Tennis
Monaco sull’ascesa di Cinà: “Può sfondare, ma lo avvicinerei più a Musetti che a Sinner”

Federico Cinà ha sfruttato nel migliore dei modi la wild card per il tabellone principale del Masters 1000 di Miami, sconfiggendo con un duplice tie-break l’argentino n.67 al mondo Francisco Comesana e conquistando così il primo successo nel circuito maggiore a soli 17 anni. Di questo e di molto altro si è parlato nell’ultima puntata di TennisMania, trasmissione condotta da Dario Puppo e visibile sul canale Youtube di OA Sport, con ospiti Guido Monaco e Massimiliano Ambesi.
“Federico Cinà è soprannominato ‘Pallino’ perché quando stava nascendo hanno visto l’ecografia e c’era un pallino, con la sorella che fa: ‘Ma è quello lì mio fratello? Il pallino’. E da lì ‘Pallino’ detto ‘Palli’. Figlio di Francesco Cinà, giocatore dei miei tempi, 400 del mondo, ragazzo molto intelligente e che giocava molto bene sin da giovane, anche se poi non ha sfondato. Sembrava già un allenatore, molto maturo e quadrato, stava bene in campo. La mamma, Susanna Attili, era una doppista forte arrivata 131 del mondo, quindi il background era questo“, racconta Monaco.
“Federico ‘Pallino’ praticamente passa tutta l’infanzia a girare per i grandi tornei, perché Francesco ha allenato per tanti anni Roberta Vinci, quindi lui è abituato a frequentare questi eventi e a guardare questi giocatori. Ha una passione per il tennis sfrenata. Percorso giovanile di grande spessore, testa a testa con Fonseca tanto per capirci, anche se il brasiliano ha un anno in più e ha fatto meglio a livello junior“, prosegue la voce tecnica di Eurosport.
Sull’ottimo avvio di stagione del siciliano classe 2007: “Nelle ultime settimane, dopo un carico invernale a Tirrenia in cui mette su anche una bella stazza perché era alto ma esile, mentre adesso è già cambiato, va a giocare un ITF M15 e lo vince, poi fa finale in un Challenger e arriva a Miami due giorni prima del torneo, il che forse è stato meglio perché non ha potuto pensare troppo a questa wild card in un 1000 che alcuni ritenevano azzardata. L’ha pagata forse un po’ dal punto di vista fisico, comunque gioca un’ottima partita che stava sostanzialmente dominando, si incarta come spesso succede nel tennis anche per crampi, e poi grazie all’aiuto di Comesana, che non ha più ragionato negli ultimi game, ha portato a casa questa bellissima prima vittoria e sfiderà Dimitrov al secondo turno. Altra esperienza, altri punti in classifica, ma calma e sangue freddo“.
“Il paragone con Sinner, che era stato l’unico italiano a vincere un match al debutto in un 1000 da minorenne, lo ha quasi eguagliato, ma io sarei molto cauto. Se oggi dovessi fare una valutazione, stiamo parlando di un potenziale che avvicinerei sinceramente più a Musetti che a Sinner. Seguito in quel modo da quella famiglia, con quella testa, quella maturità, quell’eleganza che abbiamo visto, con quel tennis e con quel modo di stare in campo già da professionista, ha parecchie qualità per provare a sfondare nel tennis. Lasciamolo tranquillo e facciamogli godere queste prime esperienze“, il commento di Guido Monaco.
Sulla sconfitta in due set di Mattia Bellucci contro il taiwanese Tseng: “Bellucci è in un momento di grandi pensieri. Questo exploit di Rotterdam gli ha messo addosso tanta pressione, di cui adesso è vittima, poi quell’incredibile partita persa ad Acapulco contro Davidovich Fokina non ha aiutato. Ora è in un mini buco nero, perché il match con Tseng era obiettivamente alla sua portata. Pur giocando in maniera discontinua e con un atteggiamento molto negativo, il primo set poteva portarlo a casa. Il ragazzo deve stare tranquillo. Adesso arriva la terra, che non è la sua superficie, però ha poco o nulla da difendere fino a Parigi, ma l’importante è ritrovare una serenità e mettere le fondamenta, perché se hai qualche buco nel complesso salta fuori“.