Speed Skating
Andrea Giovannini: “L’Italia ha il gruppo più forte del mondo. Nel team-pursuit proveremo a battere gli USA”

Puntata dedicata soprattutto allo speed skating quella di Salotto Bianco, la trasmissione di Dario Puppo e Massimiliano Ambesi sul canale YouTube di OA Sport. Tra gli ospiti non poteva mancare Andrea Giovannini, fresco vincitore dell’oro mondiale nella mass start e anche della Coppa del Mondo in questa specialità.
Il trentino è vicino a diventare il pattinatore con più vittorie nella mass start: “Lo scorso anno dopo la mia settima vittoria avevo scritto a Massimiliano (Ambesi, ndr) proprio per sapere chi era il pattinatore che avesse più vittorie nella mass start ed era il coreano Lee con otto. Quest’anno ho fatto un po’ di fatica e lui ha allungato a nove, ma proprio all’ultimo colpo sono riuscito ad arrivare ad otto. Già il prossimo anno mi piacerebbe raggiungere la doppia cifra e sarebbe anche un qualcosa di storico”.
Sulla sua prima vittoria in carriera: “L’ho rivista un po’ a caso qualche giorno fa. La prima vittoria è una cosa che non ti scordi mai, perché la prima è la prima. Eravamo a Seoul e arrivò, non dico a caso, ma con una fuga che avevo comunque cercato. Se ripenso alla prima vittoria e al tutto percorso che ho fatto, sono veramente cambiato tantissimo. Ho imparato a fare le volate, sono veramente orgoglioso di tutto il percorso fatto”.
Giovannini ripercorre la sua stagione: “Nelle prime due gare di Coppa non sono riuscito a salire sul podio, arrivando comunque sempre tra i primi cinque, confermando una delle mie caratteristiche, cioè quello di essere sempre costante. In queste gare mi è sempre mancato qualcosa in volata, lasciandomi un po’ di dubbi, perché mi mancavano un po’ la velocità e lo spunto. La parte più difficile della stagione sono state le due gare in America dove abbiamo corso male, troppo passivi, restando in gruppo quasi a stanare Swings, perché secondo me nella mass start chi fa la prima mossa di solito perde, ma siamo rimasti troppo passivi. Dopo la quarta toppa, però, ho capito che dovevo essere attivo e cercare anche le fughe, provando pure ad attaccare, sapendo di avere un’ottima condizione. La gara di Heerenveen eravamo in cinque che si giocavano la Coppa. Ho visto i tedeschi partire e allora ho deciso di seguire la fuga, con gli olandesi che secondo me hanno sbagliato e quando sono partiti era troppo tardi. Forse ho avuto un pizzico di fortuna, ma questo ripaga anche la caduta di due anni fa a Calgary dove ho perso poi la Coppa”.
Sulla gara al Mondiale, che lo ha portato alla medaglia d’oro: “Al Mondiale era sicuro che gli olandesi facessero la corsa per Bart Hoolwerf ed infatti la gara è stata abbastanza lineare e veloce per non far andare via le fughe. L’idea era sempre di stare nelle prime posizioni del gruppo e nella volata finale l’esperienza sicuramente ha contato. Ho capito che Hoolwerf andava all’esterno per chiudere e allora io mi sono buttato all’interno, rischiando anche un po’. Nell’ultima curva entro veramente molto stretto e alla fine tutto è andato veramente bene. Nel rettilineo finale ho capito di avere più velocità e mi sono anche goduto la situazione”.
Sul rapporto con Daniele Di Stefano, fondamentale compagno di squadra sul ghiaccio: “Una delle svolte della mia carriera è stato correre proprio con Daniele. All’inizio della mia carriera ho corso con Fabio Francolini, che mi ha insegnato come fare le volate. Poi per alcuni anni sono stato da solo ed è veramente dura in gruppo anche solo farsi rispettare e facevo fatica a tenere la posizione. Da quando abbiamo corso insieme io e Daniele siamo molto bravi a farci trovare nel posto giusto al momento giusto ed inoltre è molto più facile fare la volata in due. Avendo due carte così forti possiamo variare e soprattutto siamo decisamente rispettati in gruppo”.
L’Italia è una delle potenze mondiali e Giovannini non ha dubbi: “Sono veramente orgoglioso del gruppo che si è creato. Maurizio (Marchetto, ndr) ha creato veramente una grandissima squadra maschile, forse la più forte come squadra, ed ora anche quella femminile con tante carte da giocare. Il segreto è stato dagli allenamenti di gruppo e più il livello degli allenamenti cresceva più cresceva il nostro gruppo. Credo senza alcun dubbio che questo sia il miglior gruppo al mondo, anche perché gli olandesi si allenano con i loro team. Stiamo scrivendo la storia del pattinaggio italiano e la nostra squadra sarà ricordata per sempre”.
Sugli obiettivi per la prossima stagione: “Nella prossima stagione mi piacerebbe arrivare alle dieci vittorie in Coppa del Mondo. Prima delle Olimpiadi ci saranno anche i Campionati Europei e non avendo mai vinto un titolo europeo vorrei ottenerlo. Poi ovviamente arriveranno le Olimpiadi e penso di essere un punto di riferimento. Ovviamente ci sarà tanta pressione arrivarci da campione del mondo e vincitore dell’ultima Coppa del Mondo”.
Il trentino e l’ammirazione per Davide Ghiotto: “Io ho un debole per Davide e come ha gestito il 10000 è davvero da grandissimo campione. Inoltre Davide ha dovuto correre senza una lente già dalla partenza e poi ha perso anche la seconda durante la gara. Quindi aveva anche questo aspetto da tenere, inoltre Semirunniy aveva chiuso forte la sua gara e quindi anche controllare questa cosa era difficile. Davide inoltre aveva tantissima pressione perché tutti davano per scontata la sua vittoria. Questo successo conferma il suo essere un campione incredibile. Inoltre sottoscrivo il tuo parere sul far diventare lui portabandiera e sono assolutamente d’accordo con te”.
Sull’inseguimento e la sfida diretta con gli Stati Uniti: “Gli americani sono veramente fortissimi ed è il loro cavallo di battaglia. In questa gara riescono veramente a superarsi. Sarà veramente dura batterli il prossimo anno, ma ci proveremo sicuramente. Siamo sempre lì e sicuramente non ci abbattiamo”.