniziando a scrivere canzoni fin da giovanissimi. Inizialmente legati al rock, nel tempo il loro interesse si è evoluto verso la musica elettronica, aprendo loro nuove opportunità creative. Nel 2016, lanciando il singolo Be Mine, gli Ofenbach ottengono un successo internazionale, conquistando le classifiche di tutto il mondo. Il brano diventa un vero e proprio fenomeno, portando la band a una notorietà globale. Nel 2017, seguono con Katchi, un altro singolo che ottiene buoni risultati, anche se non riesce a replicare l’enorme successo di Be Mine. Nel 2022, pubblicano il loro primo album in studio, I, e nel 2023 continuano a rilasciare singoli in collaborazione con artisti di rilievo, tra cui James Blunt e Norman Jean Martin, come nel brano Overdrive. Nel 2025, gli Ofenbach sono invitati per la prima volta al Festival di Sanremo, dove accompagneranno Sarah Toscano nella serata delle cover, proponendo una nuova versione di Be Mine.
23.30: CRISTICCHI – AMARA 7: ci sono brani che vanno presi terribilmente sul serio, come La Cura di Battiato. Cristicchi e Amara lo fanno, regalando un’interpretazione che fa sinceramente e autenticamente emozionare.
23.28: La cura è un capolavoro e la versione di Cristicchi e Amara è emozionante. Questa versione probabilmente sarebbe piaciuta a Battiato
23.25: La Cura di Franco Battiato è una canzone che esplora temi di amore incondizionato e di protezione. Il brano racconta il desiderio di prendersi cura di qualcuno in modo totale, con un’intensità che va oltre la semplice affezione. Le parole di Battiato esprimono un amore che è un rifugio, una salvezza e una promessa di sostegno incondizionato. Il testo, carico di poesia, propone l’idea che l’amore possa essere un balsamo in grado di lenire le sofferenze e le difficoltà della vita, trasformandosi in una forza che guarisce e riscatta. La musica, con il suo tono delicato e meditativo, accompagna questa riflessione, creando un’atmosfera intima e profonda, che invita a pensare alla forza salvifica dell’amore in tutte le sue forme.
Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie
Dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via
Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo
Dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai
Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d’umore
Dalle ossessioni delle tue manie
Supererò le correnti gravitazionali
Lo spazio e la luce per non farti invecchiare
E guarirai da tutte le malattie
Perché sei un essere speciale
Ed io, avrò cura di te
Vagavo per i campi del Tennessee
Come vi ero arrivato, chissà
Non hai fiori bianchi per me?
Più veloci di aquile i miei sogni
Attraversano il mare
Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza
Percorreremo assieme le vie che portano all’essenza
I profumi d’amore inebrieranno i nostri corpi
La bonaccia d’agosto non calmerà i nostri sensi
Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto
Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono
Supererò le correnti gravitazionali
Lo spazio e la luce per non farti invecchiare
Ti salverò da ogni malinconia
Perché sei un essere speciale
Ed io avrò cura di te
Io sì, che avrò cura di te
23.24: Simone Cristicchi con Amara – “La cura” di Franco Battiato – 15
Erika Mineo, in arte Amara, nasce a Prato il 14 giugno 1984 sotto il segno dei Gemelli. Fin da giovane si appassiona alla musica, iniziando la sua carriera nel mondo dei talent show, prendendo parte alla quinta edizione di Amici di Maria De Filippi. Successivamente, partecipa a SanremoLab nel 2008 e 2009, e a Area Sanremo nel 2010 e 2011, classificandosi tra i vincitori in tutte le edizioni. Nel 2010 vince il Premio Lunezia nella categoria Nuove Proposte con il brano Mani e ottiene una borsa di studio da Mogol per il CET, il Centro Europeo di Toscolano.
Nel 2014, Amara vince per la quinta volta Area Sanremo e partecipa al Festival di Sanremo tra le Nuove Proposte con Credo, arrivando al quarto posto. Nel 2015 vince il Premio Lunezia per l’album Donna Libera. Due anni dopo torna a Sanremo con Pace, cantato insieme a Paolo Vallesi. Lo stesso anno vince il premio per il Miglior testo grazie alla canzone Che sia benedetta portata in gara da Fiorella Mannoia.
Negli ultimi anni, pur essendo lontana dal mainstream, Amara ha intrapreso una collaborazione musicale e teatrale con Simone Cristicchi. Nel 2025, è scelta dal cantautore romano come partner per la serata dei duetti del Festival di Sanremo, per interpretare La cura di Franco Battiato.
23.23: GIORGIA – ANNALISA :8.5 Giorgia fa spellare le mani pure se canta l’elenco telefonico, Annalisa di solito fa ballare, ma qui canta, e anche bene. Dove possiamo risentirle in loop fino a domani?
23.22: GABBANI – TRICARICO 7.5: i due franceschi sul palco parlano la stessa lingua, e Gabbani entra comodo nel vestito della canzone-slogan della carriera di Tricarico, e finisce col farla sua con sorprendente, e rivelatrice, semplicità.
23.21: L’ovazione dell’Ariston
23.19: Due eccellenze della musica italiana a confronto con un’eccellenza della musica mondiale. Difficile togliere gli occhi dal televisore in questi quattro minuti di virtuosismi. C’è la tecnica, c’è l’emozione. Promesse mantenute
23.17: SKYFALL Di Adele
E’ un brano scritto da Adele Laurie Blue Adkins / Paul Richard Epworth. E’ la canzone che accompagna i titoli iniziali dell’omonimo film Skyfall, della serie cinematografica di James Bond. “Skyfall” rappresenta la fine di un amore e il momento in cui tutto crolla, lasciando spazio a un’ultima possibilità. La canzone evoca un’atmosfera intensa e drammatica, in cui il protagonista è chiamato a contare fino a dieci prima di affrontare la verità e accettare il destino della relazione. Le immagini di terra che trema e cuori che esplodono suggeriscono un legame profondo ormai giunto al limite, un punto di non ritorno. Nonostante le difficoltà e le ombre del passato, resta la consapevolezza di affrontare insieme la fine, con fierezza e dignità. Nel testo emerge anche un senso di distacco e forza interiore: si può conoscere qualcuno nel profondo, ma il cuore, l’essenza più vera, resta sempre inaccessibile. Skyfall diventa così un simbolo di resa e rinascita, in cui il crollo non è solo la fine, ma anche un nuovo inizio.
This is the end
Hold your breath and count to ten
Feel the Earth move and then
Hear my heart burst again
For this is the end
I’ve drowned and dreamt this moment
So overdue, I owe them
Swept away, I’m stolen
Let the sky fall
When it crumbles
We will stand tall
Face it all together
Let the sky fall
When it crumbles
We will stand tall
Face it all together
At Skyfall
At Skyfall
Skyfall is where we start
A thousand miles and poles apart
Where worlds collide and days are dark
You may have my number, you can take my name
But you’ll never have my heart
Let the sky fall (let the sky fall)
When it crumbles (when it crumbles)
We will stand tall (we will stand tall)
Face it all together
Let the sky fall (let the sky fall)
When it crumbles (when it crumbles)
We will stand tall (we will stand tall)
Face it all together
At Skyfall
Where you go, I go
What you see, I see
I know I’d never be me
Without the security
Of your loving arms
Keeping me from harm
Put your hand in my hand
And we’ll stand
Let the sky fall (let the sky fall)
When it crumbles (when it crumbles)
We will stand tall (we will stand tall)
Face it all together
Let the sky fall (let the sky fall)
When it crumbles (when it crumbles)
We will stand tall (we will stand tall)
Face it all together
At Skyfall
Let the sky fall
We will stand tall
At Skyfall
Ooh
23.16: Giorgia con Annalisa – “Skyfall” di Adele – 14
Annalisa Scarrone, in arte Annalisa, si avvicina alla musica sin da bambina, iniziando a suonare a sei anni e approfondendo poi lo studio della chitarra, del pianoforte e del flauto traverso. Il suo talento si affianca a un impegno costante, che la porta a conciliare la carriera artistica con una laurea in fisica. Dopo anni di studio e sacrifici, nel 2011 trova la svolta entrando nell’accademia di Amici, dove conquista la critica con la sua tecnica raffinata. Da lì inizia un percorso in crescita: partecipa più volte a Sanremo, affermandosi con brani come Dieci e Bellissima, che la consacrano come una delle voci più amate del pop italiano. Nel 2023 domina le classifiche con Mon Amour e Disco Paradise, duettando con Fedez e Articolo 31. L’album E poi siamo finiti nel vortice raggiunge la vetta della classifica FIMI, mentre il suo primo concerto al Forum di Assago segna un traguardo storico. Nel 2024 torna a Sanremo con Sinceramente e conquista l’estate con un duetto con Tananai, vincendo il Power Hits Estate. Il suo successo si estende anche a livello internazionale con un MTV Europe Music Award, confermandola come una delle artiste più influenti del panorama musicale italiano.
23.06: Toccante ed originale la versione acustica di Io sono Francesco che fu un grande successo a cavallo dell’inizio del millennio. Emozionante
23.05: IO SONO FRANCESCO Di Tricarico
Io sono Francesco è il singolo d’esordio di Francesco Tricarico uscito nel settembre 2000 ed in seguito inserito nel suo primo album Tricarico. Io sono Francesco racconta un episodio autobiografico che segna profondamente il protagonista. Da bambino, Francesco si trovò ad affrontare un tema scolastico sulla figura paterna, nonostante fosse orfano di padre, morto in servizio quando aveva solo tre anni. La maestra, ignorando questa dolorosa realtà, lo obbligò comunque a scrivere il compito, un evento che lo colpì profondamente. Il brano, pur trattando un tema doloroso, è caratterizzato da un testo semplice ma profondo, scritto con uno stile che ricorda una filastrocca per bambini. La melodia orecchiabile e spensierata contrasta con la gravità del tema, creando una sorta di leggerezza che nasconde un messaggio di resilienza. Tricarico, che ha superato il trauma grazie anche al sostegno di una figura paterna non biologica, inserisce nel testo il concetto che “il padre è solo un uomo / e gli uomini son tanti / scegli il migliore / seguilo e impara”, un invito a trovare modelli positivi nella vita. La canzone evidenzia anche la sua versatilità come compositore, capace di unire soluzioni musicali differenti e influenze jazz in un brano che rimane subito nell’orecchio.
Buongiorno buongiorno io sono Francesco
Io ero un bambino che rideva sempre
Ma un giorno la maestra dice oggi c’è il tema
Oggi fate il tema, il tema sul papà
Io penso è uno scherzo sorrido e mi alzo
Le vado lì vicino ero contento
Le dico non ricordo mio padre è morto presto
Avevo solo tre anni non ricordo non ricordo
Lei sa cosa mi dice neanche mi guardava
Beveva il cappuccino non so con chi parlava
Dice qualche cosa qualcosa ti avran detto
Ora vai a posto e lo fai come tutti gli altri
Puttana puttana, puttana la maestra
Puttana puttana, puttana la maestra
Io sono andato al posto ricordo il foglio bianco
Bianco come un vuoto per vent’anni nel cervello
E poi ho pianto non so per quanto ho pianto
Su quel foglio bianco io non so per quanto ho pianto
Brilla brilla la scintilla brilla in fondo al mare
Venite bambini venite bambine e non lasciatela annegare
Prendetele la mano e portatela via lontano
E datele i baci e datele carezze e datele tutte le energie
Cadono le stelle è buio e non ci vedo e la primavera
È come l’inverno il tempo non esiste neanche l’acqua del mare
E l’aria io non riesco a respirare
E a dodici anni ero quasi morto
Ero in ospedale non mangiavo più niente
E poi pulivo i bagni, i vetri e i pavimenti
Per sei sette anni seicento metri quadri
Tadana tadadana
Tanananana Tananana
E il mio capo il mio capo mi ha salvato
Li ci sono giochi se vuoi puoi giocare il padre è solo un uomo
E gli uomini son tanti scegli il migliore seguilo e impara
Buongiorno buongiorno io sono Francesco
Questa mattina mi sono svegliato presto
In fondo in quel vuoto io ho inventato un mondo
Sorrido prendo un foglio scrivo viva Francesco
Brilla brilla la scintilla brilla in fondo al mare
Venite bambini venite bambine e non lasciatela annegare
Prendetele la mano e portatela via lontano
E datele i baci e datele carezze e datele tutte le energie
Venite bambini venite bambine
E ditele che il mondo può essere diverso
Tutto può cambiare la vita può cambiare
E può diventare come la vorrai inventare
Ditele che il sole nascerà anche d’inverno
Che la notte non esiste guarda la luna
Ditele che la notte è una bugia
Che il sole c’è anche c’è anche la sera
23.04: Francesco Gabbani con Tricarico – “Io sono Francesco” di Tricarico
Francesco Maria Tricarico nasce a Milano il 1° febbraio 1971. Figlio di un aviatore di Gallipoli che muore quando Francesco ha solo tre anni, la sua passione per la musica nasce fin da giovane. Si diploma in flauto traverso al Conservatorio di Milano, ma è nel 2000 che emerge sulla scena musicale italiana con il singolo Io sono Francesco, che racconta la sua dolorosa vicenda familiare e ottiene un enorme successo, conquistando anche il disco di platino. Nonostante un inizio esplosivo, Tricarico fatica a replicare il successo con i brani successivi, come Drago e La pesca, pur ricevendo apprezzamenti dalla critica. Nel 2002 esce il suo primo album, Tricarico, e apre alcuni concerti di Jovanotti. Nel 2004 pubblica il secondo disco, Frescobaldo nel recinto, anticipato dal singolo Cavallino, ma il successo non è altrettanto clamoroso. Nel 2008 partecipa al Festival di Sanremo con Vita tranquilla, vincendo il premio della critica, e l’anno successivo torna sul palco con Il bosco delle fragole. La sua carriera continua con altre apparizioni a Sanremo, inclusa quella del 2011 con Tre colori. Nel 2019, Tricarico pubblica il singolo A Milano non c’è il mare, in collaborazione con Francesco De Gregori. Dopo anni di silenzio sulla scena sanremese, nel 2025 è annunciato come protagonista della serata delle cover e dei duetti del Festival di Sanremo, dove canta Io sono Francesco al fianco di Francesco Gabbani.
23.03: Carlo Conti veste i panni di Mahmood, gag simpatica
23.00: Kobra e Tuta gold
22.58: Soldi
22.57: Ra ta ta
22.56: Mahmood sul palco dell’Ariston. NLDA Intro”, “Bakugo”,
22.48: HUNT – CLEMENTINO 6: alla fine, divertono e si divertono. Reunion from Napoli che omaggia il Pino nazionale, a cui regalano un ritorno in voce e video che commuove l’Ariston.
22.46: MARCELLA – TWIN VIOLINS 7.5: davanti agli occhi velati di commozione del fratello Gianni, dà anima e cuore ad uno dei brani più belli del Celentano di fine millennio. Voce di rara eleganza, ancora e sempre, anche a 70 anni ampiamente superati. Chapeau.
22.45: Il ritmo c’è, l’Ariston balla. Non poteva che essere così, con le barre rap. C’è di meglio… però la chiusura con la voce di Pino Daniele è toccante
22.43: La canzone Yes I Know My Way di Pino Daniele è un brano che riflette un forte senso di consapevolezza e determinazione. Nel testo, l’autore esprime la sua volontà di seguire il proprio cammino, nonostante le difficoltà e le incertezze della vita. La frase “I know my way” (so quale è la mia strada) diventa un’affermazione di fiducia in sé stessi, un invito a rimanere fedeli alle proprie scelte e alla propria identità. La canzone è anche un viaggio interiore, un’esplorazione del proprio percorso di vita, che pur passando attraverso sfide e momenti complessi, si sviluppa con una chiara direzione. La melodia, che mescola elementi di blues, jazz e rock, accentua questo messaggio di libertà e autodeterminazione.
Yes I know my way
Ma nun’ è addò m’aie purtato tu
Yes I know my way
Mo’ nun me futte cchiù
Mo’ nun me futte cchiù
Tu vaje deritto e i’ resto a pere
Va tu va, tant’io sbareo
Yes I know my way
‘E guaie mie ‘e saccio i’
Ma chi me crede
Yes I know my way
Ma tu nun puo’ venì
Ma tu nun puo’ venì
I’ m’arreseco sulo si vale ‘a pena ‘e tentà’
Ma po’ chi mm’o ffa’ fa
Siente fa’ accussì
Nun dà retta a nisciuno
Fatte ‘e fatte tuoie
Ma si haje suffrì’ caccia ‘a currea
Siente fa’ accussì
Miette ‘e creature ‘o sole
Pecché hanna sapè’ addò fà friddo
E addò fà cchiù calore
Yes I know my way
Ma nun’ è addò m’aie purtato tu
Yes I know my way
Mo’ nun me futte cchiù
Mo’ nun me futte cchiù
Tu vaje deritto e i’ resto a pere
Va tu va, tant’io sbareo
Siente fa’ accussì
Nun dà retta a nisciuno
Fatte ‘e fatte tuoie
Ma si haje suffrì’ caccia ‘a currea
Siente fa’ accussì
Miette ‘e creature ‘o sole
Pecché hanna sapè’ addò fà friddo
E addò fà cchiù calore
Yes I know my way
Yes I know my way
My way
Mo’ nun me futte cchiù
Mo’ nun me futte cchiù
Yes I know my way
Yes I know my way
My way, my way
22.43: Rocco Hunt con Clementino – “Yes I know my way” di Pino Daniele – 12
Clemente Maccaro, in arte Clementino, nasce ad Avellino il 21 dicembre 1982 e cresce nell’hinterland napoletano, tra Cimitile e Nola. A soli 14 anni si avvicina al mondo dell’hip hop, facendo il suo debutto nel freestyle. Nel 2004 vince il premio Tecniche Perfette, iniziando a farsi conoscere a livello nazionale. Il suo primo album, Nopolimanicomio, esce nel 2006, miscelando brani in italiano e napoletano. Nel 2011 pubblica il suo secondo disco, I.E.N.A. (Io e nessun altro), ma è nel 2012 che la sua carriera decolla grazie alla collaborazione con Fabri Fibra nel singolo Ci rimani male / Chimica Brother. L’anno successivo partecipa al Festival di Sanremo come accompagnatore degli Almamegretta e pubblica Mea culpa, che segna il suo primo grande successo. Al suo interno collaborazioni con artisti come Fibra, Marracash e Jovanotti. Nel 2015 partecipa di nuovo a Sanremo con Quando sono lontano, ottenendo il settimo posto, e nel 2017 ritorna con Ragazzi fuori. Continuando la sua carriera, pubblica diversi album, tra cui Miracolo! (2015) e Vulcano (2017), e raggiunge successi come ‘O vient. Negli anni più recenti, Clementino si afferma anche come personaggio televisivo, ricoprendo ruoli come giudice in The Voice Senior e The Voice Kids. Nel 2022 pubblica Black Pulcinella e continua a fare concerti in tutta Italia. Nel 2025 ritorna al Festival di Sanremo nella serata dei duetti, omaggiando Pino Daniele con Rocco Hunt.
22.39: THE KOLORS – DA VINCI 6: ci fosse stato in palio il premio karaoke, l’avrebbero stravinto. Nel ritornello in visibilio soprattutto la (nutrita) quota partenopea dell’Ariston. La buttano amabilmente in caciara, e alla fine funziona.
22.35: Marcella che canta un pezzo del fratello Gianni Bella non è una novità ma questo pezzo, confezionato per Celentano, non l’aveva mai cantato in pubblico. Gianni Bella è presente all’Ariston. Un momento toccante grazie soprattutto alla splendida voce e capacità interpretativa della cantante siciliana
22.34: L’EMOZIONE NON HA VOCE Di Adriano Celentano
L’emozione non ha voce di Adriano Celentano è una canzone intensa e profonda che racconta la difficoltà di esprimere i sentimenti a parole. Il brano, scritto da Mogol e Gianni Bella, è un inno all’amore sincero, che va oltre le dichiarazioni verbali e si manifesta nei gesti e nella presenza costante accanto alla persona amata. Il testo mette in luce l’incapacità di comunicare con le frasi giuste, sottolineando però che le emozioni non hanno bisogno di parole per essere vere e autentiche. È una dichiarazione d’amore semplice e diretta, in cui la voce interiore diventa più forte del linguaggio, perché ciò che conta davvero si sente con il cuore. Con la sua melodia dolce e malinconica, il brano è diventato un classico della musica italiana, capace di toccare le corde più profonde dell’anima.
Io non so parlar d’amore
L’emozione non ha voce
E mi manca un po’ il respiro
Se ci sei c’è troppa luce
La mia anima si spande
Come musica d’estate
Poi la voglia sai mi prende
E si accende con i baci tuoi
Io con te sarò sincero
Resterò quel che sono
Disonesto mai lo giuro
Ma se tradisci non perdono
Ti sarò per sempre amico
Pur geloso come sai
Io lo so mi contraddico
Ma preziosa sei tu per me
Tra le mie braccia dormirai
Serenamente
Ed è importante questo sai
Per sentirci pienamente noi
Un’altra vita mi darai
Che io non conosco
La mia compagna tu sarai
Fino a quando so che lo vorrai
Due caratteri diversi
Prendon fuoco facilmente
Ma divisi siamo persi
Ci sentiamo quasi niente
Siamo due legati dentro
Da un amore che ci dà
La profonda convinzione
Che nessuno ci dividerà
Tra le mie braccia dormirai
Serenamente
Ed è importante questo sai
Per sentirci pienamente noi
Un’altra vita mi darai
Che io non conosco
La mia compagna tu sarai
Fino a quando lo vorrai
Poi vivremo come sai
Solo di sincerità
Di amore e di fiducia
Poi sarà quel che sarà
Tra le mie braccia dormirai
Serenamente
Ed è importante questo sai
Per sentirci pienamente noi
Pienamente noi
22.31: Marcella Bella con i Twin Violins – “L’emozione non ha voce” di Adriano Celentano – 11
I Twin Violins, ovvero Mirko e Valerio Lucia, sono due giovani talenti del violino nati ad Agrigento nel 2007 e cresciuti a Porto Empedocle. Il loro amore per la musica nasce all’età di otto anni, quando, affascinati da un vecchio violino appeso a un muro, chiedono ai genitori di poterlo suonare. In poco tempo, dimostrano un talento straordinario. La svolta arriva durante il lockdown del 2020, quando iniziano a pubblicare sui social alcune cover per violino. Tra queste, la loro versione di Viva la Vida dei Coldplay diventa virale, fino a catturare l’attenzione di Chris Martin, che la condivide sui profili ufficiali della band, portandoli alla ribalta internazionale. Il successo si consolida con l’apprezzamento di Penelope Cruz e l’utilizzo del video in uno show di Ellen DeGeneres. Oggi, la loro carriera è in continua crescita. Dopo aver calcato importanti palcoscenici, nel 2025 approdano al Festival di Sanremo, chiamati da Marcella Bella per accompagnarla in una cover di L’emozione non ha voce di Adriano Celentano.
22.29: Benji & Fede – “Dove e quando” dal Suzuki Stage
Benji & Fede, duo musicale italiano formato da Benjamin Mascolo e Federico Rossi, si sono conosciuti nel 2010 grazie ai social, unendo subito le loro passioni per la musica. Dopo aver iniziato con cover su YouTube, nel 2015 pubblicano il primo album 20:05, che li porta al successo con brani come Tutta d’un fiato. Negli anni successivi consolidano la loro carriera con album di successo come 0+ (2016), Siamo solo noise (2018) e Good Vibes (2019), collaborando con artisti come Annalisa e Rocco Hunt. Il loro stile pop fresco e orecchiabile conquista il pubblico giovane, rendendoli protagonisti della scena musicale italiana. Nel 2020, a sorpresa, annunciano lo scioglimento del duo per intraprendere carriere da solisti. Benjamin si dedica alla musica internazionale e alla recitazione, mentre Federico continua come cantautore. Nonostante la separazione, Benji & Fede restano un simbolo della musica pop italiana degli anni 2010, con milioni di fan che continuano a seguire il loro percorso artistico. Nel 2024 annunciano la reunion.
22.29: THE KOLORS – DA VINCI 6: ci fosse stato in palio il premio karaoke, l’avrebbero stravinto. Nel ritornello in visibilio soprattutto la (nutrita) quota partenopea dell’Ariston. La buttano amabilmente in caciara, e alla fine funziona.
22.26: Si canta e si balla con Sal Da Vinci e i The Kolor. Uno dei grandi successi radiofonici del 2024, con suoni elettronici anni ’80. Il pezzo non è originalissimo ma funziona alla grande
22.24: “Rossetto e caffè” di Sal Da Vinci è una canzone che racconta una storia di passione, nostalgie e piccoli gesti quotidiani che evocano ricordi intensi. Il brano unisce romanticismo e realtà, dipingendo un quadro di un amore che si rivive nei dettagli, come il rossetto e il caffè, simboli di un incontro intimo e di un legame che rimane impresso nella memoria. La melodia accattivante e il testo evocativo sottolineano l’importanza delle piccole cose che, seppur semplici, diventano fondamentali nel ricordo di una persona amata. La canzone esplora anche la sensazione di vivere il presente, ma con un pensiero che corre al passato, ai momenti che non si possono dimenticare.
Ma che serata, da solo o in compagnia
Quanto ho bevuto senza te
Mi lascio dietro la musica che c’è
Ho bisogno, adesso, di sentire te
Spero solo che tu non ti arrabbi di più
Come hai fatto già prima, con me
E poi se ti richiamo è perché ho voglia di te
Di te che mi conosci e sai ca mor’ per te
Dimmi solo se vuoi, io ci sono stanotte, ogni notte
Tu chiama e je corru addu ‘te
E adesso le mie labbra sanno solo di te
È un gusto dolce e amaro, tra rossetto e caffè
Sei la mia gelosia
Sei passione, dolore e follia
Guarda che luna, prima di andare via
Vuole vederti ancora mia
Un altro bacio, ‘na sigaretta je e te
Sembra quasi di fumare il tuo profumo
Tu sei molto di più, sulu tu e niente ‘cchiù
E dimmell’ ‘ca more pe’ me
E poi se ti richiamo è perché ho voglia di te
Di te che mi conosci e sai ca mor’ per te
Dimmi solo se vuoi, io ci sono stanotte, ogni notte
Tu chiama e je corru addu ‘te
E adesso le mie labbra sanno solo di te
È un gusto dolce e amaro, tra rossetto e caffè
Sei la mia gelosia
Sei passione, dolore e follia
E adesso le mie labbra sanno solo di te
È un gusto dolce e amaro, tra rossetto e caffè
Sei la mia gelosia
Sei passione, dolore e follia
22.23: The Kolors con Sal Da Vinci – “Rossetto e caffè” di Sal Da Vinci – 10
Salvatore Michael Sorrentino, in arte Sal Da Vinci, nasce il 7 aprile 1969 a New York, sotto il segno dell’Ariete. Napoletano di origine, trascorre i primi anni della sua vita negli Stati Uniti a causa della carriera del padre Mario, cantante della sceneggiata napoletana. Già a sei anni, Sal si esibisce per la prima volta davanti a un pubblico e, nel 1976, pubblica il suo primo album insieme al padre. L’anno successivo debutta in teatro con una sceneggiata e, nel 1978, recita nel film Figlio mio sono innocente!. La sua carriera si sposta rapidamente dal cinema alla musica: nel 1982, debutta come solista con l’album ‘O guappo ‘nnamurato. Nel 1986, Sal diventa noto al pubblico nazionale recitando nel film di Carlo Verdone Troppo forte, ma negli anni ’90 si dedica completamente alla musica. Partecipa a trasmissioni come Una voce per San Remo e pubblica il suo primo album ufficiale. Con il singolo Vera, conquista anche il pubblico sudamericano. Negli anni 2000, Sal Da Vinci ottiene successi come Oh Marì e nel 2009 arriva terzo al Festival di Sanremo con Non riesco a farti innamorare. Nel 2012, il suo album È così che gira il mondo raggiunge il 12° posto in classifica. Prosegue tra musica, musical e teatro, ed è spesso presente in televisione. Nel 2024, grazie al brano Rossetto e caffè, Sal ottiene grande successo, diventando virale su TikTok. Sebbene escluso dal Festival di Sanremo 2025, si esibisce come ospite nella serata delle cover, cantando il suo hit con i The Kolors.
22.17: GAIA – TOQUINO 5.5: le aspettative erano alte, la scelta apparentemente azzeccata, ma alla fine non trascina quanto ci si sarebbe aspettati. Toquino, poco in bolla, stonicchia, Gaia raddrizza solo in parte la barca. Bel finale in crescendo, col supporto della super orchestra.
22.15: Interpretazione un po’ scolastica ma nel finale trascinante
22.13: Un viaggetto tra Bahia e Rio de Janeiro con il pezzo di Ornella Vanoni che della musica brasiliana è stata l’ambasciatrice in Italia per tanti anni
22.12: La canzone La voglia, la pazzia è stata scritta da Vinícius de Moraes, con la musica di Toquinho. Il testo italiano è stato adattato da Giorgio Calabrese. La voglia, la pazzia è una canzone che esprime un amore vissuto nel presente, senza guardare al passato o al futuro. I protagonisti si abbandonano alla bellezza del momento, vivendo intensamente l’emozione dell’amore, senza farsi sopraffare dai dubbi o dalle preoccupazioni. La canzone trasmette un senso di leggerezza e libertà, dove l’amore è visto come una forza travolgente, simile a un carnevale che porta con sé passione, follia e spensieratezza. È il desiderio di lasciarsi andare completamente, per perdersi l’uno nell’altro, senza pensare a nulla se non alla gioia di stare insieme.
A questo punto
Stiamo tanto bene io e te
Che non ha senso
Tirar fuori i come ed i perché.
Cerchiamo insieme
Tutto il bello della vita
In un momento
Che non scappi tra le dita.
E dimmi ancora
Tutto quello che mi aspetto già
Che il tempo insiste
Perché esiste il tempo che verrà.
A questo punto
Buonanotte all’incertezza
Ai problemi all’amarezza
Sento il carnevale entrare in me.
E sento crescere la voglia, la pazzia
L’incoscienza e l’allegria
Di morir d’amore insieme a te
22.11: Gaia con Toquinho -“La voglia, la pazzia” di Ornella Vanoni – 09
Antonio Pecci Filho, conosciuto con il nome d’arte di Toquinho, nasce il 6 luglio 1946 a San Paolo, Brasile. Fin da bambino, sviluppa una passione per la musica, influenzato dai grandi della bossa nova e dal pianista Johnny Alf. Impara a suonare la chitarra sotto la guida di Paulinho Nogueira e, ancora giovane, decide di diventare un musicista professionista. Negli anni Sessanta, debutta come compositore con il brano Lua Cheia. Nel 1969, la sua carriera prende una svolta importante quando incontra Vinicius de Moraes, con cui inizia una lunga e fruttuosa collaborazione. Negli anni Settanta, a causa di un colpo di stato militare in Brasile, Toquinho si rifugia in Italia, dove lavora con grandi artisti italiani come Sergio Endrigo, Sergio Bardotti e Ornella Vanoni, che diventa un’importante figura di riferimento per lui e altri musicisti brasiliani. Il suo successo in Italia è consolidato nel 1983 con l’album Acquarello, che ottiene un grande successo sia in Italia che in Sud America. Nel 1990, partecipa al Festival di Sanremo per la prima volta, cantando in portoghese il brano Ringrazio Dio, presentato da Paola Turci. Nel 2025, Toquinho torna sul palco di Sanremo, questa volta in duetto con Gaia per interpretare La voglia, la pazzia di Ornella Vanoni, dimostrando che la sua musica continua ad affascinare nuove generazioni.
22.09: IRAMA – ARISA 7: gran bell’arrangiamento, nel pezzo sin qui più ‘san valentiniano’ della serata. Spicca più la quota rosa di Arisa, ma anche Irama si destreggia meglio di quanto ci aspettavamo.
22.07: Il pezzo è toccante, Irama la voce ce l’ha e Arisa è una delle migliori voi femminili italiane. La presenza massiccia dei violoncelli sul palco aggiunge emozioni. Funziona
22.05: SAY SOMETHING Di A great big world e Christina Aguilera
Say Something è un singolo del duo statunitense A Great Big World in collaborazione con Christina Aguilera. Il brano ha portato al duo e alla Aguilera un Grammy Award per la miglior performance pop di un duo o un gruppo nella cerimonia del 2015. Commercialmente il brano ha ottenuto successo a seguito della collaborazione con Aguilera, raggiungendo la quarta posizione della Billboard Hot 100 statunitense e Official Singles Chart britannica, oltre che la prima posizione delle classifiche di vendita di Australia, Belgio e Canada.
“Say Something” è un brano che esprime con intensità il dolore della rinuncia e la difficoltà di accettare la fine di un legame. Il testo racconta il momento in cui, dopo aver lottato per un amore, ci si trova costretti a lasciarlo andare, pur sapendo che il sentimento è ancora vivo. La canzone trasmette un senso di impotenza e smarrimento, con immagini di cadute e tentativi di rialzarsi, simboleggiando il difficile percorso di chi cerca di imparare ad amare e accettare le proprie fragilità. Il protagonista si sente piccolo di fronte alla grandezza del sentimento e del distacco, e con un filo di voce chiede un ultimo segnale prima di arrendersi del tutto. “Say Something” diventa così una confessione intima di dolore e rimpianto, ma anche un passo verso la consapevolezza che, a volte, l’unico modo per amare davvero è trovare il coraggio di lasciar andare.
Say something, I’m giving up on you
I’ll be the one, if you want me to
Anywhere, I would’ve followed you
Say something, I’m giving up on you
And I am feeling so small
It was over my head
I know nothing at all
And I will stumble and fall
I’m still learning to love
Just starting to crawl
Say something, I’m giving up on you
I’m sorry that I couldn’t get to you
Anywhere, I would’ve followed you
Say something, I’m giving up on you
And I will swallow my pride
You’re the one that I love
And I’m saying goodbye
Say something, I’m giving up on you
And I’m sorry that I couldn’t get to you
And anywhere, I would’ve followed you, oh-oh
Say something, I’m giving up on you
Say something, I’m giving up on you
Say something
22.04: Irama con Arisa – “Say something” degli A Great Big World con Christina Aguilera – 08
Rosalba Pippa, in arte Arisa, nasce a Genova il 20 agosto 1982 e cresce a Pignola, in provincia di Potenza. Fin da piccola sviluppa una forte passione per la musica, ispirata dalle voci di Mariah Carey e Céline Dion. Dopo vari lavori, tra cui cameriera ed estetista, si trasferisce a Milano in attesa della grande occasione, che arriva nel 2009 con la vittoria a Sanremo Giovani grazie al brano Sincerità. La sua immagine originale e il talento vocale la rendono subito riconoscibile. Dopo il secondo posto a Sanremo 2012 con La notte, nel 2014 vince tra i Campioni con Controvento. Non solo cantante, Arisa si afferma anche in TV, partecipando a X Factor come giudice e co-conducendo Sanremo nel 2015. Nel 2021 torna all’Ariston con Potevi fare di più e si dedica alla TV come insegnante di Amici e giudice di The Voice Kids. Nel 2024 segna il suo ritorno alla musica con Baciami stupido e interpreta Tutti a scuola per il film Il ragazzo dai pantaloni rosa. Nel 2025 torna a Sanremo nella serata dei duetti con Irama, confermandosi una delle voci più versatili del panorama italiano.
22.01: BRANCALE – AMOROSO 7.5: il duetto del venerdì certifica, ce ne fosse bisogno, che la Brancale che piace di più è questa, che il suo terreno di pascolo è distante dal brano che ha portato in gara. L’Amoroso abbassa la media.
22.00: Brancale è soul, Amoroso anche no
21.58: La vera Serena Brancale è questa! Poche storie! Precisa, delicata, aggressiva, credibile nell’R&B. Alessandra Amoroso non regge troppo il confronto ma l’impegno c’è stato
21.57: “If I Ain’t Got You” di Alicia Keys è una riflessione profonda sul valore delle cose davvero importanti nella vita. La canzone parla del fatto che, nonostante i beni materiali e il successo possano essere desiderabili, niente è più significativo dell’amore autentico e delle relazioni sincere. Alicia Keys canta con intensità che senza amore, tutte le ricchezze, le fama e gli oggetti di lusso sono insignificanti. Il brano mette in evidenza l’importanza di ciò che è intangibile e che si prova nel cuore, come l’affetto, la connessione e la verità nelle emozioni. Con il suo mix di soul e R&B, la canzone diventa un inno alla ricerca di una felicità che non dipenda dalle cose esteriori, ma dall’amore che riempie realmente la vita.
Mmm, mmm, mmm, yeah
Some people live for the fortune
Some people live just for the fame
Some people live for the power, yeah
Some people live just to play the game
Some people think
That the physical things
Define what’s within
And I’ve been there before
That life’s a bore
So full of the superficial
Some people want it all
But I don’t want nothing at all
If it ain’t you, baby
If I ain’t got you, baby
Some people want diamond rings
Some just want everything
But everything means nothing
If I ain’t got you, yeah
Some people search for a fountain
Promises forever young
Some people need three dozen roses
And that’s the only way to prove you love them
Hand me the world
On a silver platter
And what good would it be?
With no one to share
With no one who truly cares for me?
Some people want it all
But I don’t want nothing at all
If it ain’t you, baby
If I ain’t got you, baby
Some people want diamond rings
Some just want everything
But everything means nothing
If I ain’t got you, you, you
Some people want it all
But I don’t want nothing at all
If it ain’t you, baby
If I ain’t got you, baby
Some people want diamond rings
Some just want everything
But everything means nothing
If I ain’t got you, yeah
If I ain’t got you with me, baby
Oh, whoo-ooh
Said nothing in this whole wide world don’t mean a thing
If I ain’t got you with me, baby
21.57: Serena Brancale con Alessandra Amoroso – “If I ain’t got you” di Alicia Keys – 07
Alessandra Amoroso nasce il 12 agosto 1986 a Galatina, in provincia di Lecce, ed è una delle voci più apprezzate della musica italiana. Fin da giovane, dimostra una grande passione per il canto, partecipando a concorsi locali e vincendo il premio Fiori di Pesco nel 2007. Nonostante un primo tentativo fallito a Amici nel 2007, dove quasi decide di cambiare vita, la sua determinazione la porta a riprovare nel 2009, dove trionfa, vincendo il programma e iniziando la sua carriera musicale. Il singolo Immobile diventa subito un grande successo, conquistando la vetta delle classifiche. Il suo debutto discografico avviene nel 2009 con Senza Nuvole, seguito da Il Mondo in un Secondo, che la consacra definitivamente come una delle voci più promettenti del panorama musicale italiano. Il suo stile pop, arricchito da influenze soul e R&B, è ispirato a grandi artisti come Anastacia e Aretha Franklin. Con album come Amore Puro e Musica a Colori, Alessandra affina sempre di più la sua identità musicale.
Nel 2021, collabora con Emma Marrone nel singolo Pezzo di cuore e pubblica successi come Piuma e Sorriso grande. La sua carriera continua con nuovi traguardi, come il concerto a San Siro nel 2023, dove diventa la seconda donna italiana a esibirsi da protagonista. Nel 2024, partecipa per la prima volta a Sanremo, piazzandosi al nono posto con il brano Fino a qui. Nel 2025, è nuovamente sul palco del Festival di Sanremo, dove si esibisce nella serata dei duetti, cantando If I Ain’t Got You insieme a Serena Brancale. Alessandra continua a essere un’icona della musica italiana, ammirata per la sua voce potente e il suo talento.
21.56: CORSI – TOTO GIGIO 8: la trovata è geniale, l’interpretazione l’esempio di come si possa essere ironici e al tempo stesso rispettosi d i un capolavoro italiano. Solo applausi per Corsi, sempre più rivelazione.
21.54: MICHELIN – RKOMI :5 interpretazione elementare, senza sussulti, e non è l’emozione, perché la seconda parte è anche peggio della prima. Sbiaditi.
21.52: La storia della musica italiana e della Tv italiana si incrociano grazie all’idea di Lucio Corsi che ha una voce bellissima. Credibile anche nel confronto con un monumento come Domenico Modugno
21.50: Nel blu dipinto di blu, celebre brano di Domenico Modugno, è un inno alla libertà e all’immaginazione. Il testo evoca un volo onirico, dove il protagonista si libra nel cielo infinito, immerso in un sogno di serenità e leggerezza. La melodia, caratterizzata da un andamento crescente e da un ritornello trascinante, rompe con le strutture tradizionali della canzone italiana dell’epoca, introducendo un’interpretazione intensa e appassionata. L’arrangiamento unisce elementi della musica leggera e orchestrale, dando vita a un brano innovativo che conquista il pubblico con la sua energia travolgente. Divenuta un simbolo della musica italiana nel mondo, la canzone ha attraversato generazioni, reinterpretata da numerosi artisti e mantenendo intatta la sua capacità di evocare emozioni profonde e un senso di libertà senza confini.
Penso che un sogno così non ritorni mai più
Mi dipingevo le mani e la faccia di blu
Poi d’improvviso venivo dal vento rapito
E incominciavo a volare nel cielo infinito
Volare oh, oh
Cantare oh, oh
Nel blu dipinto di blu
Felice di stare lassù
E volavo, volavo felice più in alto del sole
Ed ancora più su
Mentre il mondo pian piano spariva lontano laggiù
Una musica dolce suonava soltanto per me
Volare oh, oh
Cantare oh, oh
Nel blu dipinto di blu
Felice di stare lassù
Ma tutti i sogni nell’alba svaniscon perché
Quando tramonta la luna li porta con sé
Ma io continuo a sognare negli occhi tuoi belli
Che sono blu come un cielo trapunto di stelle
Volare oh, oh
Cantare oh, oh
Nel blu degli occhi tuoi blu
Felice di stare quaggiù
E continuo a volare felice più in alto del sole
Ed ancora più su
Mentre il mondo pian piano scompare negli occhi tuoi blu
La tua voce è una musica dolce che suona per me
Volare oh, oh
Cantare oh, oh
Nel blu degli occhi tuoi blu
Felice di stare quaggiù
Nel blu degli occhi tuoi blu
Felice di stare quaggiù
Con te
21.48: Lucio Corsi con Topo Gigio – “Nel blu dipinto di blu” di Domenico Modugno – 06
Topo Gigio, il celebre topo cantante che ha conquistato il cuore degli italiani per oltre mezzo secolo, ha debuttato nel 1959 nella trasmissione Serata di Gala. Creato da Maria Perego e Federico Caldura, con il supporto del regista Guido Stagnaro, inizialmente ebbe la voce di Domenico Modugno. Dal 1960 divenne protagonista del programma per bambini Storie di Topo Gigio, ottenendo nel 1961 la voce di Peppino Mazzullo, che lo avrebbe accompagnato per 45 anni. Negli anni Sessanta divenne un’icona televisiva, apparendo in Carosello e nel The Ed Sullivan Show, dove collezionò 50 partecipazioni. Nel 1970 incise il celebre brano Strapazzami di coccole, rilanciato negli anni ’90 da Non è la Rai. Dopo il passaggio a Mediaset nel 2004, la voce fu affidata a Davide Garbolino e poi a Leo Valli nel 2010. Nel 2019 scomparve Maria Perego, ma Topo Gigio continuò a brillare. Nel 2025, ha debuttato in gara al Festival di Sanremo, duettando con Lucio Corsi su Nel blu dipinto di blu, un omaggio al suo storico legame con Modugno.
21.42: NOEMI – RKOMI 5: arrangiamento un po’ troppo pomposo. Lei dentro al pezzo ci sta dalla prima all’ultima nota, lui nel pezzo manco ci entra. Sfasati.
21.40: L’Ariston applaude, noi un po’ meno…
21.38: Interpretazione scolastica del pezzo di Cremonini per i due concorrenti di Sanremo
21.35: LA NUOVA STELLA DI BROADWAY Di Cesare Cremonini
La nuova stella di Broadway è il terzo singolo di Cesare Cremonini estratto dall’album La teoria dei colori. “La nuova stella di Broadway” racconta l’incontro tra due personaggi emblematici di New York: un uomo d’affari un po’ disorientato e una ballerina professionista con il sogno di sfondare a Broadway. L’uomo arriva a Bangkok, dove incontra lei, che frequenta le sale da ballo, e tra i due scatta una connessione immediata. In una notte che sembra sospesa nel tempo, condividono momenti di leggerezza e intimità, tra risate, balli e conversazioni sotto le luci della città. Il brano esplora il tema della magia e dell’illusione, dove la realtà sembra sfumare in un sogno. Alla fine, l’uomo esprime la sensazione di trovarsi in un paradiso, ma la ballerina, enigmaticamente, risponde che forse stanno davvero vivendo una canzone. La canzone lascia un dubbio sospeso: è stato un incontro reale o una fantasia destinata a svanire? Il brano cattura l’effimera bellezza di un momento che potrebbe essere solo un sogno, lasciando l’ascoltatore con una sensazione di meraviglia e incertezza.
Lui era un businessman con un’idea in testa
Lei ballerina di jazz
Leggeva William Blake vicino a una finestra
Lui beveva caffè
Guardando quelle gambe muoversi pensò: “È una stella!”
Pensava a Fred Astaire
E chi non ha mai visto nascere una Dea
E chi non ha mai visto nascere una Dea
Non lo sa che cos’è la felicità
Lui, garofano rosso e parole
Una vecchia Cabriolet
Lei, vestita come la Rogers
Fulmini e saette lassù
Nel cielo blu, il loro nome
Argento fra le stelle
New York, New York
È una scommessa d’amore
Tu chiamami e ti vestirò
Come una stella di Broadway
New York, New York
È una scommessa d’amore
Tu chiamami e ti vestirò
Come una stella di…
Lui si svegliò senza lei, nudo nella tempesta
Là fuori Union Square
Entrava luce al neon dal vetro di una finestra
L’odore del caffè
Guardando quelle gambe muoversi pensò: “È una stella!”
Pensava a Fred Astaire
E chi non ha mai visto nascere una Dea
Non lo sa che cos’è la felicità
Lui, garofano rosso e parole
Una vecchia Cabriolet
Lei, vestita come la Rogers
Fulmini e saette lassù
Nel cielo blu, il loro nome
Argento fra le stelle
New York, New York
È una scommessa d’amore
Tu chiamami e ti vestirò
Come una stella di Broadway
New York, New York
È una scommessa d’amore
Tu chiamami e ti vestirò
Come una stella di…
New York, New York
È una scommessa d’amore
Tu chiamami e ti vestirò
Come una stella di Broadway
New York, New York
È una scommessa d’amore
Tu chiamami e ti vestirò
Come una stella di…
21,35: Francesca Michielin e Rkomi – “La nuova stella di Broadway” di Cesare Cremonini – 05
Una delle novità di questa edizione è la possibilità da parte dei concorrenti di presentarsi in coppia assieme nella serata delle cover. Francesca Michielin e Rkomi hanno sfruttato questa opportunità.
21.33: Il sussurrante Tony Effe sfigura di fronte a Noemi. Le barre di Tony Effe stonano di fronte alla performance vocale di Noemi
21.31: CLARA – IL VOLO 8: l’attacco a cappella è niente male, dopo è addirittura meglio. Che i giovanotti del Volo cantino che è un piacere già si sapeva, che lei potesse essere alla loro altezza è una gran bella rivelazione.
21.30: Noemi e Tony Effe – “Tutto il resto è noia” di Franco Califano – 04
“Tutto il resto è noia” di Franco Califano è una canzone che esplora la sensazione di vuoto e frustrazione che può accompagnare la vita quotidiana. Con un testo diretto e senza fronzoli, Califano descrive come, di fronte all’insoddisfazione e alle difficoltà, tutto ciò che non riguarda l’amore e la passione possa sembrare irrilevante. La canzone riflette sul desiderio di intensità e autenticità, mettendo in evidenza come spesso l’amore e le emozioni forti siano l’unico rimedio contro la monotonia e l’indifferenza della vita. Il ritornello, con la sua forza evocativa, sintetizza questa visione, affermando che tutto ciò che non è passione, in fondo, è solo “noia”.
Sì, d’accordo l’incontro
Un’emozione che ti scoppia dentro
L’invito a cena dove c’è atmosfera
La barba fatta con maggiore cura
La macchina a lavare, ed era ora
Hai voglia di far centro quella sera
Sì, d’accordo, ma poi
Tutto il resto è noia
No, non ho detto gioia
Ma noia, noia, noia
Maledetta noia
Sì, lo so, il primo bacio
Il cuore ingenuo che ci casca ancora
Col lungo abbraccio l’illusione dura
Rifiuti di pensare a un’avventura
Poi dici cose giuste al tempo giusto
E pensi il gioco è fatto è tutto a posto
Sì, d’accordo, ma poi
Tutto il resto è noia
No, non ho detto gioia
Ma noia, noia, noia
Maledetta noia
Poi la notte d’amore
Per sistemare casa un pomeriggio
Sul letto le lenzuola color grigio
Funziona tutto come un orologio
La prima sera devi dimostrare
Che al mondo solo tu sai far l’amore
Sì, d’accordo, ma poi
Tutto il resto è noia
No, non ho detto noia
Ma noia, noia, noia
Maledetta noia
Sì, d’accordo il primo anno
Ma l’entusiasmo che ti resta ancora
È brutta copia di quello che era
Cominciano i silenzi della sera
Inventi feste e inviti gente in casa
Così non pensi almeno fai qualcosa
Sì, d’accordo, ma poi
Tutto il resto è noia
No, non ho detto gioia
Ma noia, noia, noia
Maledetta noia
Ma noia, noia, noia
Maledetta noia
21.29: Clara è una cantante e stasera sta gettando le basi per qualcosa di diverso di ciò che ha fatto finora davanti a un microfono
21.28: Suggestivo l’attacco a capella
21.27: THE SOUND OF SILENCE Di Simon and Garfunkel
Pezzo scritto da Paul Simon che è entrato nella storia della musica mondiale. La canzone The Sound of Silence di Simon & Garfunkel, scritta da Paul Simon, affronta temi di alienazione e comunicazione, riflettendo sulle difficoltà dell’individuo nel connettersi autenticamente con gli altri in un mondo sempre più moderno e superficiale. Il titolo stesso suggerisce un contrasto tra il “suono” del silenzio e la necessità di comunicare. Il protagonista, parlando di “persone che parlano senza ascoltare” e “scrivono canzoni che le voci non sentono”, esprime una critica alla società che sembra troppo occupata con se stessa per ascoltare o comprendere davvero gli altri. La canzone, sebbene scritta negli anni ’60, ha ancora oggi un forte impatto, parlando di temi universali come la solitudine e la mancanza di connessione in un mondo affollato.
Hello darkness, my old friend
I’ve come to talk with you again
Because a vision softly creeping
Left its seeds while I was sleeping
And the vision that was planted in my brain
Still remains
Within the sound of silence
In restless dreams I walked alone
Narrow streets of cobblestone
‘Neath the halo of a street lamp
I turned my collar to the cold and damp
When my eyes were stabbed by the flash of a neon light
That split the night
And touched the sound of silence
And in the naked light I saw
Ten thousand people, maybe more
People talking without speaking
People hearing without listening
People writing songs that voices never share
No one dared
Disturb the sound of silence
“Fools” said I, “You do not know
Silence like a cancer grows
Hear my words that I might teach you
Take my arms that I might reach you”
But my words like silent raindrops fell
And echoed in the wells of silence
And the people bowed and prayed
To the neon god they made
And the sign flashed out its warning
In the words that it was forming
And the sign said, “The words of the prophets
Are written on the subway walls
And tenement halls
And whispered in the sounds of silence”
21.26: Clara con Il Volo – “The sound of silence” di Simon & Garfunkel – 03
Il Volo è un trio musicale composto dai tenori Piero Barone (Naro, 24 giugno 1993) e Ignazio Boschetto (Bologna, 4 ottobre 1994) e dal baritono Gianluca Ginoble (Roseto degli Abruzzi, 11 febbraio 1995). Si sono conosciuti nel 2009 durante la seconda edizione di Ti lascio una canzone, dove il regista Roberto Cenci ebbe l’intuizione di unirli in un gruppo. Grazie al programma, attirano l’attenzione di produttori internazionali e firmano un contratto con la Geffen. Nel 2010 pubblicano l’album di debutto, Il Volo, che in Italia ottiene il disco di platino. Il successo esplode soprattutto negli Stati Uniti, dove si esibiscono ad American Idol e raggiungono la Billboard 200. Seguono altri album, tra cui We Are Love (2012), con duetti prestigiosi con Placido Domingo ed Eros Ramazzotti. Nel 2015 vincono il Festival di Sanremo con Grande amore, conquistando il terzo posto all’Eurovision. Tornano sul palco dell’Ariston nel 2019 con Musica che resta (terzo posto) e nel 2024 con Capolavoro. Pubblicano il nono album, Ad Astra, e nel 2025 partecipano alla serata dei duetti di Sanremo, accompagnando Clara in The Sound of Silence.
21.24: Travolgente Geppi Cucciari nel suo primo intervento. Non lascia fuori la satira politica, prende in giro Carlo Conti, spiega un regolamento un po’ arzigogolato
21.22: MODA’ – NEK 6: niente di indimenticabile, da sufficienza stiracchiata. Renga manco a dirlo, sta comodo nel vestito sfoderato dal suo armadio sanremese, mentre Kekko mostra qualche incertezza, soprattutto in avvio.
21.19: Maria Giuseppina Cucciari, meglio conosciuta come Geppi, nasce il 18 agosto 1973 a Cagliari, sotto il segno del Leone. Cresciuta a Macomer, in provincia di Nuoro, si trasferisce a Milano durante gli studi universitari e nel 2000 entra nel laboratorio teatrale Scaldasole. L’anno successivo, entra nel laboratorio di Zelig, dove inizia a farsi conoscere dal grande pubblico. Nel 2003 debutta in televisione con Zelig Off su Italia 1 e nel 2004 recita nel film televisivo Attacco allo Stato con Raoul Bova. Dal 2005 al 2009 diventa una protagonista del cast di Zelig Circus su Canale 5, consolidando la sua carriera di comica in televisione. Nel 2007, su Sky, conduce il programma Geppy Hour e nel 2012 fa il suo debutto al Festival di Sanremo come ospite, ricevendo lo stesso anno il premio come miglior personaggio televisivo al Premio Regia Televisiva.
In radio, diventa una voce conosciuta grazie alla conduzione di Un giorno da pecora tra il 2015 e il 2016, per poi tornare in televisione e cinema con ruoli in programmi e film importanti, tra cui Diamanti di Ferzan Özpetek. Dal 2023, Geppi Cucciari è la conduttrice di Splendida cornice e della finale del Premio Strega. Nel 2025, Carlo Conti la sceglie per co-condurre una serata del Festival di Sanremo, segnando un altro importante traguardo nella sua carriera.
21.17: Risentire questo pezzo che sbancò nel 2005 sul palco di Sanremo è sempre un’emozione forte. La performance tecnica è rivedibile ma si canta e va bene così. Applausi scroscianti
21.15: “Angelo” di Francesco Renga è una ballad intensa e commovente, con un testo che esprime una profonda richiesta di protezione e amore. La canzone, vincitrice di Sanremo 2005, è una dedica intima e personale, in cui l’artista mette a nudo le proprie emozioni, rivolgendosi a una figura speciale della sua vita. Il brano trasmette un forte senso di fragilità e speranza, alternando momenti di malinconia a un crescendo emotivo che culmina in un’invocazione accorata. La melodia delicata e il testo toccante contribuiscono a rendere Angelo una delle canzoni più significative del repertorio di Renga, capace di emozionare il pubblico con la sua autenticità.
Notte fonda
Senza luna
E un silenzio che mi consuma
Il tempo passa in fretta
E tutto se ne va…
preda degli eventi e dell’età
Ma questa paura per te non passa mai
Angelo, prenditi cura di lei
Lei non sa vedere al di la di quello che da
E l’ingenuità è parte di lei…
Che è parte di me
Cosa resta
Del dolore
E di preghiere, se Dio non vuole?
parole vane al vento
Ti accorgi in un momento:
Siamo soli è questa la realta?
Ed è una paura che non passa mai
Angelo, prenditi cura di lei
Lei non sa vedere al di la di quello che da
E tutto il dolore
Che grida dal mondo
Diventa un rumore
Che scava, profondo…
Nel silenzio di una lacrima
Lei non sa vedere al di la di quello che da
L’ingenuità è parte di lei
Che è parte di me.
21.14: Modà con Francesco Renga – “Angelo” di Francesco Renga – 02
Nato a Udine il 12 giugno 1968, Francesco Renga si avvicina alla musica sin da piccolo. Il successo arriva nel 1990 con i Timoria, pubblicando l’album Colori che esplodono. L’anno successivo, la band vince il Premio della Critica a Sanremo Giovani. Dopo anni di successi, nel 1998 Renga lascia i Timoria per intraprendere la carriera solista. Debutta da solista nel 2000, abbandonando progressivamente il rock per affermarsi come artista pop. Partecipa a Sanremo 2001, vincendo il Premio della Critica, e nel 2005 trionfa con Angelo, dedicata alla madre e alla figlia. Negli anni continua a pubblicare album, sperimentando nuove sonorità e tornando più volte al Festival. Nel 2017 collabora con Nek e Max Pezzali per un tour di successo, e nel 2023 pubblica con Nek l’album RengaNek, tornando a Sanremo 2024. Nel 2025 partecipa nuovamente alla kermesse, questa volta accanto ai Modà, reinterpretando Angelo.
21.10: ROSE VILLAIN – CHIELLO 7: con Battisti accendono l’Ariston già alla prima nota, e non sarà un fuoco di paglia. Lei sul pezzo ci resta fino all’ultima nota, lui sbanda poi riprende la via.
21.08: Alessandro Mahmood, noto come Mahmood, nasce il 12 settembre 1992 a Milano, da madre italiana e padre egiziano. Fin da giovane, dimostra un grande talento musicale, partecipando nel 2012 alla sesta edizione di X Factor, ma venendo eliminato presto. Nel 2015, tenta la sua strada a Sanremo Giovani con “Dimentica”, senza riscuotere successo immediato. La sua carriera prende una svolta positiva nel 2018 quando vince Sanremo Giovani e, successivamente, il Festival di Sanremo 2019 con il brano “Soldi”, che lo lancia definitivamente nel panorama musicale italiano e internazionale. Dopo Sanremo, Mahmood rappresenta l’Italia all’Eurovision Song Contest di Tel Aviv, classificandosi al secondo posto. Il singolo “Soldi”, dal sound moderno e innovativo, diventa uno dei brani più iconici degli ultimi anni. Nel 2020, esce l’album Gioventù Bruciata, seguito da Ghettolimpo nel 2021, che segna una maturazione musicale e artistica, con successi come “Klan” e “Inuyasha”.
Nel 2022, Mahmood partecipa al Festival di Sanremo con Blanco, trionfando ancora una volta con “Brividi” e rappresentando l’Italia all’Eurovision a Torino. Nel 2023, è ospite speciale dell’Eurovision di Liverpool, reinterpretando “Imagine” di John Lennon. A novembre, lancia il singolo “Cocktail d’amore”, che anticipa l’uscita del suo terzo album, Nei letti degli altri. Nel 2024, Mahmood torna a Sanremo con il brano “Tuta Gold” e il nuovo album. Nel 2025, Mahmood è co-conduttore a Sanremo e autore del brano “Se ti innamori muori” di Noemi. La sua carriera continua a essere un mix di successi musicali e nuove esperimentazioni, consolidando il suo posto tra i grandi artisti italiani.
21.06: Interpretazione accorata e coinvolgente, a tal punto che l’Ariston risponde battendo le mani. Hanno accettato il rischio e quantomeno hanno pareggiato fuori casa
21.05: BMeglio Rose Villain di Chiello, che non si distingue per precisione tecnica. Bello l’arrangiamento
21.03: “Fiori rosa fiori di pesco” di Lucio Battisti è una canzone che esplora il tema dell’amore perduto e della nostalgia. Il brano, scritto da Mogol, racconta una storia di sentimenti contrastanti, in cui il protagonista riflette su un amore che, purtroppo, non ha avuto un lieto fine. I “fiori rosa e fiori di pesco” simboleggiano la bellezza effimera di un amore che è stato intenso, ma che svanisce come i fiori che sbocciano e poi appassiscono. Il testo esprime la sofferenza del distacco, ma anche la dolcezza di un ricordo che rimane vivo nonostante la separazione. La melodia, come le parole, evoca una sensazione di malinconia e di accettazione del trascorrere del tempo, portando con sé l’emozione di un amore che, pur non durando, lascia il segno nel cuore di chi l’ha vissuto.
Fiori rosa, fiori di pesco, c’eri tu
Fiori nuovi, stasera esco, ho un anno di più
Stessa strada, stessa porta
Scusa se son venuto qui questa sera
Da solo non riuscivo a dormire perché
Di notte ho ancor bisogno di te
Fammi entrare per favore, solo
Credevo di volare e non volo
Credevo che l’azzurro di due occhi per me
Fosse sempre cielo, non è
Fosse sempre cielo, non è
Posso stringerti le mani?
Come sono fredde, tu tremi
No, non sto sbagliando, mi ami
Dimmi ch’è vero
Dimmi ch’è vero
Dimmi ch’è vero
Dimmi ch’è vero
Dimmi ch’è vero (non siamo stati mai lontani)
Dimmi ch’è vero (ieri era oggi, oggi è già domani)
Dimmi ch’è vero
Dimmi ch’è ve-
Scusa, credevo proprio che fossi sola
Credevo non ci fosse nessuno con te
Oh, scusami tanto se puoi
Signore, chiedo scusa anche a lei
Ma, io ero proprio fuori di me
Io ero proprio fuori di me, quando dicevo
Posso stringerti le mani?
Come sono fredde, tu tremi
No, non sto sbagliando, mi ami
Dimmi ch’è vero
Dimmi ch’è vero
Dimmi ch’è vero
Dimmi ch’è vero
Dimmi ch’è vero
Dimmi ch’è vero
Dimmi ch’è vero, vero
Dimmi ch’è, dimmi ch’è vero, ch’è vero, ch’è vero
Dimmi ch’è vero
Dimmi ch’è vero
Dimmi ch’è vero
21.00: Rose Villain con Chiello – “Fiori rosa, fiori di pesco” di Lucio Battisti – 01
Rocco Modello, in arte Chiello, nasce il 9 aprile 1999 a Venosa, in provincia di Potenza. Fin da giovane, sviluppa una forte passione per la musica rap e trap, generi che segneranno la sua carriera. Nel 2017 fonda il collettivo FSK Satellite insieme a Taxi B, Sapobully e altri artisti. Nel 2018, pubblica l’album Zingaro con Sapobully, ma il suo debutto da solista arriva nel 2019 con l’EP Non troverai un tesoro. Nel frattempo, il collettivo FSK diventa una delle realtà più influenti della scena trap con il disco FSK Trapshit. Successivamente, nel 2021, esce Padre figlio e spirito, il secondo album del gruppo, prima che i membri decidano di prendersi una pausa per concentrarsi sui progetti individuali. Chiello lancia il suo primo singolo da solista, Quanto ti vorrei, nel 2021, anticipando l’album Oceano Paradiso (ottobre 2021), che consolida il suo successo. L’estate del 2022 lo vede sul palco del Tim Summer Hits e all’Arena di Verona, mentre nel 2023 escono i singoli Milano dannata e Puoi fare meglio, che anticipano il suo nuovo album Mela marcia. Nel 2024 collabora con Mahmood nel brano Paradiso, e nel 2025 partecipa per la prima volta al Festival di Sanremo con Rose Villain, interpretando Fiori di rosa, fiori di pesco, un classico di Lucio Battisti. Chiello è ormai una delle stelle emergenti del rap italiano.
20.53: Lungo monologo un po’ “annacquato” di Roberto Benigni, che si chiude con l’Inno del corpo sciolto
20.45: Roberto Benigni nasce il 27 ottobre 1952 a Castiglion Fiorentino, in Toscana. Cresce a Manciano La Misericordia, in una famiglia umile. Dopo gli esordi nel teatro d’avanguardia, si fa notare in TV con Onda Libera (1976) e al cinema con Berlinguer ti voglio bene (1977). Negli anni ’80 si impone con film come Tu mi turbi (1983) e Non ci resta che piangere (1984), accanto a Massimo Troisi. Il successo internazionale arriva con Il piccolo diavolo (1988) e Johnny Stecchino (1991), ma il capolavoro è La vita è bella (1997), che vince tre Oscar, tra cui miglior attore e miglior film straniero. Nel 2002 dirige Pinocchio, seguito da La tigre e la neve (2005). Negli anni successivi si dedica alla lettura della Divina Commedia, portandola in TV e nei teatri. Nel 2021 riceve il Leone d’Oro alla carriera a Venezia. Amato per la sua comicità irriverente e il suo entusiasmo contagioso, Benigni è una delle figure più iconiche del cinema e dello spettacolo italiano.
20.44: Si apre il sipario dell’Ariston e ci sono Carlo Conti e Roberto Benigni
20.42: Geppi Cucciari in versione signorina buonasera presenta la puntata del Festival con qualche strafalcione
20.39: Di seguito l’elenco dei duetti in programma questa sera:
Achille Lauro e Elodie – “A mano a mano” di Riccardo Cocciante e “Folle città” di Loredana Bertè, un loro tributo a Roma
Bresh con Cristiano De André – “Creuza de mä” di Fabrizio De André
Brunori Sas con Riccardo Sinigallia e Dimartino – “L’anno che verrà” di Lucio Dalla
Clara con Il Volo – “The sound of silence” di Simon & Garfunkel
Coma_Cose con Johnson Righeira – “L’estate sta finendo” dei Righeira
Fedez con Marco Masini – “Bella stronza” di Marco Masini
Francesca Michielin e Rkomi – “La nuova stella di Broadway” di Cesare Cremonini
Francesco Gabbani con Tricarico – “Io sono Francesco” di Tricarico
Gaia con Toquinho -“La voglia, la pazzia” di Ornella Vanoni
Giorgia con Annalisa – “Skyfall” di Adele
Irama con Arisa – “Say something” degli A Great Big World con Christina Aguilera
Joan Thiele con Frah Quintale – “Che cosa c’è” di Gino Paoli
Lucio Corsi con Topo Gigio – “Nel blu dipinto di blu” di Domenico Modugno
Marcella Bella con i Twin Violins – “L’emozione non ha voce” di Adriano Celentano
Massimo Ranieri con i Neri per caso – “Quando” di Pino Daniele
Modà con Francesco Renga – “Angelo” di Francesco Renga
Noemi e Tony Effe – “Tutto il resto è noia” di Franco Califano
Olly con Goran Bregović e la Wedding & Funeral Band – “Il pescatore” di Fabrizio De André
Rocco Hunt con Clementino – “Yes I know my way” di Pino Daniele
Rose Villain con Chiello – “Fiori rosa, fiori di pesco” di Lucio Battisti
Sarah Toscano con gli Ofenbach – “Overdrive” degli Ofenbach con Norma Jean Martine
Serena Brancale con Alessandra Amoroso – “If I ain’t got you” di Alicia Keys
Shablo feat. Guè, Joshua e Tormento con Neffa – “Amor de mi vida” dei Sottotono e “Aspettando il sole” di Neffa
Simone Cristicchi con Amara – “La cura” di Franco Battiato
The Kolors con Sal Da Vinci – “Rossetto e caffè” di Sal Da Vinci
Willie Peyote con i Tiromancino e Ditonellapiaga – “Un tempo piccolo” di Franco Califano
20.36: La quarta serata del Festival, venerdì 14 febbraio, come da tradizione, è dedicata alle cover e ai duetti: i Big in gara si esibiscono portando un brano del passato accompagnati da un ospite. Grande novità di questa edizione: i Campioni possono duettare anche tra loro (alcuni hanno scelto di farlo). Altra novità: la classifica decisa da Televoto (34%), Radio (33%) e Stampa (33%) non influirà sul voto complessivo: ci sarà, però, un brano vincitore della serata. Ospiti della serata saranno Paolo Kessisoglu con la figlia.
20.33: A condurre il Festival è nuovamente Carlo Conti che è uno dei pochi presentatori che ha condotto Sanremo in più occasioni ed anche in periodi differenti. Lo ha presentato dal 2015 al 2017 e lo farà anche quest’anno per la quarta volta in carriera. Ogni sera Conti viene affiancato da artisti che co-presenteranno il Festival assieme a lui. Questa sera sul palco dell’Ariston ci saranno Mahmood e Geppi Cucciari, domani, sabato 15 per la serata finale presenteranno assieme a Carlo Conti Alessandro Cattelan, Alessia Marcuzzi.
20.30: Nella serata finale, tutte le 29 canzoni saranno nuovamente eseguite e votate dalle tre giurie. Al termine delle esibizioni, verranno annunciate le prime cinque posizioni, senza ordine. Si procederà poi con una nuova votazione tra questi cinque finalisti da parte delle tre giurie, i cui voti si sommeranno a quelli precedenti. Alla fine, verranno proclamati il brano vincitore del Festival e le canzoni classificatesi al secondo, terzo, quarto e quinto posto. Rai e il Direttore Artistico si riservano la possibilità, nella quarta e quinta serata, di decidere se rendere note le classifiche generali di tutte le 29 canzoni o divulgarle solo in parte.
20.27: Si tratta di cinque serate piene di musica, con un regolamento piuttosto articolato ma semplice: Il sistema di votazione della competizione prevede tre giurie: il Televoto, la Giuria della Sala Stampa, Tv e Web e, come novità, la Giuria delle Radio. Nella prima serata sono state fatte ascoltare tutte le canzoni e il voto è stato dato dalla giuria della Sala Stampa. Nella seconda e terza serata, le canzoni sono state divise a metà (15 nella prima serata, 14 nella seconda) e votate dal pubblico tramite il Televoto e dalla Giuria delle Radio. Anche in questa occasione, come nelle prime due giornate, sono state comunicate le prime cinque posizioni, senza un ordine preciso. La quarta serata, dedicata alle Cover, vedrà oggi tutte le 29 esibizioni giudicate con un sistema misto: il Televoto peserà per il 34%, mentre la Giuria della Sala Stampa, Tv e Web e la Giuria delle Radio avranno ciascuna un peso del 33%. Al termine della serata, verrà decretato il vincitore della serata Cover.
20.24: OA Sport segue minuto per minuto le cinque serate del Festival con l’aiuto di alcuni esperti del settore che vi aiuteranno nell’ascolto delle canzoni in gara, nell’individuare le qualità sonore, l’originalità di testi e musiche, magari anche qualche plagio, e nel giudicare gli outfit dei partecipanti. Vi racconteremo tutto, dalla qualità delle canzoni in gara al comportamento di presentatori e ospiti italiani e internazionali, vi terremo aggiornati su classifiche, votazioni, immancabili polemiche e novità e aggiungeremo sempre qui LIVE LE PAGELLE CANTANTE PER CANTANTE, fino ad arrivare alla proclamazione del vincitore dell’edizione 2025 al termine della serata finale di sabato 15 febbraio.
20.22: Buonasera e benvenuti alla DIRETTA LIVE della quarta serata della 75ma edizione del Festival di Sanremo 2025.
Buonasera e benvenuti alla DIRETTA LIVE della quarta serata della 75ma edizione del Festival di Sanremo 2025. OA Sport segue minuto per minuto le cinque serate del Festival con l’aiuto di alcuni esperti del settore che vi aiuteranno nell’ascolto delle canzoni in gara, nell’individuare le qualità sonore, l’originalità di testi e musiche, magari anche qualche plagio, e nel giudicare gli outfit dei partecipanti. Vi racconteremo tutto, dalla qualità delle canzoni in gara al comportamento di presentatori e ospiti italiani e internazionali, vi terremo aggiornati su classifiche, votazioni, immancabili polemiche e novità e aggiungeremo sempre qui LIVE LE PAGELLE CANTANTE PER CANTANTE, fino ad arrivare alla proclamazione del vincitore dell’edizione 2025 al termine della serata finale di sabato 15 febbraio.
Si tratta di cinque serate piene di musica, con un regolamento piuttosto articolato ma semplice: Il sistema di votazione della competizione prevede tre giurie: il Televoto, la Giuria della Sala Stampa, Tv e Web e, come novità, la Giuria delle Radio. Nella prima serata sono state fatte ascoltare tutte le canzoni e il voto è stato dato dalla giuria della Sala Stampa. Nella seconda e terza serata, le canzoni sono state divise a metà (15 nella prima serata, 14 nella seconda) e votate dal pubblico tramite il Televoto e dalla Giuria delle Radio. Anche in questa occasione, come nelle prime due giornate, sono state comunicate le prime cinque posizioni, senza un ordine preciso. La quarta serata, dedicata alle Cover, vedrà oggi tutte le 29 esibizioni giudicate con un sistema misto: il Televoto peserà per il 34%, mentre la Giuria della Sala Stampa, Tv e Web e la Giuria delle Radio avranno ciascuna un peso del 33%. Al termine della serata, verrà decretato il vincitore della serata Cover.
Nella serata finale, tutte le 29 canzoni saranno nuovamente eseguite e votate dalle tre giurie. Al termine delle esibizioni, verranno annunciate le prime cinque posizioni, senza ordine. Si procederà poi con una nuova votazione tra questi cinque finalisti da parte delle tre giurie, i cui voti si sommeranno a quelli precedenti. Alla fine, verranno proclamati il brano vincitore del Festival e le canzoni classificatesi al secondo, terzo, quarto e quinto posto. Rai e il Direttore Artistico si riservano la possibilità, nella quarta e quinta serata, di decidere se rendere note le classifiche generali di tutte le 29 canzoni o divulgarle solo in parte.
A condurre il Festival è nuovamente Carlo Conti che è uno dei pochi presentatori che ha condotto Sanremo in più occasioni ed anche in periodi differenti. Lo ha presentato dal 2015 al 2017 e lo farà anche quest’anno per la quarta volta in carriera. Ogni sera Conti viene affiancato da artisti che co-presenteranno il Festival assieme a lui. Questa sera sul palco dell’Ariston ci saranno Mahmood e Geppi Cucciari, domani, sabato 15 per la serata finale presenteranno assieme a Carlo Conti Alessandro Cattelan, Alessia Marcuzzi.
La quarta serata del Festival, venerdì 14 febbraio, come da tradizione, è dedicata alle cover e ai duetti: i Big in gara si esibiscono portando un brano del passato accompagnati da un ospite. Grande novità di questa edizione: i Campioni possono duettare anche tra loro (alcuni hanno scelto di farlo). Altra novità: la classifica decisa da Televoto (34%), Radio (33%) e Stampa (33%) non influirà sul voto complessivo: ci sarà, però, un brano vincitore della serata. Ospiti della serata saranno Paolo Kessisoglu con la figlia.
Di seguito l’elenco dei duetti in programma questa sera:
Achille Lauro e Elodie – “A mano a mano” di Riccardo Cocciante e “Folle città” di Loredana Bertè, un loro tributo a Roma
Bresh con Cristiano De André – “Creuza de mä” di Fabrizio De André
Brunori Sas con Riccardo Sinigallia e Dimartino – “L’anno che verrà” di Lucio Dalla
Clara con Il Volo – “The sound of silence” di Simon & Garfunkel
Coma_Cose con Johnson Righeira – “L’estate sta finendo” dei Righeira
Fedez con Marco Masini – “Bella stronza” di Marco Masini
Francesca Michielin e Rkomi – “La nuova stella di Broadway” di Cesare Cremonini
Francesco Gabbani con Tricarico – “Io sono Francesco” di Tricarico
Gaia con Toquinho -“La voglia, la pazzia” di Ornella Vanoni
Giorgia con Annalisa – “Skyfall” di Adele
Irama con Arisa – “Say something” degli A Great Big World con Christina Aguilera
Joan Thiele con Frah Quintale – “Che cosa c’è” di Gino Paoli
Lucio Corsi con Topo Gigio – “Nel blu dipinto di blu” di Domenico Modugno
Marcella Bella con i Twin Violins – “L’emozione non ha voce” di Adriano Celentano
Massimo Ranieri con i Neri per caso – “Quando” di Pino Daniele
Modà con Francesco Renga – “Angelo” di Francesco Renga
Noemi e Tony Effe – “Tutto il resto è noia” di Franco Califano
Olly con Goran Bregović e la Wedding & Funeral Band – “Il pescatore” di Fabrizio De André
Rocco Hunt con Clementino – “Yes I know my way” di Pino Daniele
Rose Villain con Chiello – “Fiori rosa, fiori di pesco” di Lucio Battisti
Sarah Toscano con gli Ofenbach – “Overdrive” degli Ofenbach con Norma Jean Martine
Serena Brancale con Alessandra Amoroso – “If I ain’t got you” di Alicia Keys
Shablo feat. Guè, Joshua e Tormento con Neffa – “Amor de mi vida” dei Sottotono e “Aspettando il sole” di Neffa
Simone Cristicchi con Amara – “La cura” di Franco Battiato
The Kolors con Sal Da Vinci – “Rossetto e caffè” di Sal Da Vinci
Willie Peyote con i Tiromancino e Ditonellapiaga – “Un tempo piccolo” di Franco Califano
Di seguito i nomi dei partecipanti e l’elenco dei titoli delle canzoni in gara al Festival di Sanremo.
Achille Lauro – “Incoscienti giovani”
Bresh – “La tana del granchio”
Brunori Sas – “L’albero delle noci”
Clara – “Febbre”
Coma_Cose – “Cuoricini”
Elodie – “Dimenticarsi alle 7”
Fedez – “Battito”
Francesca Michielin – “Fango in Paradiso”
Francesco Gabbani – “Viva la vita”
Gaia – “Chiamo io chiami tu”
Giorgia – “La cura per me”
Irama – “Lentamente”
Joan Thiele – “Eco”
Lucio Corsi – “Volevo essere un duro”
Marcella Bella – “Pelle diamante”
Massimo Ranieri – “Tra le mani un cuore”
Modà – “Non ti dimentico”
Noemi – “Se t’innamori muori”
Olly – “Balorda nostalgia”
Rkomi – “Il ritmo delle cose”
Rocco Hunt – “Mille vote ancora”
Rose Villain – “Fuorilegge”
Sarah Toscano – “Amarcord”
Serena Brancale – “Anema e core”
Shablo feat. Guè, Joshua & Tormento – “La mia parola”
Simone Cristicchi – “Quando sarai piccola”
The Kolors – “Tu con chi fai l’amore”
Tony Effe – “Damme ‘na mano”
Willie Peyote – “Grazie ma no grazie”
OA Sport vi propone la DIRETTA LIVE della quarta serata della 75ma edizione del Festival di Sanremo 2025: cronaca in tempo reale ed aggiornamenti costanti per non perdervi nulla dello spettacolo del Teatro Ariston. Appuntamento alle 20.40 circa. Buon divertimento!