Tennis
Mats Wilander sul problema ‘antidoping’ nel tennis: “Con queste regole, è un rischio andare anche al ristorante”

Nei giorni del 16-17 aprile è prevista l’udienza presso il Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna sulla vicenda “Clostebol” di Jannik Sinner. L’arcinota questione del n.1 del mondo verrà analizzata e si giungerà a una sentenza definitiva. Sinner, da questo punto di vista, rischia una squalifica di uno/due anni per negligenza, viste le responsabilità che WADA ritiene vi siano nei confronti dello staff tecnico da parte dell’altoatesino.
Mats Wilander, in un’intervista a Relevo, ha offerto una chiave di lettura interessante sulla criticità nel proprio complesso: “Ora ci sono sempre più persone coinvolte. Ci sono allenatori o aziende che forniscono integratori e vitamine, e queste stesse aziende potrebbero produrre sostanze che non sono legali per gli atleti professionisti”, ha dichiarato l’ex giocatore svedese, attuale commentatore su Eurosport.
Il problema secondo Wilander si lega alle regole vigenti dall’antidoping: “Un giocatore non dovrebbe nemmeno andare al ristorante, perché c’è la possibilità che ci sia qualcosa nel cibo, che sia contaminato. Ma non ci si può proteggere da tutto. Purtroppo siamo in questa situazione ora, ma non credo ci sia un problema di doping nel tennis“, ha sottolineato.
Non è un caso che l’Agenzia mondiale antidoping sia intenzionata a modificare alcuni parametri nel 2027, allargando ad esempio la definizione di “contaminazione”. Una problematica resa di grande attualità dai casi di Sinner e della polacca Iga Swiatek, ma che tiene banco già da diverso tempo e non solo nel tennis.