Tennis
I tratti comuni dei giocatori di tennis di alto livello dell’ATP

“Lo sport del diavolo“. Adriano Panatta aveva coniato questa definizione per lo sport con racchetta e pallina. Una pratica tanto affascinante quanto crudele il tennis, perché anche nel corso di un match in apparenza chiuso può bastare un punto per cambiare completamente “lo spartito“. Si parla di una disciplina, inevitabilmente, condizionata dalle emozioni: un confronto costante prima con se stessi e poi con l’avversario. Ci si chiede: quali sono i tratti comuni dei giocatori di tennis di alto livello dell’ATP?
In soccorso vengono dati e statistiche che possono aiutare a descrivere un fenomeno, tracciando una linea di demarcazione chiara tra i cosiddetti “top-player” e il resto del gruppo. La classifica mondiale, come è logico, è il primo parametro. Una graduatoria in aggiornamento ogni settimana, che rappresenta l’andamento degli atleti nelle ultime 52 settimane.
RANKING ATP (TOP-10)
Lunedì 3 marzo 2025
1. Jannik Sinner 11330
2. Alexander Zverev 8135
3. Carlos Alcaraz 7510
4. Taylor Fritz 4900
5. Casper Ruud 4045
6. Daniil Medvedev 3930
7. Novak Djokovic 3900
8. Andrey Rublev 3480
9. Stefanos Tsitsipas 3405
10. Alex de Minaur 3355
Nella top-10, ovvero i migliori 10 tennisti del pianeta, i tratti comuni sono quelli della continuità di rendimento e la capacità di giocare i punti importanti. In uno sport così globalizzato, il saper giocare, ovvero eseguire sufficientemente bene servizio, dritto e rovescio, non è cosa che riesca a pochi. Ne consegue un innalzamento del livello medio, anche perché a una preparazione tecnica su larga scala si associa un lavoro dal punto di vista fisico/atletico molto accurato.
Per questo la differenza fatta dai giocatori di vertice deriva proprio dalla capacità di esprimere un livello alto per più tempo e più partite. Jannik Sinner è un esempio straordinario. L’attuale n.1 del mondo, come si evince dalle statistiche, è stato capace nel 2024 di vincere la bellezza di 73 incontri e perderne solo 6, pari quindi al 92% di affermazioni. Nelle citate ultime 52 settimane, Jannik ha vinto 64 match e ne ha persi 5: 44 vittorie su 46 match sulla superficie hard; 11 su 13 sulla terra; 9 su 10 sull’erba; 23 su 25 negli Slam.
Una costanza che ha un peso particolare anche quando e soprattutto le vittorie si ottengono contro giocatori della fascia più alta. L’altoatesino, nell’arco di tempo menzionato (52 settimane), è stato in grado di prevalere contro i top-10 negli scontri diretti in 17 delle 21 partite disputate.
Sulla base di ciò esiste anche un modo diverso per classificare i tennisti. Si parla del ranking Elo. Grazie a questo algoritmo, infatti, vengono stimate le qualità dell’atleta sulla base del rivale affrontato e battuto e non quindi dal turno raggiunto in un determinato torneo. Per stilare la graduatoria bisogna considerare due variabili: le partite giocate, in modo tale da avere un peso sul dato, e il valore dell’avversario affrontato. In questo sistema, si tiene conto anche della gravità di una sconfitta. Nella classifica Elo è necessario che i giocatori abbiano preso parte ad almeno 10 tornei nelle ultime 52 settimane.
Il sistema tiene conto anche di eventuali assenze dal circuito. In questo caso c’è il cosiddetto fattore K, ovvero una variabile in grado di assegnare un peso maggiore a determinate partite, come nei Masters 1000 o negli Slam. Questo particolare fattore viene utilizzato anche quando un tennista non gioca lungamente. Quindi, in presenza della condizione menzionata, il valore della valutazione del giocatore diminuisce ma allo stesso tempo aumenta il fattore K. Di seguito la top-10 del ranking Elo:
RANKING ELO (TOP-10)
Lunedì 3 marzo 2025
1 Jannik Sinner 2224.8
2 Novak Djokovic 2185.9
3 Carlos Alcaraz 2152.2 3
4 Alexander Zverev 2064.5
5 Jack Draper 2035.5
6 Daniil Medvedev 2014.0
7 Grigor Dimitrov 2011.4
8 Tomas Machac 2006.6
9 Taylor Fritz 2003.8
10 Tommy Paul 1977.6
Da questi nomi si notano delle differenze rispetto al ranking ATP, tenendo conto per l’appunto della qualità dell’avversario affrontato con cui si è vinto o si è perso. ATP che poi viene in soccorso con tutta una serie di numeri a corredo dei concetti già espressi. Un’altra caratteristica fondamentale e comune nei giocatori di alta qualità è legata ai “pressure points“.
Si intende la capacità di riuscire a ottenere punti in situazioni critiche di punteggio o di particolare rilevanza, come ad esempio l’annullamento di una palla break oppure la trasformazione della stessa. Un conto è fare ace quando si è sul 15-0, un altro è farlo quando si è sul 30-40 o sul 40-40. Nella graduatoria del 2024, neanche a dirlo, Sinner comanda e il dato che davvero lascia di stucco è il 73.7% delle palle break cancellate in un’annata, un valore davvero notevolissimo con cui il pusterese ha fatto un gran differenza rispetto ai giocatori di vertice. L’attuale n.2 del mondo, Alexander Zverev, ha una percentuale del 69.7%, mentre Carlos Alcaraz (n.3 del ranking) si è attestato al 61.9%.
Altro dato pesante è quello dei punti con la seconda di servizio. Spesso, nella lettura di una partita, si bada molto e giustamente a quante prime i tennisti siano stati in grado di mettere in campo e quanti punti abbiano raccolto. Tuttavia, a essere un fattore discriminante sono i quindici con la seconda perché coincidenti con i punti decisivi in giornate in cui la battuta non garantisce “punti gratuiti”, ovvero ace e/o uno-due rapidi (scambio deciso su massimo due colpi). Sinner e Alcaraz si sono dimostrati i migliori nel 2024 con il 57.9% l’azzurro e il 57.4% lo spagnolo dei punti vinti. Non è un caso che i due siano stati in grado di dividersi la torta degli Slam: il classe 2001 del Bel Paese a segno agli Australian Open e agli US Open; l’iberico vittorioso al Roland Garros e a Wimbledon.
Statistiche che possono chiarire alcuni aspetti, ma alla fine gran parte dei ragionamenti si fondano su una considerazione, ovvero la qualità di un tennista si determina al 70% dal punto di vista mentale e al 30% da quello tecnico. L’interpretazione del match e la lettura dei momenti sono aspetti focali nelle partite. Nello stesso tempo, la dedizione al lavoro in allenamento, frutto di una mentalità vincente, è il segreto per avere un rendimento costante, logicamente partendo da delle fondamenta tennistiche non comuni.